• 5 Luglio 2025
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«I blackout in Sardegna non nascono sotto i cavoli»

Linea elettrica
I sindacati si scagliano contro Enel e chiedono l’intervento delle istituzioni.

Sabato 5 luglio 2025. Filctem, Flaei e Uiltec, sindacati dei lavoratori elettrici aderenti rispettivamente a Cgil, Cisl e Uil, intervengono con una lettera aperta alle istituzioni sulla questione dei blackout, che nelle ultime settimane hanno interessato diverse località della Sardegna. Tra le cause addotte dalle aziende, l’eccessivo utilizzo dei climatizzatori.

«I blackout – tuonano i sindacati – non nascono sotto i cavoli, ma sono responsabilità di chi non ha fatto quanto doveva per evitarli. Per difenderci da questo caldo asfissiante dobbiamo tenere accesi migliaia di condizionatori d’aria, proprio quelli che le aziende elettriche consigliavano di installare come sistemi di riscaldamento e raffrescamento, per usare meno gas e più energia elettrica e contribuire in questo modo a combattere il “cambiamento climatico”». E ora, quelle stesse aziende che «dovrebbe garantire a cittadini e imprese di avere sempre e comunque a disposizione la quantità di energia elettrica necessaria per tutti i bisogni (familiari o industriali), oggi danno la colpa dei blackout al caldo eccessivo e inaspettato. Si tratta di aziende che hanno la concessione dello Stato italiano per distribuire l’energia elettrica costruendo impianti sufficienti per tutti i bisogni, investimenti che vengono pagati dalle bollette». Invece, secondo i sindacati, queste hanno scelto «di risparmiare, di riparare impianti vecchi, di privarsi del personale necessario per i lavori che dovrebbero essere fatti, di appaltare attività di cui si perde il controllo e via discorrendo». Un fare, insomma, che si traduce in gravi disservizi per i cittadini e una decadenza della qualità del servizio pubblico.

Nel mirino dei tre sindacati c’è Enel che, attraverso e-distribuzione, «ha la concessione per oltre l’85% del territorio nazionale». Le principali aree metropolitane del Nord Italia e Roma sono invece servite da grandi imprese municipalizzate.

Detto questo, Filctem, Flaei e Uiltec si rivolgono direttamente alle istituzioni — Governo, Regioni, sindaci — e alle forze politiche, chiedendo di «intervenire per riprendere la loro funzione di controllo sui concessionari di servizi pubblici come sono le Aziende che svolgono attività di distribuzione di energia elettrica».

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