Intelligenza artificiale, Uil Sardegna: «A rischio quasi 60mila posti di lavoro»

La segretaria Fulvia Murru: «Dobbiamo promuovere la formazione continua, tutelare i lavoratori nella fase di transizione, costruire una governance dell’IA».
CAGLIARI | 15 novembre 2025. «Con una piena implementazione dell’intelligenza artificiale in Sardegna sono a rischio quasi 60mila posti. Il sindacato deve tutelare i lavoratori in questa transizione, non può stare ai margini». Così la segretaria generale della Uil Sardegna, Fulvia Murru analizzando i dati sulla diffusione dell’uso dell’IA.
«L’intelligenza artificiale – precisa la segretaria – sta trasformando in profondità il mercato del lavoro: in Italia circa 10 milioni di lavoratori sono considerati ‘altamente esposti’ agli effetti dell’IA, che influenzerà sia le mansioni meno qualificate che quelle più specializzate. Nel nostro Paese solo circa il 5 % delle imprese ha adottato soluzioni di IA, a fronte di una media europea più elevata».
Ed entrando nel merito della situazione in Sardegna «il 23,4 % delle imprese con dipendenti utilizza già tecnologie di IA per migliorare processi e prodotti – evidenzia Murru – l’Isola è terza in Italia per diffusione. Tuttavia, nello stesso contesto regionale, sono stimati rischi occupazionali significativi: entro uno scenario di piena implementazione dell’automazione, la perdita netta potrebbe raggiungere circa 59.253 posti di lavoro».
Secondo la segretaria generale, il ruolo del sindacato in questo momento diventa cruciale. «Dobbiamo promuovere la formazione continua, tutelare i lavoratori nella fase di transizione, costruire una governance dell’IA che ponga al centro i diritti, la qualità del lavoro e la dignità delle persone. Un sindacato forte non può stare ai margini del cambiamento: deve guidarlo».
In Sardegna sono circa 4.967 le imprese che utilizzano già l’intelligenza artificiale, di cui circa 1.161 artigiane.
Le applicazioni più diffuse sono: gestione economico-finanziaria (46%), marketing ed e-commerce (34,8%), gestione clienti (18,8%), produzione/servizi (18,5%) e sicurezza informatica (18,3%).
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