• 18 Agosto 2025
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Sovraffollamento nelle carceri italiane, situazione sempre più critica

Carceri
Rapporto semestrale dell’Osservatorio dell’associazione Antigone sulle strutture penali della Penisola.

L’associazione Antigone, per i diritti e le garanzie nel sistema penale, continua il sistematico monitoraggio sulla preoccupante condizione dei detenuti nelle carceri italiane. Il rapporto “L’emergenza è adesso”, basato su 86 visite dell’Osservatorio di Antigone e diffuso recentemente, conferma le criticità che segnatamente rivelano l’invivibilità a causa di strutture sovraffollate, carenza di personale e conseguenti violazioni dei basilari diritti dei detenuti.

La situazione carceraria, un’emergenza ignorata, è drammaticamente nei numeri e dati rilevati nelle frequenti visite dell’attivo osservatorio di Antigone. A fine giugno 2025 risultano detenute 62.728 persone, con un incremento di 1.248 rispetto ai dati 2024. Le strutture penitenziarie sono in grado di servire una capienza regolamentare di 51.276 posti!

Gli affollamenti reali si attestano oltre il 130%, con istituti che spesso superano il 150% e in 8 casi si raggiunge addirittura l’inumano record di invivibilità, superiore del 190%: numeri drammatici che evidenziano anche l’impotente volontà di trovare soluzioni ed operare con strategie politicamente efficaci .

E la condizione di vivibilità delle persone detenute, nel sovraffollamento estivo, raggiunge una assoluta condizione di disumanità: celle bollenti, senza le adeguate ventilazioni, stazionano sui 37 gradi e talvolta “con accessi limitati all’acqua”, rendono impossibile la sopravvivenza.

Nota estremamente dolente la situazione nelle carceri minorili, che registra il significativo aumento del 50% della popolazione nell’ultimo triennio, con il 60% dei giovanissimi in attesa di giudizio.

Il quadro generale del sistema carcerario registra ed evidenzia una situazione sanitaria di estrema fragilità e di persone detenute con diagnosi psichiatrica. I numeri del disagio: “22,3 atti di autolesionismo e 3,2 tentati suicidi ogni 100 detenuti. I suicidi registrati da inizio anno sono 45, un dato altissimo, secondo solo al 2024, l’anno peggiore di sempre”.

Antigone, sostiene da sempre che la detenzione non debba mai rappresentare “una scorciatoia repressiva”. In realtà è tutto il sistema penitenziario ad essere in emergenza e fuori controllo, violando diritti e finalità costituzionali della pena. Necessaria una coraggiosa politica di rispetto per la persona e dignità umana.

Le alternative relative alla detenzione, per favorire il reinserimento sociale, non vengono attuate significativamente e le carceri sono sempre più fatiscenti; tra le strutture penali visitate da Antigone il 35,6 sono state realizzate anteriormente al 1950, logico e naturale perciò l’aggravamento dei tanti problemi cronici strutturali.

Secondo Antigone c’è un’incapacità politica di intervenire sul complessivo fenomeno e lo stesso decreto carceri del governo – incentrato a realizzare 10 mila nuovi posti con l’adeguamento di vecchie strutture e nuove costruzioni penali – non rappresenta soluzione profonda e radicale di risolutivo intervento.

La risoluzione del sovraffollamento penitenziario e problemi connessi – è convinzione di tanti addetti e traspare evidente dalla nuova relazione – deve percorrere altre strade e “passare per un uso differente dello strumento detentivo”.

Si considera perciò fallito il Decreto Carceri (Dl 4 luglio 2024, n. 92), non avendo contribuito a ridurre il sovraffollamento, né migliorare la vita carceraria o favorire il potenziamento dei percorsi di reinserimento sociale. Criticità nel sistema penitenziario minorile che “va perdendo l’approccio educativo”.

Le visite effettuate dall’Osservatorio di Antigone hanno rilevato che “nel 35,3% degli istituti visitati c’erano celle in cui non sono garantiti 3 metri quadri a testa di spazio calpestabile”; frutto del progressivo innalzamento delle pene, introduzione di nuovi reati e relativa custodia cautelare in carcere (es. Decreto Caivano – settembre 2023).

Considerevole la carenza delle unità di Polizia Penitenziaria previste in pianta organica: secondo i dati ufficiali, aggiornati al 31 maggio 2025 manca personale per l’8,7%.

Gli osservatori di Antigone hanno potuto redigere la documentata relazione grazie al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.

Cristoforo Puddu

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