• 27 Luglio 2024
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Ozieri. Asilo nido, i genitori chiedono la riattivazione del tempo prolungato e l’apertura il sabato

Asilo la cicogna
Carmen Farina (Riformatori): «Il Sindaco convochi quanto prima i genitori per raccontare loro la realtà della situazione».

OZIERI. Genitori sul piede di guerra a Ozieri per la mancata riattivazione del tempo prolungato e dell’apertura il sabato dell’asilo nido comunaleLa Cicogna”, interrotti lo scorso giugno. Le famiglie si sentono prese in giro, e della loro protesta si fa portavoce il gruppo dei Riformatori, che in una nota si rivolge al sindaco Marco Peralta.

«Il tempo prolungato e l’apertura del sabato sono un servizio essenziale per il supporto alle famiglie, perché permette di conciliare famiglia e lavoro senza dover fare i salti mortali, trovare baby sitter o chiedere la disponibilità dei nonni. Chiediamo al sindaco che quanto prima convochi i genitori per raccontare loro la realtà della situazione». Carmen Farina, coordinatrice cittadina dei Riformatori, sottolinea che il nido d’infanzia è un servizio che rientra tra le competenze fondamentali dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali e ha il compito di garantire la formazione e la socializzazione delle bambine e dei bambini di età compresa tra i tre mesi e i tre anni e di sostenere le famiglie e i genitori nel loro ruolo educativo. La domanda sorge spontanea: perché gli Comuni limitrofi, con addirittura un numero di abitanti inferiore rispetto a Ozieri, riescono ad assicurare tale servizio in pienezza e con orari molto flessibili?

Maria Foddai

Il servizio dell’asilo nido comunale La Cicogna, unico presente a Ozieri, attualmente è garantito dal lunedì al venerdì dalle 7,45 alle 14. La possibilità che il servizio venga esteso al sabato e che venga prolungata la fascia oraria infrasettimanale fino alle 16 è stata ipotizzata nel bando dell’11 agosto scorso, pubblicato sul sito del Comune, in cui tra l’altro si specificava che “a partire dal 01.10.2023 i servizi integrativi verranno garantiti qualora il Comune di Ozieri risulti beneficiario, per l’annualità 2023, di ulteriori finanziamenti relativo alla misura regionale “Nidi Gratis” di cui alla Legge regionale 6 dicembre 2019, n. 20, art. 4, comma 8 lettera a) in seguito alla ricognizione delle economie dell’anno precedente. Verrà data tempestiva comunicazione dell’eventuale attivazione alle famiglie nel mese settembre 2023.

Un problema di fondi, quindi, che in realtà non è nuovo perché si era verificato, più o meno per gli stessi motivi, anche due anni fa. Ma che quindi, anche e proprio per questo, non avrebbe dovuto cogliere impreparati i Servizi Sociali del Comune.

Scuole via Kennedy Ozieri
Il caseggiato scolastico di via Kennedy

«Già alla data di pubblicazione del bando – dicono infatti i Riformatori – era ben noto all’Amministrazione comunale che le risorse messe a disposizione per garantire il servizio nido a tempo pieno erano insufficienti e si faceva appello a fondi regionali aventi differenti finalità. Il 10 ottobre scorso, in occasione della riunione con i genitori per la presentazione del progetto pedagogico e della programmazione educativa, viene trattata la questione nido dall’assessore Molinu, unica rappresentante politica presente all’incontro, in cui sostanzialmente si ribadisce la mancanza di fondi per attivare il servizio integrativo, adducendo come cause il caro prezzi, l’inflazione, l’utilizzo di parte dei fondi disponibili per adeguare i locali del caseggiato del Cantaro di via Kennedy, in cui temporaneamente è trasferito il nido, e viene riportata una stima di circa 16mila euro mensili necessari per l’avvio del servizio e l’inoltro in Regione, al Servizio Politiche per la famiglia e l’inclusione sociale, previe intese con la dirigente della Ras Carmela Corrias, della richiesta delle risorse economiche necessarie da trarre da un residuo di fondi, non meglio precisati, a disposizione dei Comuni. La riunione termina con la promessa di futuri aggiornamenti in merito alla questione. Ma oggi si rileva che non è attivo il servizio integrativo del nido, nel silenzio generale dell’amministrazione comunale che nonostante sia stata più volte sollecitata in merito, ha preferito ignorare le richieste e non rispondere sul punto».

Le famiglie, anche per voce dei Riformatori, chiedono una soluzione in tempi brevi, «che restituisca alla comunità un servizio essenziale, tra l’altro già attivato negli anni precedenti, che rappresenta uno strumento imprescindibile di equilibro tra famiglia e lavoro, supporti i genitori nella gestione quotidiana, i quali sono già soggetti al pagamento della retta mensile, che si aggira, a seconda del proprio indicatore Isee, da un minimo di 352 euro a un massimo di 566,67, per un servizio monco che viene colmato mediante risorse extra, creando un inevitabile aggravio di spese e un generale disservizio».

A.C.

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