Pattada celebra la “resolza” e le tradizioni artigiane locali con i murales di Antonietta Zizi

Il progetto d’arte è finanziato interamente da fondi regionali con il sostegno dell’Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna.
PATTADA | 10 maggio 2025. Sa lèpa (nf) patadesa si identifica come una delle eccellenze del coltello a serramanico sardo e il rappresentativo simbolo di balentia e di utilizzo nelle attività della quotidianità lavorative, legate tradizionalmente al mondo agrario e pastorale, quasi un prolungamento della mano.
La storia dei coltelli sardi, detti anche resolza/resorza e considerati nella doppia funzione di arma e utensile, certo affonda le radici nell’epoca nuragica delle prime lame di ossidiana e selce. La produzione della coltelleria si evolve e sviluppa con differenziazioni di caratteristiche tipologiche nell’Ottocento; oltre a Pattada si affermano le produzioni caratteristiche che confermano solamente la nascita e irripetibilità de sa resolza patadesa.
Anche nello sviluppo attuale, e concezione imprenditoriale di lavorazioni, la produzione di coltelleria sarda custodisce la manualità ed il fare artigianale che ne esalta, da sempre, bellezza e valore: un manufatto ricercato per l’elevata valenza artistica, qualità materiali, estetica e caratterizzante grado di finitura.
La resolza di Pattada si riconosce per la tipicità della lama a forma di “foglia di mirto”; la patadesa, nella consolidata, apprezzata e riconosciuta forma di contemporaneità, è stata realizzata dopo il 1850 ad opera dei fratelli Mimmia e Giuanne Bellu e successivamente perfezionata da Zintu Canale mannu e da suo nipote Zintu minore(1887-1976). Donare una lepa è oggi in Sardegna un sincero attestato di grande stima ed espressione massima di ospitalità, amicizia ed inclusione comunitaria.
I murales
E di un grande inestimabile dono d’arte, realizzati dall’artista Antonietta Zizi per esaltare la distintiva resolza patadesa, trattano gli enormi pannelli in ceramica colorata, che valorizzano ancor di più il centro urbano di Pattada e ne rappresentano il manufatto d’eccellenza.
Abbiamo visitato il nuovo artistico “arredo” di Pattada, comune che occupa territorialmente un perimetro quadrangolare nella regione storica del Monte Acuto, con una guida d’eccezione: il vulcanico presidente della Pro Loco Giuseppe Me. L’occasione è il completamento dei primi 16 murales di particolare fattura ed originalità creativa, il progetto complessivo ne prevede la realizzazione di ben 53, e caratterizzati da una forte capacità concettuale e certo di assoluta attrattiva nel segno della promozione locale.

I murales – frutto della progettualità realizzativa della Zizi, dell’attivismo incentivante e impegno burocratico di Me e il collaborativo contributo poetico-letterario bilingue di Gianni Delogu, scandito in versi esemplificativi sulle immagini identitarie, lavorative e di tradizione artigiana – sono realizzati in gres porcellanato; lavorazione con due trattamenti termici in più, della normale ricottura delle ceramiche, e di eccezionale resistenza nel tempo. Un progetto grandioso che identificherà Pattada per l’unicità della particolarissima rappresentazione d’arte e incentiverà un circuito di ulteriore conoscenza turistica e di sostegno per tutte le attività economiche locali.
Alla prima serie di opere, dislocate su diverse aree, collegate idealmente e concretamente ai laboratori di coltelleria, dell’artigianale produzione delle apprezzate rinomate perittas del caseificio “Sa Peritta de Corona” e del pregiato torrone di Giovanni Secchi, seguirà la realizzazione di ulteriori 37 lavori artistici da collocare principalmente sul percorso della centrale viabilità cittadina.
L’arte di Antonietta Zizi – a diversi lavori hanno contribuito il figlio Pasquale Corda e Marco Zucca della Ceramic Art di Macomer – ha trovato sintesi operativa e sintonia con diverse e molteplici impegni messi in campo dalla Pro Loco; l’associazione di promozione è impegnata e inserita operosamente su diversi livelli di attenzione culturali che riguardano ambiti museali: la storia della bici e per l’esposizione e conservazione di collezioni pittoriche.

Le attività e strutture di lavoro che sono state ulteriormente valorizzate dai raffinati “biglietti di presentazione”, in gres porcellanato di Antonietta Zizi, riguardano: il liutaio Piero Virdis che, sostenuto dalla talentuosa moglie Rosanna Piga, crea con brillante maestria violini, viole e violoncelli secondo l’elaborato e rinomato lavorio della scuola italiana, acquisita dal M° Liutaio cremonese Francesco Bissolotti. Ricercati i suoi modelli sonori d’ispirazione classica, come A. Stradivari, Guarneri del Gesù e D. Montagnana. Eleganti rifiniture ne caratterizzano lo stile e lo propongono come eccellenza sarda, apprezzata nel continente italiano e all’estero.
Salvatore Giagu e Maria Rosaria Deroma, artigiani del laboratorio Giagu e fondatori del progetto museale internazionale privato “Culter” (Palazzina Giagu-Deroma, via Vittorio Emanuele, 64 e adiacente alle botteghe), ripercorre la complessiva offerta culturale dell’origine, evoluzione, storia e tipologie del coltello “fatto a mano” nei cinque continenti, contribuendo a valorizzare la tipicità del coltello sardo nell’internazionalità. Produzione di bottega totalmente artigianale, richiestissimo come manufatto e da tempo i Giagu registrano ordini crescenti da onorare con “una lista d’attesa” di anni. Collaborano all’attività i figli e la figlia Aurelia si distingue per gioielli artigianali dal design che coniuga innovativo, sapientemente e con ricercatezza di fine manualità, nel rispettoso segno di pietre e materiali legati profondamente alla tradizione sarda.
Altri storici artigiani, di gran lustro e tradizione, sono Salvatore Fogarizzu, noto “Boetedhu” con i figli Gianmario e Tore; il mastru Careddu e l’artista-artigiano Massimo Manca, dal tratto evidente di contemporaneità, che ha lavorato per gli Emirati Arabi e realizzato sa resolza con il manico “Cavallino Ferrari” tempestato di diamanti.
I murales di Antonietta Zizi rappresentano una riscrittura estetica del paesaggio urbano, ma anche significativo strumento di valorizzazione dei luoghi e della comunità operosa di Pattada.
Un plauso alla Pro Loco e al suo presidente Giuseppe Me che, con attenzione e sensibilità, mira a comunicare la bellezza di valori del patrimonio identitario, tradizioni unificanti di lavoro, prospettive di sviluppo economico e d’immagine per tutto il territorio comunale e del Monte Acuto. Il progetto d’arte che si sta realizzando a Pattada è finanziato interamente da fondi regionali e ha il sostegno dell’Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna.
Antonietta Zizi ha frequentato il Liceo Artistico con sezione accademica a Viterbo, la scuola di Decorazione in Ceramica Deruta e la scuola Artistica ScuolArtis di Roma. Esperienze espositive e premi internazionali caratterizzano il suo percorso d’arte che ha avuto legittimazione da importanti artisti e critici, con frequenti citazioni giornalistiche in radio e televisione. Riconosciuta per la ricercata ingegnosità e creatività; di grande abilità come restauratrice d’arte sacra. Ha realizzato maxi murales in ceramica per istituti scolastici, centri sociali e in diversi comuni della Sardegna. È presidente dell’associazione di muralismo. Insegnante di pittura e ceramica, ha tenuto corsi di formazione in diversi e numerosi centri dell’Isola.
Cristoforo Puddu
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