Tula ricorda padre Giovanni Deledda, il missionario che portò il Vangelo nelle foreste della Birmania

Partecipata serata venerdì all’auditorium comunale per la presentazione del volume sul religioso ozierese curato da mons. Tonino Cabizzosu e Rosalia Deledda.
TULA | 27 ottobre 2025. Lo scorso venerdì la comunità di Tula ha reso omaggio alla figura di padre Giovanni Deledda, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere che lasciò il Logudoro per portare il Vangelo fino alle remote foreste della Birmania, dove morì 75 anni fa a soli 33 anni. L’occasione è stata la presentazione del volume “P. Giovanni Deledda, dal Logudoro alle foreste della Birmania (1917-1950)”, curato da mons. Tonino Cabizzosu e dalla nipote del missionario, Rosalia Deledda. L’evento, ospitato nell’auditorium comunale, è stato promosso dall’Amministrazione su iniziativa dell’assessora alla cultura Rosalba Ladu.
A introdurre la partecipata serata è stata la professoressa Miriam Punzurudu, che ha dato la parola al vescovo di Ozieri, Corrado Melis, al parroco don Francesco Mameli e al sindaco Andrea Becca. Subito dopo Rosalia Deledda ha raccontato l’origine del suo lavoro di ricerca: «Tutto è nato dal desiderio di scavare nelle mie radici e capire di più su questo giovane familiare che mi affascinava sempre. Quando venivano a casa i missionari del PIME, suoi confratelli, era come rivedere lui. Non l’ho mai conosciuto, ma ne ho sempre sentito la presenza. Questo libro è un segno di gratitudine verso Dio, verso zio Giovannino e verso tutta la nostra comunità».

La professoressa Maria Antonietta Canu ha esposto una relazione ricca di dettagli storici, seguita dalla testimonianza di don Nino Carta, missionario Fidei Donum in America Latina per trent’anni. «Non esiste un cuore tanto arido da non essere amato da Dio», ha affermato. «Un giorno un uomo mi puntò la pistola contro perché odiava i missionari. Io mi affidai al Signore… e quell’uomo, prima di morire, mi fece chiamare. È stato un momento di Cielo. Dio trova sempre la strada per toccare i cuori».
Il momento più emozionante della serata è stato la testimonianza della maestra Nina Sanna, che da bambina ebbe modo di conoscere personalmente padre Deledda. «Quando ho saputo della presentazione, ho provato una grande gioia. Ho avuto la fortuna di conoscerlo: incantava i bambini come un pifferaio magico. Ci faceva sedere sui gradini che portano alla fontana Grixoni e cantavamo con lui: “Piribibompim, padre Ledda la creò”. Ricordo ancora il giorno in cui lessi il necrologio della sua morte. Avevo paura, tristezza, ma anche gratitudine. Era un uomo che lasciava il segno. Le nuove generazioni devono conoscerlo e prenderlo come esempio».
Nato a Ozieri nel 1917 e ordinato sacerdote nel 1941, padre Deledda svolse i suoi primi anni di ministero tra Lombardia, Campania e Sardegna. Con la sua capacità di annunciare con semplicità e calore la vocazione missionaria, riusciva a conquistare l’attenzione di grandi e piccoli, lasciando ovunque un segno profondo.
Nel marzo 1948 la svolta: partì da Napoli sulla motonave Taurinia insieme a tredici padri e sette suore, destinazione Birmania. Trovò una terra ferita dalla guerra civile, dalla fame e dalle epidemie. Tra fughe rocambolesche, notti trascorse nei fossi o su imbarcazioni di fortuna, venne derubato di ogni avere ma mai della fede. Riuscì a farsi accettare dalle tribù degli Wa, temuti tagliatori di teste, integrandosi nella loro cultura e insegnando il valore della vita.
Leggi le altre notizie su Logudorolive.it











