• 13 Luglio 2025
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Le “Domus de janas” sono ora patrimonio dell’umanità

Necropoli di Sos Furrighesos Anela
Ieri a Parigi il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha riconosciuto 17 siti.

CAGLIARI | 13 luglio 2025. Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, riunito ieri a Parigi nella sua 47° sessione, ha riconosciuto le “Domus de janas” patrimonio dell’umanità, iscrivendo 17 siti. Questo risultato è la conclusione di un percorso iniziato nel 2018 che – su iniziativa del Centro Studi “Identità e Memoria” (Cesim) – ha coinvolto la Regione Sardegna, l’ufficio Unesco del Ministero della Cultura e numerosi comuni sardi, con Alghero capofila.

Le Domus de janas – in italiano “Case delle fate” –, sono tombe preistoriche ricavate nella roccia. Si tratta di manufatti che risalgono al Neolitico e all’Età del Rame e testimoniano una delle epoche più interessanti della antica civiltà sarda. Se ne contano circa 3500, distribuite in tutta l’isola con particolare concentrazione nel centro-nord. Una parte, esattamente 210, sono decorate con simboli di credenze e pratiche rituali e rappresentano una testimonianza unica della civiltà prenuragica sarda.

Il riconoscimento dell’Unesco riguarda in particolare i monumenti ricompresi nel sito seriale “Arte e architettura della Sardegna preistorica. Le Domus de janas”, curato dal Cesim con un gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Giuseppa Tanda. I siti archeologici e naturalistici inseriti nel progetto sono:

  1. Necropoli di Anghelu Ruju (Comune di Alghero)
  2. Necropoli di Puttu Codinu (Comune di Villanova Monteleone)
  3. Necropoli di Monte Siseri / S’Incantu (Comune di Putifigari)
  4. Necropoli di Mesu e Montes (Comune di Ossi)
  5. Necropoli di Su Crucifissu Mannu (Comune di Porto Torres)
  6. Domus de janas dell’Orto del Beneficio Parrocchiale (Comune di Sennori)
  7. Domus de janas della Roccia dell’Elefante (Comune di Castelsardo)
  8. Parco dei Petroglifi (Comune di Cheremule)
  9. Necropoli di Sant’Andrea Priu (Comune di Bonorva)
  10. Necropoli di Sa Pala Larga (Comune di Bonorva)
  11. Necropoli di Sos Furrighesos (Comune di Anela)
  12. Necropoli di Ispiluncas (Comune di Sedilo)
  13. Necropoli di Mandras / Mrandas (Comune di Ardauli)
  14. Necropoli di Brodu (Comune di Oniferi)
  15. Necropoli di Istevene (Comune di Mamoiada)
  16. Parco Archeologico di Pranu Mutteddu (Comune di Goni)
  17. Necropoli di Montessu (Comune di Villaperuccio)

«L’ingresso delle Domus de janas nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO rappresenta un riconoscimento di straordinaria importanza per la Sardegna e per l’intera Italia», ha commentato la presidente della Regione Alessandra Todde –. È un traguardo storico che rafforza il senso di appartenenza delle nostre comunità e apre nuove opportunità di crescita: dallo sviluppo di un turismo culturale sostenibile alla creazione di occupazione, fino alla valorizzazione dei territori più interni e delle giovani energie locali. Con la loro diffusione capillare e la ricchezza simbolica di molti siti decorati – prosegue la presidente Todde – le Domus de janas testimoniano un’identità culturale profonda, oggi finalmente riconosciuta a livello internazionale».

«Siamo molto soddisfatti – ha aggiunto l’assessora regionale dei Beni Culturali, Ilaria Portas – perché l’inserimento delle Domus de janas nelle liste del Patrimonio Mondiale Unesco è il tassello conclusivo di un percorso che ha finalmente dato alla storia antica della Sardegna l’importanza che merita».

«Finalmente la Sardegna occupa il posto che merita nello scenario culturale internazionale», ha sottolineato il deputato Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera. «Questo risultato – ha proseguito – testimonia la capacità dell’Italia di custodire, promuovere e internazionalizzare le proprie radici storiche più profonde, e valorizza il lavoro serio, silenzioso e costante del ministero della Cultura e, in particolare, del titolare Alessandro Giuli, protagonista di una diplomazia culturale che ha saputo dare voce al nostro patrimonio in ambito internazionale. L’ingresso delle Domus nella lista Unesco conferma la centralità della cultura come strumento di coesione, crescita e prestigio internazionale, pienamente in linea con la visione del Governo Meloni, che ha scelto di investire nella cultura come leva strategica per lo sviluppo e per il futuro del Paese».

«Il riconoscimento Unesco rappresenta il risultato di un’azione sinergica che arriva da lontano. Protagonista il Ministero della Cultura che, grazie anche a un silenzioso e operoso lavoro di diplomazia culturale del ministro Giuli, ha consentito questo straordinario risultato, non solo per la Sardegna, ma per l’Italia intera». Queste infine le parole di Paolo Truzzu che, a nome di tutto il gruppo consiliare regionale di Fratelli d’Italia, ha commentato la notizia giunta da Parigi.

Con l’iscrizione del sito “Tradizioni funerarie nella Sardegna preistorica: le Domus de janas” salgono a 61 i patrimoni dell’umanità certificati Unesco in Italia. Risultato che conferma il primato mondiale del nostro Paese.

In copertina: la Necropoli di Sos Furrighesos (Anela) wikipedia

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