• 12 Maggio 2025
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Monti celebra la sua identità tra passato e presente

Evento Erentzia Monti
L’associazione Erèntzia ha riunito lo scorso 10 maggio cittadini e studiosi per un evento dedicato alla riscoperta della storia, lingua e cultura del paese.

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MONTI | 12 maggio 2025. Si è svolta a Monti sabato 10 maggio una importante manifestazione culturale organizzata dall’associazione Erèntzia. Grazie alle sue fondatrici, la presidentessa Colomba Isoni, Francesca Meloni e Pierina Chessa, già da diversi anni il sodalizio anima la vita culturale del paese. L’evento, sostenuto dal Comune di Monti e dalla Fondazione Sardegna, ha avuto come ambiti di interesse la musica, la storia, le poesie e il canto. Tutto parlava di Monti, delle sue origini, della sua lingua e delle sue tradizioni.

L’appuntamento, andato in scena nella casa del Miele, ha avuto inizio con l’esibizione del brano “Su Calighe ‘e Monte” eseguito dal Coro della Confraternita S. Gavino Martire e scritto dalla poetessa prof.ssa Gavina Correddu. A conclusione del canto il moderatore della serata il brillante prof. Gianni Mutzu, dirigente in pensione che per diversi anni ha guidato l’Istituto Comprensivo di Monti-Telti, ha avviato la serata presentando la poetessa originaria di Ozieri ma montina di adozione. Insegnante di lettere nel paese dal 1975 ha recentemente pubblicato la raccolta di poesie “Musica de s’anima” (edizioni “Don Francesco Brundu” – Ozieri) da cui sono stati selezionati tre componimenti che richiamano gli affetti e la sua vita da docente. A declamare le poesie la prof.ssa Maria Vittoria Piredda che con profondo trasporto ha arricchito di significato i versi: la prima “Brezza del mattino” dedicata a Manuel Arba, alunno scomparso prematuramente, la seconda “La ragnatela dell’amore” dedicata alla collega Bice Mattioli in occasione del suo pensionamento e per finire “Calzulaiu ezzu” in ricordo del ciabattino Tommaso Mutzu, uno degli ultimi artigiani del paese. Il coro ha poi eseguito un secondo brano, “Pro Monte”, che scritto dalla Correddu e armonizzato anch’esso dal M° Deriu, è diventato insieme a “Su calighe ‘e Monte” il simbolo canoro del paese.

Monti associazione Erentzia

È stata poi la volta della professoressa Piera Anna Mutzu, docente di lettere presso la Scuola secondaria di primo grado “A. Diaz” di Olbia, che ha presentato una sintesi della sua tesi di laurea sul territorio di Monti dall’età preistorica all’età moderna. Sono state proiettate le immagini dei siti archeologici ancora visibili: il menhir e la tomba del tipo allée couverte in località Taerra e il nuraghe Logu in località Concanu Calvu. La professoressa ha evidenziato per ciascuna epoca presa in esame gli avvenimenti più importanti citando gli studiosi che nel tempo hanno arricchito con i loro studi e i loro ritrovamenti la storia del territorio, ad iniziare dal prof. Piero Meloni, prof. Silvio Mattioli e prof. Giuseppe Meloni, quest’ultimo relatore anche della tesi di Laurea della Mutzu e presente alla serata.

Conclusa la prima parte della relazione, il moderatore ha poi dialogato con lei ricordando alcuni passaggi del libro pubblicato nel 2020 “Tando sì chi… Frammenti di vita quotidiana tra Gallura e Logudoro”, edito dall’associazione “Don Francesco Brundu” di Ozieri. L’autrice ha sottolineato come l’idea principale che ha accompagnato la stesura sia stata quella di esaltare l’identità di luogo di confine che Monti ha sempre rappresentato e incarnato sin dal Medioevo, quale territorio che gravitava ora verso le aree più interne del Logudoro ora verso le zone costiere. Le pagine raccontano scene di vita vissuta a cavallo tra l’800 e il ‘900 in un piccolo triangolo della Bassa Gallura: Taerra, Sa Raina e Sa Cialda. Scene di vita quotidiana dunque in territori geograficamente vicini che condividevano tradizioni, usi e costumi ma che erano eredi di tradizioni linguistiche diverse: logudorese a Taerra e gallurese a Sa Raina e Sa Cialda.

A completare il quadro della storia del paese un altro importante intervento è stato quello della dott.ssa Francesca Meloni, laureata in Beni Culturali con una tesi sul calice di Monti. Rinvenuto nel 2011, si tratta della coppa eucaristica in argento che ad oggi risulta essere la più antica della Sardegna. Risale al Medioevo, al tempo dei Giudicati e nel contorno del piede è incisa un’epigrafe in scrittura carolina dove compare il nome Gitimel, tipico del periodo di riferimento. Straordinario tesoro dunque custodito presso la chiesa parrocchiale di San Gavino Martire.

Ad impreziosire versi e ricordi le note del chitarrista olbiese Mauro Mibelli che ha arrangiato le musiche per l’occasione. Il pubblico è rimasto affascinato dai suoi virtuosismi musicali e ha seguito con interesse e attenzione l’intera serata che si è conclusa con il consueto momento di convivialità: dolci tipici, buon vino offerto dalla Cantina del Vermentino di Monti  e pane artigianale confezionato anch’esso per l’occasione, perché anche davanti a buon cibo e un calice di vino si rinforzano quei legami che rendono le comunità fucina di idee e di buoni propositi.

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