• 20 Aprile 2024
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La boxe in Sardegna: storia di un popolo di grandi pugili

Boxe in Sardegna - Tore Burrini

La boxe in Sardegna: storia di un popolo di grandi pugili.

Da tempi immemorabili, da sempre si potrebbe dire, l’uomo, dapprima in maniera istintiva e poi sempre più organizzata, ha praticato le più svariate attività ludico-motorie. Queste si sono via via evolute, assumendo nel tempo il carattere di vere e proprie discipline sportive, diffondendosi insieme agli spostamenti delle genti e specializzandosi anche a seconda dei contesti geografici in cui venivano praticate. Relativamente alla nostra Isola, certamente, quella che poi sarà chiamata pugilato/boxe era una delle pratiche ludico-motorie più diffuse.

Sono molte, ed importanti, infatti, le testimonianze archeologiche che lo confermano e per tutte citiamo i meravigliosi pugilatori appartenenti al gruppo dei Giganti di Mont’e Prama, che presidiano con la loro maestosità il Museo “Marongiu” di Cabras, ed i bronzetti dello stesso segno di Santu Luca di Ozieri e di Dorgali, risalenti al IX/VIII a.C.

I nostri progenitori, insomma, come l’archeologa Paola Basoli ha riportato nella conferenza” Storia dello sport in Sardegna”, insieme alla caccia (utile anche come forma di sostentamento), praticavano la lotta ed il pugilato, il tiro con l’arco, il getto del peso e del disco e le corse con i cavalli. Magari circolava meno danaro e sicuramente non esistevano combine e “biscotti” vari, ma la competizione, istintiva nella razza umana, c’era, eccome, e già da allora le competizioni sportive erano strumento di pace, tant’è che in occasione dei vari Giochi, veniva sospesa ogni guerra in atto.

Insomma, da sempre l’uomo ha seguito l’istinto di misurarsi con suoi simili e la Sardegna che vista la sua collocazione geografica intratteneva rapporti commerciali e culturali con moltissimi popoli del Mediterraneo, non faceva certo eccezione.  

Molto è stato detto e scritto a riguardo e sarebbe quasi improponibile raccontare per intero l’epopea di uno sport che in Sardegna ha conosciuto momenti esaltanti, per cui, faremo un bel salto in avanti nel tempo, focalizzandoci sugli anni ’50, ’60 e ’70, periodo in cui la Sardegna ha espresso il meglio di sé stessa nella noble-art.

Nel settore primeggiava allora il Capo di sotto, Cagliari in testa, che, sospinto dalla genialità del manager Antonino Picciau, che si muoveva in maniera sincrona col maestro Lello Scano nella mitica palestra “Sardegna” di Via Barone Rossi, fece salire sul ring autentici fuoriclasse della boxe come Gianni Zuddas, medaglia d’argento dei “gallo” ai Giochi di Londra del 1948 e Guanto d’oro nel 1959, Gian Paolo Melis, welter cagliaritano di grande livello che svolse poi parte della sua attività in Francia, dove era emigrato, dopo essersi però preso lo sfizio di battere a casa sua il futuro campione europeo francese Gilbert Lavoine e Piero Rollo, peso gallo più volte campione d’Europa e stoppato nel match mondiale solo da una ferita all’arcata sopraccigliare. 

Titolo europeo anche per Fortunato Manca, un welter pesante idolatrato dai tifosi per il suo coraggio, che nel 1964, batté a Roma il francese Pavilla, mancando poi davvero di poco il mondiale nell’incontro con Sandro Mazzinghi, ed addirittura cintura mondiale dei minimosca per Franco Udella, uno dei più forti di sempre.

Le conferme sulla straordinaria bontà del pugilato sardo arrivarono poi dal “pesi leggeri” Tonino Puddu, campione europeo nel 1971, dopo aver demolito per KO tecnico lo spagnolo Velasquez all’Amsicora e dal peso mosca Fernando Atzori, oro alle olimpiadi di Tokio nel 1964 ed europeo nel ’67 nei professionisti.

Già questo sarebbe sufficiente per dare un’idea di quanto i sardi avessero la boxe di successo nel DNA, ma il movimento non era circoscritto solo a Cagliari e nel Capo di sopra operavano con lungimiranza e successo le Accademie di Sassari, Alghero e Porto Torres. In quest’ultima città, il grande Baciccia Martellini reclutò i vari Mario Solinas, Francesco Fiori, Gavino e Mario Iacomini, Bruno Striani, Pino Mura e Mario Altana e li portò a livelli di eccellenza assoluta, mentre a Sassari, con molti altri, impazzava il peso mosca Gavino Matta, che, a suon di ganci e uppercut, diventò campione italiano ed europeo.

Dulcis in fundo il miglior pugile sardo di sempre, l’algherese campione europeo dei gallo e dei mosca Salvatore “Tore” Burruni, che dei pesi mosca diventerà anche campione mondiale nel 1965 battendo, all’apice del suo lungo e quasi immacolato percorso, il thailandese Pone Kingpetch. Burruni, vera e propria leggenda della boxe sarda, è stato compagno e/o apripista di altri boxeur catalani quali i fratelli Spanedda, Silanos Chessa, Casabona, Priami e Spinetti, artefice, quest’ultimo, di un indimenticabile vittoria sul temibilissimo russo Zasukin. L’architettura della boxe algherese era curata da Franco Mulas, artefice primo i successi dei suoi allievi, che amava follemente il pugilato e soleva ripetere” la boxe morirà quando l’uomo nascerà senza braccia”.

E così è stato: infatti il pugilato sardo, se pure tra alterne vicissitudini, non si è mai fermato, grazie a tanti altri fortunati suoi interpreti, quali Manuel Cappai, oggi tra i primi 5 pesi mosca del mondo, presente ai Giochi Olimpici di Londra 2012, di Rio de Janeiro 2016 e che vestirà il tricolore anche a Tokyo 2021e quindi il peso mosca di Porto Torres Federico Serra (all’angolo Domenico Mura), come Cappai vincitore di tre titoli italiani Elite ed i vari Jonathan Rubino, Daniele Oggiano, Sergio Pranteddu, Matteo Ara, Federico Zito, Gianmario Serra, Andrea Piredda e Roberto Filippino, il supergallo Matteo Lecca ed il peso mosca Cristian Zara, tutti pronti a dare lustro alla nostra Regione con la conquista di importanti risultati in ambito non solo nazionale.

Boxe in Sardegna - Salvatore Erittu
Salvatore Erittu

Purtroppo qualche problema nei professionisti, nei quali, dopo gli addii al ring di Salvatore Erittu, che ha lasciato dopo aver difeso il titolo italiano dei pesi massimi leggeri, e del peso gallo Simone Maludrottu, già campione italiano ed europeo, le aspettative sono riposte sul “supermedi” Alessandro Goddi. Campione italiano ed Intercontinental Wbc, il nuorese ha patito un periodo buio con due falliti assalti al titolo europeo contro Blandamura e Szeremeta, seguiti da un terzo contro l’italo americano Denis Scardina, andato anch’esso andato vuoto. Ma a Goddi non difettano grinta e testardaggine e si è rimesso sotto riprendendosi il titolo Continental sul francese Andrew Francilette.

Alessandro Goddi
Alessandro Goddi

Insomma la storia continua e, come riferisce l’appena riconfermato presidente della Federboxe sarda Gianfranco Pala: «Non siamo in crisi e nell’ultimo anno, la boxe sarda è cresciuta più del 30%. L’entusiasmo è sempre molto e i numeri, quasi 250 agonisti (erano 238 nel 2018), 7 professionisti, e ben 829 amatori (512, lo scorso anno) confermano lo stato di salute di una disciplina che conta in Sardegna 42 palestre affiliate».

 Fra le palestre attive, anche la locale ASD San Nicola Boxe Ozieri del presidente Gigi Pane e del maestro ed icona della boxe ozierese Gregorio Porcu, che conta oltre 20 iscritti, il più piccolo dei quali ha sei anni ed altri sono pronti a salire sul ring e sui quali l’entourage ozierese scommette non poco. 

San Nicola Boxe Ozieri 2020
I ragazzi dell’ASD San Nicola Boxe Ozieri

«Non tutti coloro che vengono in palestra resistono e arrivano alla meta – conclude Gianfranco Pala – qualcuno molla prima per mancanza di mezzi tecnici o per limiti fisici e/o scarsa attitudine al sacrificio, ma, in un contesto storico generale non certo esaltante e con una grave carenza di impianti, resistiamo e andiamo avanti nel migliore dei modi».

Nonostante tutto, quindi, la barca va, ed il movimento cresce, per cui non vi è alcun dubbio che, in tempi neppure molto lontani e col ritorno alla normalità, si riparlerà dei successi di altri boxeur sardi, capaci di riaccendere la mai sopita passione verso uno sport con la S maiuscola come pochi e che prima ancora di “fare” pugili, continua a forgiare il carattere di donne e uomini che non temono la fatica, l’impegno e la responsabilità, da mettere poi a disposizione delle comunità per una società sempre migliore.

Raimondo Meledina

Nella foto di copertina: l’algherese Tore Burruni (a destra) campione del mondo dei pesi mosca

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