Cortesia e professionalità al Pronto Soccorso di Ozieri: la testimonianza di una paziente
OZIERI. Pubblichiamo la lettera aperta di una lettrice, scritta per testimoniare la cortesia, l’attenzione e la professionalità riscontrate tra il personale sanitario del Pronto Soccorso di Ozieri durante una sua recente visita alla struttura a causa di un problema di salute.
«Vorrei raccontare la mia recente esperienza al Pronto Soccorso di Ozieri, che come è noto il mese scorso per mancanza di medici ha dovuto ridurre il tempo di apertura limitando il servizio solo alle ore diurne. Non posso e non voglio immaginare cosa abbia significato in quei giorni per i pazienti doversi recare a Sassari e affrontare sia il disagio del viaggio sia la fila interminabile che si crea in quel contesto.
Sono arrivata intorno alle ore 14, ed ero sola nella sala d’attesa. Dopo una decina di minuti ho controllato il monitor che registrava la presenza di codici rossi e a seguire gli altri, ovviamente i pazienti erano già all’interno. Arrivavano non solo dal Logudoro e dal Goceano, ma anche da Buddusò, che fa parte del distretto di Olbia, e dal Meilogu che fa capo al Distretto di Alghero.
Avendo avuto modo di chiedere ai parenti dei pazienti come mai non fossero andati a Sassari, che dista pochi chilometri dalla loro residenza, mi sono sentita rispondere che la loro esperienza li aveva indotti a continuare a usufruire del servizio offerto dall’ospedale ozierese. Questo dimostra non solo l’importanza strategica di Ozieri, ma ancor di più che il Pronto Soccorso del Segni è efficiente e indispensabile per tutto il Centro-Nord Sardegna.
Durante tutte le ore che sono rimasta in osservazione ho potuto vedere con i miei occhi il prezioso servizio svolto dal personale. Un solo medico per turno, attento e scrupoloso, che visitava e disponeva il percorso del malato, con l’occhio sul pc per leggere le analisi che mano a mano arrivavano e pronto a richiedere consulenze ai vari specialisti del nosocomio.
A supporto, il lavoro degli operatori sanitari, impegnati nei servizi di triage, prelievi del sangue, assistenza ai malati e a dare rassicurazioni ai parenti, i quali venivano aggiornati costantemente sullo stato di salute dei propri cari. Vecchietti in barella, coccolati come fossero propri nonni, corse al laboratorio analisi per portare prelievi, e decidere poi se ci fosse la necessità o meno di ricovero. Trasporti in carrozzella per effettuare le radiografie e attendere poi la diagnosi, ed infine indirizzarli nei vari reparti per eventuali interventi. Tutto questo mentre il personale preposto continuava ad effettuare il proprio lavoro disinfettando e tirando a lucido l’intero reparto.
Nonostante la pressione e il dispendio di energie psico-fisiche, non una parola sgarbata da parte degli operatori, anche quando qualcuno, ignaro che dietro ad ogni codice c’è un’intensa attività e un insieme di specialisti che lavorano e seguono costantemente il malato, si lamentava della lunga attesa.
A questo punto mi chiedo, come sarebbe il Nord Sardegna senza l’ospedale di Ozieri, che nonostante i tagli subiti resta comunque una struttura importante in termini di erogazione di servizi ed umanità? Credo che l’ospedale Segni vada supportato, specialmente da noi cittadini che dobbiamo fare pressione politica, affinché venga ampliato e parimenti potenziato di personale, non solo per il bene di Ozieri, ma dell’intera Provincia».
Lettera firmata
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