• 19 Aprile 2024
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Cagliari, la Chiesa di Scientology continua il dialogo interreligioso

Chiesa di Scientology e hare Krishna
Tenuta lo scorso martedì una conferenza dal titolo “La vita tra le vite” a cui ha partecipato il monaco degli Hare Krishna, Sripada Bhaktivedanta Mahavir Maharaja.

CAGLIARI. Nella serata di martedì 27 settembre, nella cappella della Chiesa di Scientology a Cagliari, si è tenuta una conferenza dal titolo “La vita tra le vite” nel contesto delle attività del gruppo civico Interazione. L’incontro, accolto a braccia aperte dalla Chiesa di Scientology in nome dell’amicizia coi fedeli di altre religioni, è stato particolarmente incentrato sulla visione del ciclo della vita secondo la saggezza dei Veda.

È stata l’occasione per mettere in luce i numerosi punti di convergenza tra le due religioni, Scientology e Hare Krishna, soprattutto sull’importanza dell’aspetto spirituale e religioso nel cambiamento dell’uomo, in primo luogo della società e nella ricerca dei valori che portano al rispetto dei diritti di tutti e, come fine ultimo, della pace. Un concetto, questo, totalmente condiviso anche nelle scritture di L. Ron Hubbard, fondatore della religione di Scientology, il quale esprime in moltissime occasioni la necessità di creare un ambiente pacifico e basato su tolleranza e rispetto reciproci.

Monaco Hare Krishna

Particolarmente interessante il concetto spiegato molto chiaramente dal monaco degli Hare Krishna, Sripada Bhaktivedanta Mahavir Maharaja (nome spirituale del monaco), secondo cui ciò che abbiamo compiuto nella vita passata sarà bagaglio nella successiva. «L’anima è eterna e non muore con il corpo, ma ne avrà uno nuovo per vivere una nuova vita». È qui che interviene il Karma, per cui, se hai fatto bene, nella nuova vita le condizioni saranno migliori, se hai fatto male peggioreranno.

In questo contesto ha spiegato i 5 livelli di consapevolezza che gli esseri viventi attraversano durante il ciclo delle vite fino ad arrivare all’unione trascendentale con Dio e, quindi, alla conclusione del ciclo di vita e morte, che è ciò a cui dovrebbe aspirare chiunque viva la vita alla ricerca della spiritualità.

Concetti, quelli espressi dal monaco, con i quali anche gli Scientologist hanno una certa familiarità: l’individuo è un essere spirituale immortale ed attraverso un cammino di conoscenza può aumentare la consapevolezza riguardo la vita. La risposta alle domande più profonde dell’esistenza chiaramente richiede un lavoro introspettivo, una vera e propria avventura alla ricerca di se stessi finanche alla comprensione di Dio.

Al termine dell’interessantissima conferenza, c’è stato lo spazio per alcune domande dal pubblico alle quali il monaco ha risposto completando quanto detto in precedenza. L’occasione ha ancora una volta dimostrato che nella diversità si può trovare arricchimento, ancor più in un appuntamento come questo in cui sono stati trovati anche punti di affinità. «Indubbiamente, il messaggio di vivere la spiritualità prescindere dal cammino intrapreso, risulta essere un grande segno di amicizia e questo è ciò di cui ha bisogno la nostra società», sottolineano gli Scientologist.

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