• 19 Aprile 2024
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Insularità, Coldiretti Sardegna: adesso concretizzare questo importante risultato

Bandiera sarda quattro mori

«Un primo passo, fondamentale per il futuro della Sardegna, dal quale dobbiamo saper cogliere principi e fini, concretizzandoli in una programmazione di sviluppo e crescita». È il commento di Coldiretti Sardegna al primo via libera all’unanimità del Senato al disegno di legge che riconosce in Costituzione il principio di insularità.

«Il voto all’unanimità è frutto di un lavoro di squadra che parte e si concretizza in Sardegna, che ha coinvolto tutti i livelli istituzionali dalla Regione al Parlamento con il contributo dei partiti politici – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –. È uno dei pochi esempi in cui si discute dei contenuti e si portano avanti gli obiettivi senza interpretazioni e strumentalizzazioni di parte e dove si raggiunge un obiettivo che porterà benefici a tutta l’economia sarda che ha sempre subito l’insularità non riuscendo mai a trasformarla in vantaggio».

«Ringraziamo – continua Culabu – tutta la politica indistintamente, il Presidente, la Giunta ed i Consiglieri regionali e tutti gli onorevoli che ci rappresentano in Parlamento. In particolare l’onorevole Michele Cossa, presidente della Commissione per l’insularità, ma soprattutto il compianto Roberto Frongia, che ha guidato il Comitato promotore sull’insularità, e ci ha lasciato come suo ultimo regalo questo grandissimo risultato per tutta l’Isola nel segno dell’unità».

Farina 1

Un patrimonio, questo del lavoro unitario, che secondo Coldiretti Sardegna, va valorizzato e non disperso, «innanzitutto per sigillare il riconoscimento dell’insularità in Costituzione, che ieri ha compiuto solo il suo primo passo, seppur importante – ricorda il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –  ma che va esteso come metodo di lavoro e comportamento perché è l’unico modo per riuscire a ripartire e far esplodere finalmente tutte le potenzialità della nostra meravigliosa Isola, che ha bisogno appunto del contributo di tutti».  

«Questo riconoscimento dovrà essere riempito di contenuti perché è essenziale per l’economia della Sardegna e per l’agroalimentare sardo – spiega Luca Saba –. L’insularità fino ad oggi è stato per il mondo agricolo un handicap, uno svantaggio competitivo, con un aggravio dei costi rispetto ai competitor sia in entrata (con acquisto di materie prime, concimi ecc.) che in uscita nella vendita dei propri prodotti. Non solo. Sulla linea dei freschi la Sardegna è messa quasi fuori gioco a causa sempre dei tempi che in questo caso sono un fattore inesorabile». 

Il rapporto con i mercati esterni ai confini sardi sono di fondamentale importanza. La Sardegna è leader in Europa nella produzione di Pecorino romano, che costituisce la principale voce di esportazione del settore agroalimentare sardo. È il più importante pecorino a denominazione di origine protetta nell’Ue, sia per volumi prodotti, che per valore generato.

La Sardegna ogni anno, per quanto concerne l’agroalimentare, importa in valore circa 200 milioni di euro ed esporta circa 330 milioni di euro. All’interno di questi dati il settore primario rappresenta una voce importante nelle importazioni con circa 150milioni di euro, meno nelle esportazioni con circa 15 milioni.

«Numeri da leggere con attenzione che con una buona politica che guarda agli interessi dei sardi potrebbero lievitare portando benessere a tutta l’isola – evidenzia Battista Cualbu – in un comparto, quello agroalimentare, che tutti indichiamo come fondamentale che necessita di interventi strutturali a cominciare dall’abbattimento della barriera naturale del mare».

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