100 nuovi agenti penitenziari in Sardegna, l’annuncio dei parlamentari sardi di Fratelli d’Italia

Per la Fns Cisl, gli incrementi rappresentano un segnale positivo, «ma restano insufficienti se rapportati all’aumento dei detenuti e ai crescenti compiti che il personale deve garantire».
ROMA | 9 ottobre 2025. Con la conclusione del 185° Corso allievi della Polizia Penitenziaria, 2060 nuovi agenti saranno inviati negli istituti penitenziari italiani. In Sardegna ne sono previsti 100: 40 nella Casa circondariale di Sassari, 4 ad Arbus; 19 a Cagliari; 2 a Isili; 1 a Lanusei; 10 a Nuoro; 5 a Mamone; 17 a Oristano; 2 a Tempio Pausania. A queste nuove unità si aggiungeranno 9 commissari che entreranno in servizio una volta completato il periodo di tirocinio.
«Le tragiche politiche di abbandono volute dalla sinistra sono ormai un brutto ricordo lontano. Abbiamo promesso di migliorare la situazione lavorativa di chi opera nelle carceri: lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, come con il prossimo 186° Corso Allievi da 3246 unità e con il concorso bandito a luglio di quest’anno per ulteriori 653 unità», – dichiara il sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove.
«Queste nuove assunzioni certificano ancora una volta l’inversione di rotta del Governo Meloni rispetto alla grave negligenza di chi ci ha preceduto», aggiungono i parlamentari sardi di Fratelli d’Italia Francesco Mura, Sasso Deidda, Gianni Lampis, Antonella Zedda, Barbara Polo e Giovanni Satta. «Queste nuove assegnazioni – sottolineano – sapranno alleviare le sofferenze che gli agenti di Polizia Penitenziaria vivono ogni giorno all’interno delle carceri italiane. Ringraziamo il sottosegretario Delmastro per il suo impegno costante verso la Polizia Penitenziaria, continueremo a lavorare al suo fianco per il bene del nostro territorio», concludono i sei parlamentari.
Il Fns Cisl Sardegna apprezza gli sforzi del Governo, ma chiede più Agenti
«Apprezziamo il lavoro che il Governo, grazie all’impegno costante del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, sta portando avanti. Lo abbiamo detto più volte e lo confermiamo. Un impegno così costante, soprattutto sul fronte delle assunzioni, non si vedeva da anni: dal suo insediamento sono circa 12.000 le nuove unità entrate in servizio. Tuttavia, è altrettanto vero che i pensionamenti sono numerosi e il Corpo della Polizia Penitenziaria necessita ancora di nuove forze fresche, in particolare in Sardegna, dove l’età media del personale è elevata», così commenta il segretario generale regionale della Fns Cisl Sardegna Giovanni Villa, dopo il comunicato stampa diffuso dai parlamentari sardi di Fratelli d’Italia.
«Gli incrementi previsti dal 185° corso per la Sardegna – 77 unità complessive (59 uomini e 18 donne) – rappresentano certamente un segnale positivo – spiega Villa –, ma restano insufficienti se rapportati all’aumento dei detenuti e ai crescenti compiti che il personale deve garantire, sia per la sicurezza interna che per quella esterna degli istituti. Da tempo chiediamo l’applicazione del comma 5 dell’articolo 119 della Costituzione, che riconosce le peculiarità delle Isole e impegna la Repubblica a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità. In quest’ottica, è necessario rivedere la pianta organica regionale, prevedendo un incremento di almeno il 20%. La Sardegna, infatti, non può contare sul supporto immediato di regioni limitrofe in caso di emergenza: basterebbe una rivolta per mettere in crisi il sistema».
«Con i numeri attuali, nonostante gli impegni del Provveditore Regionale, indirizzati finalmente anche verso le tre Colonie Agricole di Mamone, Is Arenas e Isili – sottolinea Villa – si rischia, vista la presenza crescente di detenuti, anche non idonei a questa tipologia di istituti, un’implosione del sistema con un progressivo aumento di criticità che potrebbero portare finanche alla loro chiusura. Un’eventualità inaccettabile, che avrebbe ripercussioni gravi anche sull’indotto locale e sull’occupazione nei territori interessati. Con una presenza significativa di detenuti in Alta Sicurezza, 41-bis e reparti psichiatrici, il rischio di tensioni è elevato. Per questo chiediamo maggiore attenzione e un’autonomia operativa adeguata alle specificità della nostra isola: non averla rappresenta uno svantaggio che va superato», conclude il segretario generale.
In copertina: il carcere di Sassari-Bancali
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