Partito Democratico: «La Sardegna chiede rispetto per rimanere in zona bianca»

Intervento del Partito Democratico della Sardegna sulla notizia di possibili arrivi nell’Isola di persone non residenti (ma proprietarie di seconde case) provenienti da Regioni d’Italia in fascia rossa e arancione.
«In queste ore in Sardegna è tornata alta la preoccupazione alla notizia che dalle altre Regioni rosse, arancioni, possano arrivare anche i non residenti proprietari di seconde case in Sardegna a trascorrere un periodo di vacanze. Pensiamo che venire nella nostra Isola, in questa e nelle prossime settimane, deve essere una responsabilità. Chi arriva si faccia e ci faccia il dono del rispetto: porti con sé un certificato di vaccinazione o l’esito negativo di un tampone molecolare, usi i dispositivi di protezione e mantenga le distanze cioè rispetti le regole».
È quello che si auspica il Partito Democratico della Sardegna intervenuto con una nota stampa su questo tema che sta tenendo banco in tutta l’Isola tra timori, inquietudini e preoccupazioni.
«La Sardegna è terra ospitale da millenni – si spiega nella nota –. Nella vocazione all’accoglienza ha trovato uno strumento di crescita culturale e di progresso economico. Dopo un anno di pandemia e di emergenza sanitaria, sociale ed economica, dopo mesi di profonda preoccupazione, di lutti e sacrifici, siamo diventati l’unica regione “Bianca”, in un Paese che ha virato dall’arancione al rosso cupo. Questa condizione, però non è data per sempre e dobbiamo difenderla: il virus circola sulle nostre gambe, con i nostri respiri».

«Tutelare se stessi e una Regione che accoglie con affetto dovrebbe essere scelta d’istinto – si legge ancora nella nota –, ma qualora così non fosse, noi riteniamo che il Governo innanzitutto debba fare chiarezza: non è pensabile che le disposizioni di spostamento tra Regioni rosse verso l’unica regione bianca si leggano nelle faq senza l’ausilio di un manuale di comportamento e di obblighi a tutela di tutti».
Per il Partito Democratico, la Giunta regionale per contro deve incrementare gli sforzi e «controllare gli arrivi, sia predisponendo, come in parte anche già fatto, gli hub per i test Covid nei punti di accesso all’Isola, e anche implementando seriamente i controlli in collaborazione con i Comuni e tutte le istituzioni di sicurezza territoriali».
Ma non basta, secondo il Pd sardo infatti è indispensabile la «collaborazione anche da parte del Governo nazionale soprattutto a fronte della preoccupata dichiarazione del Commissario ATS Temussi il quale ha dichiarato che se i numeri dovessero aumentare saremmo al collasso per l’impossibilità di gestire l’organizzazione dei controlli».
«Le maglie della rete, questa volta, devono essere strette. Abbiamo pagato a caro prezzo, con oltre mille morti, la leggerezza con cui questa estate si sono aperte le porte e le discoteche senza un piano di controllo, di test a tappeto. Dimostriamo, tutti insieme, di avere imparato e di tenere a questa terra, ai suoi abitanti e anche ai suoi visitatori», conclude la nota del Partito Democratico della Sardegna.
