• 24 Dicembre 2025
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Sanità, la Corte boccia la legge Todde. Salaris (Riformatori): «Ora chi paga i danni?»

Aldo Salaris ospedale Sassari
Il consigliere regionale attacca la giunta Todde sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimi i commissariamenti delle Aziende sanitarie regionali.

CAGLIARI | 24 dicembre 2025. Il consigliere e segretario regionale dei Riformatori Sardi, Aldo Salaris, interviene sulla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimi i commissariamenti delle Asl disposti dalla Giunta guidata da Alessandra Todde. L’esponente dell’opposizione punta il dito contro la gestione politica e amministrativa della maggioranza, evocando scenari di incertezza per il sistema sanitario regionale.

Secondo Salaris, il pronunciamento dei giudici conferma le perplessità sollevate nei mesi scorsi non solo dalle minoranze, ma anche da parti della stessa coalizione di governo. «L’ennesimo scivolone istituzionale della presidente Todde e del Campo Largo è stato certificato dalla sentenza della Corte Costituzionale sul commissariamento delle Asl sarde – dichiara il Consigliere –. Un pasticcio politico-giuridico che molti – tra cui noi – avevamo segnalato da mesi. Persino gli alleati della Todde, il Partito Democratico, avevano contestato l’istruttoria, i tempi e il metodo. Oggi la Corte dà ragione a chi chiedeva prudenza, rigore e rispetto delle norme».

Il nodo centrale della questione, secondo l’analisi dell’esponente dei Riformatori, risiede nella natura del provvedimento adottato dalla Giunta, giudicato inidoneo a motivare lo spoils system attuato. «Il pronunciamento della Consulta è chiarissimo. La legge della Giunta Todde non riforma il sistema sanitario e, dunque, non poteva giustificare l’azzeramento dei direttori generali né l’imposizione di un commissariamento generalizzato», sottolinea Salaris, definendo l’operazione «una scelta frettolosa, mirata più alle poltrone che alla riorganizzazione della sanità». Una decisione – continua il Segretario – «che ha prodotto instabilità gestionale e che ora rischia di esporre la Regione a un’ondata di ricorsi e risarcimenti, oltre a mettere ulteriormente in pericolo la salute dei cittadini sardi», sottolinea ancora il Consigliere.

Le preoccupazioni si spostano ora sulle conseguenze erariali e gestionali. Il rischio paventato è quello di una lunga serie di contenziosi legali con i manager rimossi anzitempo. «La domanda è semplice e inevitabile: chi pagherà i danni? Chi risarcirà i direttori generali illegittimamente rimossi? Chi si assumerà la responsabilità di aver creato un poltronificio fragile, confuso e oggi dichiarato incostituzionale?», incalza Salaris, avvertendo la maggioranza di non scaricare le colpe sulla Consulta, «la stessa Corte che, paradossalmente, ha perfino salvato la Presidente dalla decadenza. La responsabilità politica e amministrativa è tutta di chi ha voluto procedere a ogni costo, ignorando opposizioni, alleati, tecnici e persino il buon senso».

In chiusura, Salaris rivendica la bontà della riforma della Giunta Solinas e chiede all’Esecutivo risposte immediate per garantire la tenuta del sistema. «La sanità sarda non può essere governata con improvvisazioni, accelerazioni ideologiche e fughe in avanti. Serve una visione seria, rispettosa delle istituzioni e delle professionalità. La gestione della salute dei sardi non può trasformarsi in un cantiere di emergenza permanente. Bastava continuare sulla strada intrapresa con la nostra riforma del 2020, che stava iniziando a dare i suoi frutti e che riportava realmente la sanità nei territori. Una riforma pensata proprio per rispondere alle criticità che la pandemia ci aveva consegnato».

«Alla luce della sentenza – conclude il Segretario dei Riformatori –, la presidente Todde chiarisca immediatamente che cosa intende fare. Quale sarà il destino dei commissari nominati in base a norme dichiarate illegittime? Come intende tutelare la continuità amministrativa delle aziende sanitarie? E, soprattutto, come pensa di evitare che le sue scelte ricadano sulla salute e sulle tasche dei cittadini?».

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