• 6 Dicembre 2024
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Ozieri, gli studenti protagonisti delle celebrazioni del 4 Novembre

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OZIERI | 6 novembre 2024. Con una nutrita presenza di autorità civili e religiose, studenti, Forze dell’Ordine, componenti dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, lunedì 4 novembre si è celebrata anche ad Ozieri la ”Festa dell’unità d’Italia e delle Forze Armate”.

L’importante appuntamento ha avuto inizio nella chiesa Cattedrale con la Santa Messa in suffragio dei Caduti di tutte le guerre officiata dal vescovo di Ozieri, mons. Corrado Melis, insieme a mons. Giovanni Dettori (vescovo emerito di Ales-Terralba) e il parroco don Antonello Satta.

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Al termine della funzione religiosa, i partecipanti si sono recati in piazza Carlo Alberto. Qui, accompagnata dalle note solenni dell’Inno di Mameli, si è svolta la cerimonia di deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti. Osservato un breve momento di silenzio, il corteo si è rimesso in cammino alla volta del Palazzo Municipale, dove sono state posate le corone d’alloro in memoria dei Caduti di Nassirya e sulla lapide che ricorda i nomi degli ozieresi caduti in tutte le guerre. Il vescovo Melis ha poi recitato una preghiera per i defunti e benedetto le lapidi marmoree. Il corteo ha quindi raggiunto l’Aula consiliare.

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A far gli onori di casa, la presidente del Consiglio comunale Loreta Meledina, che ha ringraziato tutti i convenuti, in modo particolare i ragazzi delle scuole e i loro insegnanti. Nel suo intervento ha sottolineato il valore e il significato che questa giornata rappresenta. «Quando penso alla guerra mi vengono in mente i versi della poesia “Veglia”, dove Ungaretti descrive una notte passata accanto al corpo di un compagno ucciso in battaglia e sottolinea il contrasto tra la morte e l’attaccamento alla vita che emerge proprio in una situazione così drammatica. Un senso di impotenza che anche noi viviamo quando sentiamo parlare, purtroppo, ancora oggi di un mondo dilaniato da vari conflitti».

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«Ma, come in Ungaretti – ha concluso la Presidente rivolgendosi soprattutto agli studenti –, lo scrivere lettere d’amore diventa l’unico modo per vincere la morte e ricostruire la vita, così dobbiamo guardare al passato e rivolgerci responsabilmente al futuro affinché il sacrificio di tanti non sia stato vano».

Il sindaco di Ozieri Marco Peralta ha evidenziato come parlare di vittoria in una guerra, contrassegnata da morte, distruzione, violenza e tragedia, sia molto difficile, soprattutto davanti all’elenco di nomi dei tanti, troppi, caduti, tutti giovanissimi. «Una situazione – ha evidenziato il primo cittadino – che ci deve far riflettere in ogni momento sull’orrore che rappresenta qualsiasi guerra e sull’errore che è connaturato nella violenza. Ed è giusto ribadirlo oggi, quando troppe cose sembrano destino solo perché c’è poca determinazione nel voler scegliere un futuro diverso».

Il consigliere Antonio Delogu invitando tutti i presenti, ciascuno per le proprie funzioni, a sentirsi parte attiva della comunità cittadina, ha ricordato come «l’immagine di sé che i soldati della Brigata Sassari seppero costruire in trincea e che nutrita dal legittimo orgoglio per le azioni compiute, aveva creato intorno a loro un’aura di leggenda, aveva legato attorno alla Brigata un intera comunità quella del Popolo Sardo, che finalmente, in quel momento
si scopriva concretamente comunità».

La consigliera Anastasia Ladu rivolgendosi agli studenti ha chiesto loro «un impegno forte affinché possiate porre le basi per un futuro equo, giusto e solidale, per una società dove l’esercizio dei diritti sia giusto e bilanciato in termini di distribuzione della ricchezza, delle pari opportunità e dei privilegi e in cui ogni individuo veda i suoi diritti riconosciuti e protetti».

Il dirigente dell’Anpi Antonio Polo ha ricordato infine le figure di alcuni militari ozieresi che al termine del secondo conflitto mondiale, fra i valori di libertà e democrazia e la piaga del totalitarismo, scelsero con convinzione di rinnegare il nazifascismo e rifiutando di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, vennero deportati e internati nei lager nazisti.

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In conclusione, gli studenti di alcune classi del Liceo Scientifico, del Liceo delle Scienze Umane, dell’Istituto Tecnico sono intervenuti con profonde riflessioni sull’atrocità della guerra e sull’importanza della pace e della libertà. I ragazzi hanno presentato alcuni elaborati (cartelloni, opuscoli, poster e un breve sussidio audiovisivi) soffermandosi su figure simboliche del primo conflitto mondiale come il generale Guido Dohuet, che ebbe l’idea di onorare la salma sconosciuta di un caduto nel conflitto, e Maria Bergamas, una madre che non aveva una tomba su cui piangere e scelse fra dieci bare quella che poi, dopo un viaggio da Aquileia a Roma, fu tumulata nell’Altare della Patria. Gli elaborati sono stati esposti nell’androne della casa municipale, dove rimarranno per alcuni giorni.

Una manifestazione, quella di quest’anno, molto partecipata e ricca di spunti di riflessione. Un momento di vita comunitario che ha dimostrato tangibilmente, che celebrare il 4 novembre non è dar luogo a stantie e routinarie manifestazioni, ma significa fare memoria della nostra Storia e nella speranza che gli errori del passato siano d’esempio per le generazioni future.

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