Al MacLula la mostra dell’artista originario di Mamoiada Giovanni Canu

L’esposizione dal titolo “Sperimentazione sulla materia nello spazio dell’Einstein Telescope” è stata inaugurata sabato.
LULA | 19 ottobre 2025. Il titolo suggestivo della mostra, inaugurata sabato 18 al MacLula, è “Sperimentazione sulla materia nello spazio dell’Einstein Telescope”. L’artista è Giovanni Canu, originario di Mamoiada e residente a Milano. Attraverso lo studio della radice identitaria culturale-storica svela il lavorio e gli orizzonti artistici perseguiti, attingendo “all’arcaismo dell’archetipo nuragico”, per trovare sintesi nella materia e nel sistema articolato che percorre l’universo e l’animo umano.
Un percorso ideale espositivo di opere e installazioni che sintetizzano e si concretizzano, con senso di appartenenza e nella rievocazione costruttiva ed artistica, in materiali (granito e basalto ma anche ferro, acciaio e cemento) e forme rievocative d’origine dell’arcaismo nuragico dell’Isola Madre.
Opere fortemente materiche, dove – scrive la critica Anty Pansera – «il cuore della terra, quel sottosuolo dai mille segreti percorso da acque sotterranee è anche quell’utero materno dove il liquido amniotico protegge e permette lo sviluppo della vita: eruzioni, vulcaniche e umane, allora, e dall’universale a quello arcaico che sempre leggiamo (…) in un percorso sempre intriso di storia ma costantemente proiettato nell’oggi».
La dottoressa Chiara Gatti, direttrice del MAN di Nuoro, considerando l’arte, l’artista e le esperienze formative milanesi, riconosce che «la costante del lavoro di Canu è stata quella di continuare ad attingere motivi e materie dal bacino idrografico della Sardegna arcaica, sublimando in forme sintetiche e assolute le linee dei menhir o degli elementi architettonici del romanico sull’isola, unendo la memoria delle pietre levigate del neolitico alla superficie ruvida ed erosa delle domus de janas, mescolando le sopravvivenze del passato primigenio agli intrecci di un linguaggio artigianale, pastorale (…) e dalle ferite che attraversano corpi di roccia, scalfiti dalle tracce della nostra resistenza».
Insomma un artista identitario e di identità, che oltre al percorso museale allestito con genialità e collaborazione di Domenico Fumagalli, Mariolina Mannia e dallo scultore posadino Mariano Deledda, ha donato al MACLula l’opera monumentale “Monte Albo”, collocata nella piazza antistante il museo. All’inaugurazione hanno fatto corona a Giovanni Canu numerosi artisti operanti nel nuorese (Rosetta Murru, Francesca Cossellu, Nietta Condemi De Felice, Pietro Costa, Mario Fois Carta, Diego Asproni, Zizzu Pirisi, Nevi Lai), lo stilista Pinu, l’intellettuale Diego Corraine, la cantante Manuela Mameli, il creatore di eventi artistici e valorizzatore dei tappeti d’autore Angelo Crabolu, amministratori locali, giornalisti e un numeroso pubblico che ha legittimato di grande stima l’artista di Mamoiada.
Un’arte, quella di Giovanni Canu, di forte e distintivo legame “ombelicale” con la Sardegna, dove creativamente rivive il megalitismo nuragico, la fertilità come elemento generativo di vita, i luoghi e gli elementi di radice rappresentati dall’acqua, dalla pietra e dal fuoco.
Giovanni, un artista in movimento, che ha esplorato l’arte per affermare la sua identità e il profondo legame personale ed intimistico all’Isola Madre e alla sua cultura millenaria. Un’arte che relaziona i sardi con la Sardegna, all’interno di un linguaggio rielaborato, espressivo e materico.
Cristoforo Puddu
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