• 7 Settembre 2025
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Di Nolfo, Cocco e Frau: «Fermare il volo Olbia-Tel Aviv. La Sardegna non può essere complice»

Di Nolfo Cocco e Frau
Richiesto dai tre consiglieri regionali del gruppo consiliare regionale della Sardegna “Uniti per Todde” al Consiglio di amministrazione della Geasar di sospendere il collegamento aereo con la città israeliana.

CAGLIARI | 7 settembre 2025. I consiglieri regionali Valdo Di Nolfo, Sebastian Cocco e Giuseppe Frau del gruppo “Uniti per Todde” hanno inviato una lettera al Consiglio di amministrazione della Geasar, società che gestisce l’aeroporto Olbia-Costa Smeralda, affinché venga sospeso il collegamento aereo con Tel Aviv.

«Pur consapevoli che la quota azionaria regionale in Geasar non consente di imporre giuridicamente questo tipo di scelta gestionale – spiegano Di Nolfo, Cocco e Frau – resta intatto il dovere politico e morale di far sentire la propria voce. Chiediamo di sospendere immediatamente il volo Olbia-Tel Aviv: la Sardegna non può accogliere attività economiche e turistiche con un governo che sta violando il diritto internazionale e compiendo azioni riconosciute come crimini di guerra».

La richiesta dei tre consiglieri si inserisce nella coerenza della decisione da parte della Regione Sardegna a interrompere ogni rapporto istituzionale, economico e di cooperazione con Israele fino alla cessazione delle gravi violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza: scelta giuridicamente vincolante alla mozione n. 51, approvata lo scorso 15 luglio dal Consiglio regionale.

«Abbiamo tutti il dovere di rispettare la posizione dei rappresentanti del popolo sardo – ribadiscono Di Nolfo e colleghi – e non basta una condanna formale: serve un atto concreto, immediato, che dica chiaramente da che parte sta la Sardegna».

«La nostra terra – concludono Di Nolfo, Cocco e Frau – ha una vocazione di pace e di accoglienza. Non può e non deve essere complice di un’economia del genocidio. La sospensione del volo Olbia-Tel Aviv sarebbe un gesto chiaro, forte e coerente con la volontà espressa dal Consiglio regionale e dal popolo sardo».

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