• 9 Ottobre 2024
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L’aeroporto di Olbia è lo scalo sardo con il minor numero di voli in regime di continuità territoriale

Aeroporto Costa Smeralda Olbia
Manca (Uiltrasporti): «Un totale di 45 voli aggiuntivi ma solo 2 frequenze previste per lo scalo di Olbia. Il Nord Est dell’Isola penalizzato anche durante il periodo di Natale».

«Tra i tre scali sardi l’aeroporto di Olbia è quello ad avere il minore numero di voli in continuità territoriale, avendo due soli voli giornalieri in arrivo e partenza per Milano Linate, con un gap di 12 ore fra un volo e l’altro. Voli per di più operati da Ita in orari poco convenienti che rendono impossibile per chi parte dallo scalo gallurese andare e tornare in giornata, obbligando chi si sposta per effettuare visite mediche o chi ha un ulteriore volo in connessione a partire da altro aeroporto o dover anticipare la partenza, aumentando notevolmente i disagi e i costi di viaggio».

L’ennesima denuncia arriva da Elisabetta Manca, della segreteria regionale della Uiltrasporti Sardegna, che dallo scorso fine ottobre evidenzia la drammatica situazione dei voli in partenza e in arrivo dallo scalo Costa Smeralda.

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«A questa spiacevole situazione si aggiunge la carenza di voli supplementari durante il periodo di Natale, con una grave disparità fra il Nord ed il Sud dell’isola – prosegue la sindacalista –. I voli aggiuntivi, infatti, sono stati programmati da Ita solo per le giornate del 22 e 23 dicembre, mentre Volotea non opererà alcun volo addizionale. Gli uffici dell’assessorato ai trasporti giustificano questa decisione attraverso il cosiddetto coefficiente di riempimento, a loro dire inferiore al 91% e il cui superamento determina, come prevede il bando, l’aumento o meno dei voli».

Inteso che la continuità territoriale nasce con il fine di garantire la mobilità dei sardi e deve dunque essere slegata da qualsiasi logica commerciale tipica invece del libero mercato, la Uiltrasporti chiede come questi coefficienti di riempimento vengano calcolati dal momento in cui i dati a noi in possesso dimostrano esattamente il contrario.

«Su 172 voli operati da Ita da novembre a metà dicembre sullo scalo Costa Smeralda, il 52% ha avuto un load factor superiore al 90% mentre il 15% dei voli ha volato a pieno carico, quindi con un coefficiente del 100%, e questo nonostante gli orari, come già detto e ribadito, siano assolutamente poco vantaggiosi per chi deve raggiungere il capoluogo lombardo o viceversa deve tornare in Sardegna. Vorremmo ricordare inoltre che, oltre il grave disagio a scapito del diritto alla mobilità, la carenza di voli ha ripercussioni anche sui lavoratori dello scalo gallurese, assunti per lo più con contratti part-time verticali e che, purtroppo, in assenza di voli, vedono sfumare qualsiasi possibilità di lavorare nel periodo invernale», conclude Manca.

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