• 21 Novembre 2025
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Ozieri, stasera la presentazione del libro di Tonino Arcadu “La vite ritrovata”

La vite ritrovata libro Tonino Arcadu
L’incontro è in programma alle 18 nella sala conferenze del museo “Alle Clarisse”. Dialogheranno con l’autore l’archeologo Franco Campus e Tonino Costa dell’agenzia Laore.

OZIERI | 21 novembre 2025. E se la Sardegna non avesse importato la viticoltura, ma fosse stata una delle culle della domesticazione della vite e della produzione del vino fin dalla preistoria? È questa l’affascinante tesi, supportata da recenti scoperte scientifiche, tra i temi principali trattati nel libro appena pubblicato “La vite ritrovata. Alle origini della vitivinicoltura in Sardegna” di Tonino Arcadu, che verrà presentato ad Ozieri, questo pomeriggio alle ore 18 al Museo Alle Clarisse. L’autore con questo lavoro ha il merito di aver ricostruito una narrazione aggiornata alle ultime scoperte scientifiche sulla vite in Sardegna, con una sintesi che si rendeva necessaria. A dialogare con Arcadu ci saranno l’archeologo Franco Campus e Tonino Costa dell’agenzia Laore Sardegna, per un dibattito che intreccerà storia, archeologia e agronomia.

Per decenni, la teoria prevalente sosteneva che la coltivazione della vite fosse arrivata in Sardegna dall’esterno. Oggi, le nuove evidenze sembrano affermare il contrario. L’ipotesi, suggestiva e sempre più concreta, è che forse già nei villaggi attorno alle grotte di San Michele durante la Cultura di Ozieri nel Neolitico, con la nascita dell’agricoltura, è stata domesticata la vite selvatica e prodotto per la prima volta il vino. Una vera e propria rivoluzione storiografica che farebbe dell’isola uno dei primi centri enologici del Mediterraneo.

L’incontro di questa sera non sarà solo un’occasione per guardare al passato millenario, ma anche per proiettarsi verso il futuro. Si discuterà infatti del forte legame dei sardi nel passato e nel presente al vino e le sfide sulle opportunità di sviluppo della cultura enologica in termini produttivi e di attrattività”. Un patrimonio di biodiversità che si esprime nella riscoperta e valorizzazione di vitigni autoctoni minori, testimoni di una storia unica, e in tradizioni radicate come Su Trinità ‘e Sant’Andria.

A conclusione della presentazione, la teoria si unirà alla pratica con una degustazione di alcuni vini come l’Alvarega di Ozieri, la Cuscusedda di Mores e il Nieddu Polchinu di Pattada, tre espressioni autentiche di un territorio che ha ancora molto da raccontare.

Su Trinta e SantAndria Ozieri

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