• 24 Novembre 2025
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Sottoscritto a Illorai l’accordo per la costituzione della Rete sarda degli alberi monumentali

Convegno Illorai Alberi monumentali
Successo per la due giorni dedicata ai grandi alberi a cui hanno partecipato studiosi, tecnici nazionali e internazionali, e amministratori.

ILLORAI | 24 novembre 2025. Due giorni di convegno sui grandi alberi e le foreste vetuste, tenutosi a Iscuvudè-Illorai il 20 e 21 novembre con il collaborativo impegno organizzativo tra Amministrazione comunale e la locale Pro Loco APS guidata da Mario Cossu, hanno ancor più diffuso una sana “alberite” e sensibilità verso la bellezza emozionale degli elementi naturali, generatori e alimento del ciclo perpetuo della vita.

L’albero si è maggiormente radicato sulle comunità interne goceanine a testimone-brand territoriale, diventando simbolo e riferimento di valenza scientifica, non solo in senso utilitaristico, ma in valore e legame inscindibile “spirituale” identitario e di cultura. Il senso spirituale è custodito nelle idealità “dell’albero della vita”: rappresentazione-ponte tra l’uomo e il divino; le radici abitano la terra e i rami s’innalzano verso la dimora che è nel cielo.

L’albero impersona caratteristiche di vita-forza (in alcuni casi anche precarietà-fragilità) e vive la similitudine esistenziale umana quando ne rappresentiamo l’origine nelle radici, la crescita nel tronco e la proiezione di continuità-futuro data dai rami: tutto incarna idealmente la condizione umana, fatta di memoria, rinascita, ciclo vitale, e ci porta a riflettere di caratteriale resilienza.

L’albero, come l’uomo vive un continuo sviluppo-rinnovamento ed è sorgente di vita e rinascita: una metafora di ciò che è individuo e umanità. Cogliendo il profondo insegnamento di un bosco, possiamo recepirne armonia, silenzio e pace; dunque, una lezione per riscoprire un altro ritmo e ricchezza del nostro percorso di vita con doni di nutrimento fisico e dell’anima.

Considerando, tutto il percorso preparatorio e di relazioni del convegno altamente scientifico, si constata una importante operazione di sensibilizzazione collettiva, che va oltre la specificità dei nostri vetusti monumentali e diretta verso la direzione della necessaria attenzione al disastro ambientale in atto a livello globale.

Tante le voci inascoltate, e nel tempo disattese, che si sono levate per sviluppare un’adeguata coscienza ecologista: non ultima l’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco che, con vigore, richiama all’assoluta necessità ecologica integrale.

Una richiesta sociale di comprensione ed azione immediata che induce a riflessioni mirate, vicine e di storia vissuta dalle comunità. La montagna e i boschi, luoghi da riposizionare al centro dell’individualità e di vita collettiva, come terminali ideali di incontro-convivenza tra uomo-natura. La stessa identità dell’area montana goceanina si esprime e compone in significativi monumenti plasmati dal tempo, dalla storia e da un ambiente “umanizzato” nel segno di radicati equilibri territoriali.

E torna idealmente forte il frequente messaggio dispensato, in tante occasioni, dal prof. Ignazio Camarda – a cui è stato dedicato il Convegno illoraese e commemorato a inizio lavori, assieme ai botanici Edoardo Biondi e Sandro Pignatti, dal presidente del Comitato scientifico Gianluigi Bacchetta dell’Università di Cagliari – e che ora interpretiamo come lascito testamentario: “Sia l’uomo a prendere coscienza per salvare la bellezza e la vita della Terra”.

I lavori del Convegno, in una sala gremita da un appassionato pubblico, sono stati avviati con i saluti istituzionali: il sindaco di Illorai Gianluca Grande ha sottolineato il senso di valorizzazione per i boschi vetusti «sopravvissuti ai disboscamenti sistematici dell’Ottocento e Novecento, ora sono simboli di resilienza su cui alimentare la sostenibilità e sviluppo del territorio, nel rispetto della natura che è identità e storia»; il comandante CFVA, ing. Gianluca Cocco ha rappresentato le anime tecniche-operative e l’azione di rilancio organizzativo in corso per il Corpo Forestale Sardegna, mentre il dott. Giovanni Piras ha evidenziato l’impegno nel territorio dell’Agenzia AGRIS verso la componente vegetale-animale nella conservazione dell’agrodiversità e microbiologia. Sono seguiti i saluti del direttore FoReSTAS Antonio Casula, di Emmanuele Farris, in rappresentanza della Società Botanica Italiana e UNISS, e del sindaco di Seui dott. Fabio Moi, comune sardo con il maggior numero di alberi monumentali, che ha auspicato «migliori pratiche per censire e tutelare il patrimonio boschivo».

Convegno alberi Illorai
Lello Caravano, José Plumed e Bernabé Moya

Il prof. Gianluigi Bacchetta, presidente del Comitato scientifico “Radici d’Europa”, inaugurando le sessioni degli interventi – moderati da Luca Pinna, Simonetta Bagella e Lello Caravano – ha parlato degli interessi condivisi, in modo ecumenico da tutti i botanici, per tutelare il patrimonio boschivo e l’ecosistema forestale e della necessaria implementazione del registro degli alberi monumentali.

Il prof. Bacchetta, con partecipata emozione, ha commemorato e ricordato con affetto e sensibilità gli esimi botanici di riferimento personale e dell’intero mondo accademico: Ignazio Camarda “massimo indagatore del nostro patrimonio, con studi distribuiti su tutto il territorio regionale e sviluppati con grandi ricercatori”; Edoardo Biondi “paleobotanico con interessi mirati verso l’Isola, studiò boschi e vegetazioni, tanto da considerare la Sardegna una sua seconda patria” e il veneto Sandro Pignatti “massimo botanico internazionale con interesse agli ambienti lagunari, dedicò tanta attenzione e studi alla Sardegna”.

Il primo contributo tecnico-scientifico è stato dell’arboricoltore americano Douglas Still, ideatore e conduttore del podcast e programma radiofonico This Old Tree, che ha sviluppato in inglese un suggestivo exscursus sui simboli monumentali arborei presenti nei diversi continenti e relazionato su “Ancient Trees: Living Prisms to the Past”.

L’intervento di Sergio Guidi, presidente dell’Associazione Patriarchi della Natura, ha offerto significativi contributi sull’utilizzazione del germoplasma per trasmettere caratteristiche genetiche di alberi estinti, tramite il recupero di semi o ghiande. Alberi replicati e riprodotti anche in frutticoltura e vivaistica. Guidi ha ribadito l’idea che «gli alberi del passato sono quelli del futuro« e ampliato il discorso verso i riferimenti sociali e di sostenibilità. L’albero come armatura della Terra e una ragionevole «politica idonea di forestazione potrebbe prevenire tanti danni ambientali».

Intervento a due voci di Emmanuele Farris (UNISS) e Mauro Fois (UNICA) su grandi alberi e boschi vetusti nel contesto vegetazionale sardo, da collocare nella gestione e contesto di microecologia per captare i cambiamenti di valenza scientifica e didattica.

Luisa Carta (UNISS) ha proposto uno specifico riepilogo su studi e ricerche del prof. Camarda, indicato misure di tutela e definito concetto di monumentalità nella visione complessa del territorio.

Giovanna Lampreu, Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, si è ampiamente soffermata a fornire il quadro normativo, censimento e iter attribuzione competenze, per realizzare l’elenco degli alberi monumentali.

Ecologia e ruolo ambientale, con uno sguardo al futuro e nell’adattamento alle nuove condizioni climatiche, è stato ampiamente approfondito dagli esperti tecnici di FoReSTAS, ANARF e AGRIS; gli interventi, caratterizzanti ad una gestione sostenibile delle foreste, hanno evidenziato l’incidenza, sulla struttura delle foreste stesse, del pascolo e attività umane. Tanti gli esempi di ecologia applicata, di ecosistemi modellati dal tempo e processi di positive simbiosi nascoste tra piante e funghi; ed ancora ruoli e razionalità degli interventi sugli habitat forestali e territori da proteggere dagli incendi.

E il pensiero è corso al patrimonio degli olivi secolari e al lavoro di recupero dell’olivastro di Sa Tanca Manna (Cuglieri), narrazione e lavorio presentato da Giovanni Galistu, messo in campo dall’Associazione Montiferru per un patriarca vegetale che rigermoglia e rivendica vita dopo il devastante incendio del luglio 2021.

A rappresentare tre decenni di esperienze condivise, tra Sardegna e Spagna, nella conservazione di alberi monumentali è stato il botanico Bernabé Moya dell’Università di Valencia (collaboratore di Gianluigi Bacchetta e del compianto Ignazio Camarda), considerato uno tra i massimi esperti di fama internazionale, e José Plumed, specializzato agronomo e in potature dei grandi alberi, che lavora per l’Orto Botanico e l’Università di Valencia.

Bernabé Moya ha considerato «il patrimonio unico e insostituibile dei patriarchi monumentali» e i «molteplici progetti in comunanza con la Sardegna», definiti nei tanti legami di lavoro sviluppati, con amichevole sintonia, tra studiosi e comunità territoriali dell’Isola. Josè Plumed si è soffermato sulla metodologia di lavoro, manutenzione, conservazione e tecniche di miglioramento dei terreni e ha rappresentato una meravigliosa ideale passeggiata da paradiso terrestre, catapultando, in modo tecnico e con passione lirica, gli uditori nella bellezza dell’Orto Botanico di Valencia.

Una conservazione e tutela dei territori che passa attraverso buone pratiche forestali, studi e conoscenze operate con tecnologie (es. tomografia sonica 3D e tomografia elettrica, impiegate nell’analizzo della “Roverella di Illorai” dal tecnico Carlo Poddi), principi e criteri di certificazione, progetti di respiro e linguaggio europeo (Interreg Resilient trees), ma soprattutto da crescere con l’attaccamento alle radici e identità che, la Nobel 1926 per la Letteratura Grazia Deledda, aveva suggellato con queste parole: “Ho vissuto con i venti, con i boschi, con le montagne, ho mille volte poggiato la testa ai tronchi degli alberi per ascoltare la voce delle foglie. Così si è formata la mia arte, come una canzone o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo”.

La figura umana e scientifica del prof. Ignazio Camarda, a cui si lega in modo indelebile la valorizzazione e salvaguardia del patrimonio montano goceanino, è stata commemorata in varie occasioni del convegno: con segni letterari poetici da Bernardo De Muro; con personali ricordi di amicizia, e frequentazione collaborativa, dal fotografo naturalista nuorese Domenico Ruiu, mentre il bonese Fulgenzio Piras ha declamato in località Sa Melàbrina, con unicità interpretativa e teatrale, la composizione che il Camarda poeta aveva dedicato a “Su chercu piu bellu” di Illorai, simbolo plurisecolre del territorio.

Al convegno di Iscuvudè-Illorai è stato sottoscritto il significativo accordo, tra numerosi sindaci e l’adesione continua, per la costituzione della Rete sarda degli alberi monumentali (RSAM); l’idea iniziale, concepita e germinata dal sindaco di Illorai Gianuca Grande, ora promossa dall’ANCI Sardegna, si propone di essere struttura operativa e innovativa per favorire le azioni di tutela e conservazione degli alberi monumentali in Sardegna.

Cristoforo Puddu

In copertina: i sindaci Rete sarda alberi monumentali.

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