• 28 Aprile 2024
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Piero Marras incanta Ozieri con un magico concerto al chiaro di Luna

Piero Marras a Ozieri 2
L’artista non ha solo cantato e suonato come suo solito ma ha anche parlato e spiegato, toccando temi di attualità e presentato alla platea numerosi spunti di riflessione.

OZIERI. Metti una bella sera d’estate, aggiungi anche la luna splendente in un cielo luminoso non inquinato dalle luci della città, tutto inserito nella cornice esclusiva del ristorante “Luna Nuova” e già così sarebbe stato perfetto ma quando la Fender Telecaster di Gianluca Gadau ha iniziato a ritmare due accordi e il microfono ha amplificato la voce di Piero Marras che cantava “Da questa nuvola, si vedono volare gli elicotteri che stan giocando a far la guerra in mezzo ai fenicotteri…” la serata è diventata magica.

Il concerto, un po’ atipico per il luogo in cui si è svolto, con tavoli a bordo piscina e un panorama mozzafiato che si estende sulle colline ozieresi è stato organizzato grazie all’impegno dell’Associazione Culturale Arte in Musica diretta dal maestro Ugo Spanu, sostenuto dai buoni uffici di Antonello Lai e dal programma Salude & Trigu della Camera di Commercio di Sassari e ha tenuto ieri sera incollate alle sedie per un’ora e mezza, circa 200 persone che hanno seguito passo passo l’artista che ha cantato e suonato come suo solito ma ha anche parlato e spiegato, toccando temi di attualità e presentato alla platea numerosi spunti di riflessione.

Piero Marras a Ozieri

L’alternanza tra l’italiano e il sardo, tra canzoni che hanno fatto storia all’inizio della carriera seguite da altre con un cantautorato che ha poi virato in maniera decisa verso la lingua sarda e che ha attribuito a Piero Marras una patente di Sardo tra i sardi che tutta l’isola gli riconosce ha cullato in alcuni momenti e scosso in altri senza essere mai banale o scontato.

«Caro Caronte, scritta quarantatre anni fa, è più che mai attuale» ha detto Marras ricordando con ironia che la continuità territoriale fino ad ora è solo una parola e nulla più. Notte Lituana è diventata Notte Ucraina mentre per provare ad allontanare gli spettri delle assurde violenze sulle donne rilanciate dalle cronache di questi giorni e disegnare i rapporti che un tempo muovevano i ragazzi e le ragazze basati magari non sull’amore puro ma certamente fermi su un piano che in qualche modo restava ancorato al rispetto ha intonato Una serata in rima, una canzone simbolo il cui ritornello dopo quarantacinque anni viene ancora cantato a squarciagola.

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Emozione profonda per le note struggenti di Bae Luna, accompagnate dal lamento della fisarmonica di Manuel Cabitza e per Ses Tue, ritmo per Stazzi Uniti e per Cantade e Ballade Bois ed infine l’immancabile Mere Manna che ognuno ha cantato insieme a Piero. Il bis con Ardia solo voce e pianoforte ed infine Durusia con tutti i musicisti. La voce sempre limpida e inconfondibile, una band di assoluto valore e un repertorio enorme – «ho scritto 140 canzoni» ha detto – fanno di Piero Salis, in arte Piero Marras, con parentela ad Ozieri tra cui l’indimenticato Michele Salis, stimatissimo medico condotto per decenni, un Gigi Riva della canzone, uno che magari cavalcando l’onda dei cantautori alla fine degli anni ’70 avrebbe potuto ritagliarsi uno spazio importante nel panorama musicale nazionale ed invece ha scelto la sua terra e il suo popolo. Gli ha dato voce, l’ha fatto cantare, gli ha dato dignità senza mai giudicarlo e per questo il suo popolo gli tributa ovazione ogni volta che Piero si concede con la sua musica e il suo canto come ha fatto ieri ad Ozieri.

Francesco Squintu

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