All’Aou di Sassari presto in funzione il nuovo macchinario tomoterapico installato in primavera

La notizia è stata confermata dal fisico medico Piergiorgio Marini durante l’ultimo corso di aggiornamento per medici.
SASSARI | 2 dicembre 2025. Prosegue l’ammodernamento tecnologico nel reparto di Radiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari. L’ultima novità è un’apparecchiatura tomoterapica all’avanguardia, “Radixact”, il cui arrivo segna un passo importante per la cura dei pazienti oncologici del territorio. A fare il punto sullo stato di avanzamento è il fisico medico Piergiorgio Marini, che ha annunciato la prossima entrata in funzione del macchinario. Installato la scorsa primavera, ora, ha spiegato l’esperto, «è nella fase in cui si stanno ultimando i controlli per garantire la sicurezza di operatori e pazienti». L’annuncio è avvenuto nel contesto dell’ultimo corso di aggiornamento per medici, svoltosi sabato scorso a Sassari.
L’occasione è stata l’incontro ECM su “La radioprotezione del Paziente nella diagnosi e terapia del tumore polmonare”, organizzato dall’Ordine dei medici Chirurghi di Sassari e introdotto dalla responsabile scientifica Daniela Soro. Il tema è di estrema attualità: negli ultimi dieci anni, i progressi nella diagnostica e nella terapia radiologica hanno contribuito in modo significativo a migliorare la sopravvivenza dei pazienti affetti da neoplasie. La giornata di studi, moderata da Carlo Putzu e Giommaria Fadda, ha messo a fuoco le nuove conoscenze in materia di radioprotezione, approfondendo l’intero percorso del paziente, dalla diagnosi al trattamento.

Particolare attenzione è stata rivolta all’importanza di un’adeguata informazione da fornire alla persona in cura e alla scelta delle metodiche più appropriate, con il duplice obiettivo di ottenere una diagnosi precisa e proteggere le persone da esposizioni non necessarie, soprattutto per quanto riguarda gli accompagnatori. A questo proposito, è stata ricordata una precauzione fondamentale: i pazienti sottoposti a determinati trattamenti non possono avere contatti con soggetti a rischio, come bambini e donne in gravidanza, per le 12 ore successive alla terapia. Tra i relatori che hanno animato il dibattito figuravano Angela Spanu, Paola Crivelli, Rossana Bona, Angela Poggiu e Luisella Stori.
Durante i lavori è stata inoltre ribadita la responsabilità del medico radiologo nella gestione degli esami e delle dosi irradianti, nonché l’obbligo per tutti i sanitari di prescrivere solo accertamenti giustificati, pena sanzioni per le richieste ritenute inutili. Un altro punto cruciale emerso dalla discussione è la necessità che ogni atto scritto – prescrizioni, diagnosi e terapie – sia leggibile e comprensibile. Si è sottolineata l’esigenza di evitare l’uso di sigle e fornire tutte le informazioni utili a una gestione multidisciplinare, una pratica essenziale anche per arginare il fenomeno della medicina difensiva.
L’impegno nella formazione non si ferma. A gennaio riprenderanno i nuovi eventi con un convegno dedicato a un tema sociale di grande impatto: gli aspetti clinici della violenza di genere. L’approccio sarà medico-scientifico, partendo dalla diagnostica delle lesioni fisiche per arrivare alla valutazione delle quotidiane pressioni psicologiche. «Le donne – ha concluso Daniela Soro – hanno bisogno di persone estranee all’ambito familiare. La violenza di genere deve diventare un’emergenza anche in ambito sanitario».
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