Turismo delle radici, opportunità di sviluppo per la Sardegna

Dal convegno di Asuni l’idea di trasformare il legame degli emigrati con l’isola in risorsa culturale ed economica.
ASUNI | 11 ottobre 2025. Ad Asuni, piccolo centro dell’Oristanese, si è svolto questa mattina il convegno dal titolo “Radici in viaggio – Il futuro del turismo delle radici”, promosso da Italea, la piattaforma nazionale dedicata al turismo delle origini. L’incontro, tenuto al Museo dell’Emigrazione, ha riunito rappresentanti istituzionali, studiosi, enti locali e membri della comunità emigrata, con l’obiettivo di «tracciare un percorso condiviso per valorizzare il patrimonio immateriale custodito dagli emigrati – ad oggi circa 2 milioni – e trasformarlo in risorsa culturale, sociale ed economica».
«Questo evento rappresenta un momento di sintesi e visione – ha spiegato Andrea Vallebona, l’organizzatore dell’incontro –. Vogliamo capire chi sono, dove sono e come possono gli emigrati sardi dialogare con la loro terra, magari tornando anche solo per una vacanza. Le distanze si sono accorciate, il mondo è più vicino: è il momento di attivare questo straordinario motore culturale e turistico».
Al convegno ha preso parte anche un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri, Daniele Soro, che ha sottolineato: «Il turismo delle radici è un’opportunità concreta, soprattutto per le aree interne. Parliamo di genealogia, di memoria, di identità. Attraverso strumenti come la Italia Card e la piattaforma digitale Italea, possiamo offrire servizi, agevolazioni e percorsi personalizzati ai discendenti degli emigrati che vogliono riscoprire le proprie origini».
Marzia Cilloccu, delegata dell’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna, ha ribadito il sostegno dell’amministrazione per sostenere il progetto: «Crediamo profondamente nel turismo delle radici. Ha un target unico e affezionato: i sardi nel mondo sono tantissimi e fortemente legati alla loro identità. Questo è un patrimonio da valorizzare non solo sul piano turistico, ma anche economico e sociale. La speranza è che molti possano scegliere di tornare, magari per investire o semplicemente per ritrovare le proprie origini. Anche la mia famiglia ha vissuto l’esperienza dell’emigrazione, con parenti in Venezuela», ha concluso Cilloccu.
Il convegno di Asuni segna dunque l’avvio di un percorso più ampio, finalizzato a consolidare il senso di appartenenza, creare reti tra la Sardegna e il resto del mondo e trasformare la memoria collettiva in leva di sviluppo sostenibile per il territorio.
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