• 26 Aprile 2025
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Il Banco di Sardegna chiude 20 piccole filiali: la denuncia dei sindacati e lo sconcerto dell’Anci

Bsnco di Sardegna Nughedu San nicolo
Tra le filiali che potrebbero essere cancellate ci sono quelle di Nughedu San Nicolò, Anela, Mara, Bultei, Cargeghe, Oniferi, Abbasanta, Tramatza, Nurachi, Ruinas, Sini, Putifigari, Silius, Turri, Siddi, Gesico e Guamaggiore.

Continua la ritirata del Banco di Sardegna dai piccoli centri dell’isola. A denunciare l’imminente chiusura di ulteriori 20 filiali operative dell’istituto di credito, le Segreterie regionali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil, Unisin, dopo la comunicazione ufficiale del Gruppo Bper.

 «È l’ennesima mazzata – scrivono i sindacati – che viene sferrata al nostro territorio regionale, già sofferente e penalizzato dalle precedenti decine e decine di chiusure. Si tratta di un vero e proprio attacco diretto alle nostre comunità locali, piccole e grandi, che pure hanno contribuito alla crescita e al rafforzamento del Banco di Sardegna.
Lo stesso sta accadendo con le altre aziende creditizie, piccole e grandi. Sullo sfondo si muovono le ombre dell’ennesima ristrutturazione, stavolta basata su un presunto “nuovo mondo” scaturito dalla diffusione del Covid 19.

Unicredit ha ridotto l’organico all’osso al punto da avere una evidente difficoltà a sostenere la costante apertura delle agenzie. Intesa-Sanpaolo ha chiuso molte sedi isolane e anch’essa fatica a reggere il passo con la costante e voluta riduzione del personale. BNL è sotto il torchio di una enorme ristrutturazione che ridurrà in Sardegna sedi e numero dei dipendenti, per giunta con la vendita ad altre aziende di parte dei lavoratori. Monte dei Paschi di Siena ormai tiene aperte solo alcune sedi, perlopiù nei capoluoghi di provincia. E si potrebbe continuare a lungo e sulla stessa linea parlando delle altre aziende».

«La cifra – continuano i sindacati – che unisce questi movimenti è l’abbandono dei piccoli centri, quelli più bisognosi. Eppure, nulla giustifica un accanimento simile contro la nostra terra. Le agenzie sono tutte in attivo e i bilanci delle banche sono un inno all’opulenza.
Possibile, ci chiediamo noi sindacati, che in un momento di così grandi guadagni si debbano ta-gliare via tutte le attenzioni al territorio? È inutile riempirsi la bocca di ipotetiche banche del territorio, di banche di prossimità, quando l’unica cosa che pare muovere le lancette degli orologi decisionali continua ad essere il mero profitto e la capacità di creare dividendi per gli azionisti».

Per le cinque sigle sindacali «tutto questo è inaccettabile e siamo disposti ad avviare subito una stagione vertenziale sul credito in Sardegna, arrivando anche alla mobilitazione generale dei lavoratori, degli enti locali e di tutti quelli che hanno interesse a mantenere salda la presenza del credito in un territorio da cui fuggono tutti, depauperandolo e privandolo di qualsiasi punto di servizio al cittadino».

Per questi motivi le segreterie chiedono «con forza l’intervento della politica, sia degli enti locali che regionale per aprire subito un tavolo di discussione e analisi approfondita della situazione, allo scopo di porre immediatamente un argine contro una deriva che rischia di trascinare la nostra isola in basso nella classifica della fruibilità dei servizi finanziari, proprio in concomitanza con l’arrivo dei fondi legati al PNRR e alla possibilità di ravvivare il mercato del lavoro e sostenere aziende e famiglie».

Sconcerto dell’Anci Sardegna

Preoccupata della situazione anche l’Anci Sardegna, l’Associazione dei comuni sardi, che ha accolto la decisione del Gruppo Bper «con vivo sconcerto».

Per il presidente Emiliano Deiana il timore è che gli esuberi strutturali si traducano in «ulteriori abbandoni delle periferie della Sardegna con chiusura di agenzie e con conseguente soppressione di servizi a favore delle fasce più deboli della popolazione».

Infatti tra le 20 filiali che rischiano di essere smantellate figurano quelle di Nughedu San Nicolò, Anela, Mara, Bultei, Cargeghe, Oniferi, Abbasanta, Tramatza, Nurachi, Ruinas, Sini, Putifigari, Silius, Turri, Siddi, Gesico e Guamaggiore.

«Ad Anci Sardegna – continua Deiana – non sfugge di certo che il mondo sta correndo velocemente dentro la rivoluzione tecnologica, in un’estetica della globalizzazione senza etica dove a pagare sono sempre i poveri e i territori più deboli».

«L’Associazione – aggiunge il Presidente – ritiene che la politica sarda debba iniziare a dibattere del ruolo del credito in Sardegna, sulle opportunità che le istituzioni possono creare anche al sistema creditizio attraverso politiche complessive che pongono la crescita civile, sociale ed economica al centro delle iniziative pubbliche.

Ai sindaci dei comuni coinvolti – conclude Deiana – «non mancherà il sostegno dell’Anci in questa battaglia per il mantenimento sul territorio di servizi essenziali».

In copertina: la filiale del Banco di Sardegna di Nughedu San Nicolò

Ottica Muscas

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