• 13 Maggio 2024
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Ozieri renda omaggio al Presidente Nanni Terrosu, dedicandogli una via o piazza

Nanni Terrosu

È stata una delle figure più importanti e influenti della storia moderna di Ozieri. Amato e odiato, rispettato e inviso è stato oltretutto un uomo che ha ispirato sentimenti forti direttamente proporzionali alla vivacità e all’azione decisa che riusciva a trasmettere e tradurre in quel che faceva. Stiamo parlando di Nanni Terrosu, fine politico dal temperamento sanguigno, allevatore intraprendente, ma soprattutto storico presidente dell’ospedale “Segni” e uomo chiave nella liberazione della famiglia Schild dalle mani dell’anonima sequestri. Venuto a mancare nel 2009, a 11 anni di distanza l’idea di intitolare una via o una piazza cittadina con il suo nome si fa sempre più pressante e inderogabile. In questi anni infatti semplici cittadini, ma anche diverse forze politiche ci hanno provato più volte, ma per una ragione o per l’altra non si è andato oltre.

«Ho sempre pensato che non aver dedicato una via o una piazza, come chiediamo da tempo come Progetto Ozieri, allo scadere del decimo anno dalla sua scomparsa, sia una mancanza importante per la nostra città, non solo a livello toponomastico, ma soprattutto storico e culturale». Ne è convinta la consigliera Biancamaria Balata che nell’ultimo Consiglio comunale ha sollecitato la Giunta ad una accelerazione dell’iter burocratico di intitolazione.

«Sono sempre stata in contatto con la famiglia – continua –, che mi ha fornito tutti i dati del “Presidente” da allegare alla richiesta per la dedicazione, con l’auspicio che si trovasse un luogo vicino all’ospedale, come la piazza dei nuovi parcheggi di San Michele e il breve tratto di strada per arrivarci».

«Tutti i passaggi sono stati fatti – sottolinea Balata –, il passaggio in commissione è avvenuto, aspettiamo solo la delibera di Giunta che effettivamente tarda ad arrivare. Per fare luce sul ritardo, sperando che di lenta burocrazia si sia trattato, al prossimo Consiglio presenteremo una mozione che impegnerà tutti i Consiglieri ad esprimersi sul sì o sul no alla dedicazione».

Ospedale di Ozieri 1
I parcheggi di San Michele presso l'ospedale Segni.

NANNI TERROSU è nato nella città di Ozieri nel 1921 dove ha trascorso tutta la sua vita sino alla morte avvenuta nel 2009, all’età di 88 anni. Nato da Pietro Terrosu e Lilla Mesina è il terzo di tre figli. Studia con buoni risultati sino alla seconda Ginnasio ma, a causa della malattia del padre, decide di abbandonare gli studi per dedicarsi all’azienda zootecnica di famiglia. Si impegna anche nello sport calcando i campi di calcio nelle file dell’Ozierese. Nei primi anni di gioventù si dedica con abnegazione alla famiglia e al lavoro, facendo crescere l’azienda zootecnica grazie all’allevamento di bovini da latte di razza “Bruna Alpina”. Una scelta questa che ha contribuito a far diventare Ozieri un importante punto di riferimento per la zootecnia di tutto il Nord-Sardegna. Inizia ad interessarsi anche alle attività delle associazioni di categoria, aderendo alla Coldiretti, sino a diventare presidente dell’Associazione Provinciale Allevatori. I suoi ideali, che affondano le radici nel pensiero cattolico e democratico, lo portano ad aderire al partito della Democrazia Cristiana, diventando un esponente locale della corrente dei “Giovani Turchi” guidata da Francesco Cossiga – futuro presidente della Repubblica –, al quale rimarrà a lungo politicamente e personalmente legato. L’impegno politico sfocia nella sua prima elezione nel Consiglio Comunale, dove occuperà un seggio ininterrottamente per 42 anni. Non volle mai diventare Sindaco o ricoprire ruoli di Giunta, preferì impegnarsi nell’amministrazione degli enti strumentali del Comune, allora direttamente gestiti dalla politica. Diviene prima Presidente del Consorzio di Bonifica e poi del Consiglio d’amministrazione dell’ospedale di Ozieri. È proprio con quest’ultima esperienza che la sua figura si eleva al ruolo di leader politico della città e del territorio e che lo fa conoscere come eccellente amministratore, sino quasi a rendere inscindibile il legame tra la sua persona e l’ospedale Segni. “Il Presidente”, così veniva chiamato da tutti, porta il piccolo ospedale ozierese a diventare una Azienda Sanitaria Locale con più di mille dipendenti, costruendo nuove strutture, riorganizzando l’esistente in maniera più moderna, scegliendo giovani e ambiziosi professionisti in grado di portare innovazione, ma soprattutto aprendo nuovi reparti per dare altrettanti servizi. Basti pensare che la prima TAC della Sardegna venne acquistata proprio ad Ozieri, attraverso forme di finanziamento moderne come il leasing. La struttura sanitaria così concepita dal Presidente riesce anche a sviluppare un indotto economico di notevole peso, sino ad essere identificata come la Fiat di Ozieri.

L’Ospedale “A. Segni” si sviluppa ulteriormente diventando un punto di riferimento sanitario del Nord Sardegna, erogando servizi di eccellenza con estrema funzionalità. Tanto da arrivare ad occupare il settimo posto per efficienza in una speciale graduatoria nazionale riservata alle Asl.

Nanni Terrosu ha scritto anche tre libri nei quali racconta, in forma romanzata, alcune sue esperienze che lo hanno visto protagonista sia in falliti tentativi di sequestro che nella liberazione della famiglia Schild, con la quale rimase in costante contatto fino agli ultimi giorni della sua vita.

La figura di Nanni è dunque legata indissolubilmente a Rolf, Daphne e la piccola Annabelle che nel 1979 furono vittime di un ignobile sequestro a Porto Raphael (Palau). Un rapimento drammatico risolto nel miglior dei modi grazie all’abilità nelle trattative di Nanni Terrosu. Il padre Rolf, uomo d’affari di origine tedesca, venne rilasciato dopo pochi giorni dai rapitori per racimolare i soldi richiesti, circa 20 miliardi di lire, che poi diventarono 550 milioni. Erano giorni concitati, con gli inquirenti che non riuscivano a trovare il bandolo della matassa, un indizio per sgominare la banda e liberare Annabelle e la madre Daphne. Ecco che allora intervenne Nanni Terrosu, grazie alla sua preziosa intermediazione e alle sue numerose conoscenze nel mondo agropastorale riuscì, anche rischiando la propria vita, dopo estenuanti trattative a far liberare la madre e la piccola che rimasero in mano dell’anonima rispettivamente 206 e 212 giorni.

Nel suo libro “La strada del destino”, Nanni Terrosu scrive: «Non ho mai dimenticato una corbeille di fiori ed il bigliettino con su scritto “non ti dimenticheremo mai” che ogni 21 marzo, dopo il 1980, mi perveniva dalla famiglia Schild».

Certo, gli ozieresi rammentano quest’uomo solo o quasi per il suo forte legame con l’ospedale, ma forse questa storia, e l’immensa gioia regalata alla famiglia Schild, basterebbe per far sì che la sua città gli riconoscesse l’onore e l’indubbio merito di intitolargli una via o una piazza.

Antonello Sabattino

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