• 19 Dicembre 2025
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SIULP Sardegna: «L’isola non diventi una colonia penale»

Carcere 2
La segreteria regionale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia lancia l’allarme sull’arrivo dei detenuti in regime di 41 bis e chiede un incremento di mezzi e risorse umane da destinare alle attività di controllo del territorio.

CAGLIARI | 19 dicembre 2025. «L’isola non diventi una colonia penale». Il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (SIULP) della Sardegna lancia l’allarme sulla tenuta dell’ordine e della sicurezza pubblica nell’isola, in seguito al paventato arrivo di un numero considerevole di detenuti in regime di 41 bis. Accogliendo le preoccupazioni del panorama politico, la segreteria regionale ha trasmesso una nota ufficiale alla segreteria nazionale per sollecitare un intervento urgente presso il Ministero dell’Interno.

La preoccupazione principale, espressa dal sindacato, è che l’arrivo di detenuti di massima pericolosità possa attrarre sulla Sardegna affiliati e interessi delle organizzazioni criminali di appartenenza, con un conseguente aumento dei rischi per il territorio. Una situazione resa ancora più critica, secondo il SIULP, dalla progressiva riduzione dei presidi di Polizia avvenuta negli ultimi anni.

«Lo stillicidio delle donne e degli uomini della Polizia di Stato in Sardegna si manifesta come una sofferenza nel controllo del territorio», afferma il segretario regionale Giuseppe Caracciolo. «La chiusura di posti di Polizia, Commissariati di Pubblica Sicurezza, Distaccamenti di Polizia Stradale, Posti di Polizia Ferroviaria e Squadre Nautiche, che negli anni sono stati iscritti nella colonna dei costi dello Stato anziché negli investimenti, oggi potrebbero essere un pericoloso boomerang che ritorna indietro».

«Il paventato arrivo di numerosi detenuti in regime di 41bis nelle carceri isolane in tempi brevi, seppur previsto normativamente da una legge del 2009 – continua Caracciolo –, rischia di esporre il territorio sardo a incrementi di malavita dovuti all’arrivo di affiliati ad ambienti criminali. Per questo, abbiamo chiesto e proseguiremo a chiedere rinforzi e ripristini di alcuni presidi di Polizia che in passato qualcuno a livello centrale ha ritenuto superflui ma che oggi, alla luce dei fatti, sono strategici per garantire ai cittadini sardi di poter continuare a vivere nella serenità e nell’alveo della legalità».

«Continueremo a monitorare la situazione – conclude il Segretario – perché non riguarda solo quello che succede all’interno delle mura carcerarie ma anche quello che potrà succedere all’esterno. La Sardegna non può diventare una caienna perché soffre della sua condizione geografica di insularità. Il Governo riveda la norma e distribuisca i detenuti su tutto il territorio nazionale!».

Nei prossimi giorni, il SIULP Sardegna ha annunciato che coinvolgerà direttamente i Prefetti e i Questori delle province sarde. L’obiettivo è avviare un’azione sinergica per ottenere un incremento di mezzi e risorse umane da destinare specificamente alle attività di controllo del territorio, al fine di prevenire possibili infiltrazioni criminali e tutelare la legalità.

In copertina: interno di un penitenziario (foto di repertorio)

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