• 6 Giugno 2025
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Futuro di Fiume Santo, Forza Italia chiede protocolli vincolanti e il coinvolgimento istituzionale

Centrale termoelettrica di Fiume Santo
Le segreterie di Porto Torres, Sassari e Alghero intervengono sul dibattito che riguarda il futuro della centrale termoelettrica, al centro di un progetto di trasformazione dell’impianto in un hub energetico integrato.

SASSARI | 6 giugno 2025. Transizione energetica, riqualificazione ambientale e sviluppo sostenibile dell’area di Fiume Santo. Le segreterie cittadine di Forza Italia di Porto Torres, Sassari e Alghero, guidate rispettivamente dai coordinatori Pierluigi Molino, Cecilia Cherchi e Andrea Delogu, intervengono sul dibattito in corso sul futuro della centrale termoelettrica, chiedendo protocolli vincolanti e un pieno coinvolgimento istituzionale. La recente proposta di EP Produzione, che prevede un investimento di circa 1 miliardo di euro per trasformare l’impianto in un hub energetico integrato – basato su gas naturale, idrogeno verde, fotovoltaico e sistemi di accumulo – rappresenta, almeno sulla carta, una straordinaria occasione per il territorio. Secondo il progetto, sarebbero previsti 600 nuovi posti di lavoro nella fase di costruzione e 300 occupati nella gestione dell’impianto. Tuttavia, Forza Italia sottolinea con forza che «non può esserci alcun nuovo sviluppo se prima non si pone rimedio agli errori del passato».

«La proposta presentata da EPH – spiegano meglio i tre coordinatori – mostra ancora troppi punti oscuri e criticità che meritano approfondimento. In particolare, il fulcro dell’investimento sembra essere il nuovo impianto a gas naturale, alimentato da GNL trasportato via nave, soluzione costosa, dipendente da mercati esterni e soggetta a forti instabilità. A ciò si aggiunge la totale assenza di dati tecnici sulle reali capacità energetiche degli impianti previsti (fotovoltaico, idrogeno, accumulo e gas), rendendo impossibile capire quale contributo potranno offrire al fabbisogno della Sardegna, oggi ridotto per la chiusura delle aziende energivore (Alcoa, Euroallumina, Portovesme). Anche sotto il profilo occupazionale, i numeri non mostrano benefici nel lungo termine: i posti di lavoro in gestione restano gli stessi dell’attuale centrale. L’impianto di idrogeno verde, infine, appare come un progetto sperimentale e marginale, mentre altre realtà, come SARAS, stanno già avanzando in questo settore».

Le tre segreterie propongono a questo punto che ogni sviluppo futuro sia preceduto da un protocollo d’intesa formale, sottoscritto da EP Produzione, Regione Sardegna, dai Comuni di Porto Torres, Sassari e Alghero, dalla Provincia (Città Metropolitana di Sassari) e Ministeri competenti. «Tale documento – spiegano Pierluigi Molino, Cecilia Cherchi e Andrea Delogu – dovrà fissare con chiarezza gli impegni occupazionali promessi, che devono essere verificabili, trasparenti e garantiti nel lungo termine; e soprattutto l’obbligo di garantire una riduzione strutturale dei costi energetici per cittadini, famiglie e imprese locali. Non è più accettabile che un territorio produttore di energia debba continuare a subire costi superiori rispetto al resto del Paese».

Forza Italia propone anche la nascita di una cabina di regia politico-istituzionale permanente, con il coinvolgimento della Regione, i Comuni di Porto Torres, Sassari, Alghero, le Università sarde, le rappresentanze datoriali e sindacali. «L’obiettivo – proseguono i tre coordinatori – è quello di creare un modello di sviluppo integrato, in grado di rigenerare l’area industriale e portuale, rilanciare il settore turistico, favorire occupazione stabile e qualificata e stimolare investimenti pubblici e privati. In tal senso, impegniamo ufficialmente il Sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, il Sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia e il Sindaco di Alghero Raimondo Cacciotto, a farsi portavoce congiunti di questa visione territoriale, presso tutte le sedi istituzionali».

Pur non essendo pregiudizialmente contraria alla ricerca e allo sviluppo delle nuove tecnologie energetiche, incluso il nucleare di nuova generazione, Forza Italia ritiene che qualsiasi ipotesi in tal senso debba essere valutata con trasparenza, coinvolgendo i territori e tenendo conto della vocazione ambientale e sociale della Sardegna. «Prima di pensare a soluzioni ancora in fase sperimentale e con impatti complessi da gestire – sottolineano Molino, Cherchi e Delogu –, è fondamentale completare un percorso realistico e sostenibile, basato su dati certi, fabbisogni reali e rispetto del paesaggio. La proposta di decarbonizzazione e riconversione della centrale di Fiume Santo può diventare un esempio virtuoso di transizione ecologica, sviluppo economico e risanamento ambientale. Ma solo se costruita con responsabilità, trasparenza e partecipazione. Porto Torres, Sassari e Alghero non possono più essere considerate aree di sacrificio. Il territorio deve rimanere agibile, vivibile e produttivo per le generazioni presenti e future».

Tra gli altri punti centrali evidenziati dalle tre segreterie, c’è anche la richiesta di riqualificare l’area fronte mare adiacente alla centrale con «l’eliminazione immediata degli impianti dismessi – oleodotto e carbodotto – che giacciono in stato di abbandono e costituiscono un grave ostacolo ambientale e paesaggistico. Il territorio ha già pagato a caro prezzo l’industrializzazione selvaggia del secolo scorso. Non possiamo permettere che nuove opere si realizzino sulle fondamenta di una mancata bonifica. Serve una rigenerazione ambientale completa, che restituisca dignità al litorale e sicurezza alla comunità».

Uno degli obiettivi prioritari di Forza Italia è quindi la liberazione di circa 2 chilometri di costa, oggi interdetta e inaccessibile, per restituirla alla cittadinanza e ai visitatori. «Tale operazione – concludono i tre coordinatori –rappresenta un intervento strategico per il rilancio turistico del territorio, coerente con un nuovo modello di sviluppo sostenibile». La visione di Forza Italia prevede infatti la trasformazione del litorale in un’area fruibile, con spiagge attrezzate, percorsi pedonali, spazi per attività ricreative e servizi balneari accessibili a tutti: «un modello di uso sostenibile del patrimonio costiero, in grado di coniugare tutela ambientale, inclusione sociale e attrattività turistica».

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