Animali senz’acqua e aziende al collasso nel Nord Sardegna

A La Corte, riuniti dalla Coldiretti agricoltori e allevatori per denunciare la drammatica situazione.
SASSARI | 4 luglio 2025. Pozzi a secco, animali senza acqua e i campi sono abbandonati dagli interventi con sempre i soliti problemi sulla mancanza di infrastrutture e reti colabrodo. È arrivato da La Corte (Sassari) il grido d’allarme di agricoltori e allevatori riuniti da Coldiretti Nord Sardegna con sindaci e istituzioni per denunciare quella che, senza mezzi termini, è stata definita dal mondo agricolo «un’emergenza drammatica cui serve mettere mano in tempi immediati».
La crisi idrica che da mesi colpisce la Sardegna è arrivata al punto di rottura. Nel Nord dell’isola, in particolare nella Nurra, la situazione è ormai drammatica: gli allevatori sono costretti a comprare acqua per tentare di garantire il minimo fabbisogno degli animali, con costi insostenibili che si sommano ai mancati raccolti e a una filiera sempre più in affanno.
Oggi, hanno detto tutti i presenti, gli animali rischiano la vita per la sete ma il dramma era già cominciato nelle scorse settimane nei campi: angurie, meloni, frutta estiva, mais e foraggi sono stati sacrificati, con intere superfici lasciate incolte per mancanza di acqua. Meno produzioni, meno cibo, più costi e un mondo agricolo sempre più vicino al collasso.

«Da diversi mesi lo denunciamo ma è mancata una programmazione tale da prevedere queste emergenze. In agricoltura non siamo abituati a vivere alla giornata, abbiamo necessità di dati e azioni concrete per programmare le nostre attività e oggi siamo arrivati al punto finale di una tragedia annunciata», denuncia il presidente di Coldiretti Nord Sardegna, Antonello Fois. «Serve un immediato intervento da parte delle istituzioni per garantire, sin da subito, le forniture di acqua per evitare la moria del bestiame nelle nostre aziende. È anche importante che il processo dei ristori inserito a bilancio trovi attuazione nei tempi più brevi possibili. La maggior parte delle coltivazioni della Nurra – conclude Fois – sono state sacrificate questa manifestazione è solo l’inizio di un’attività che proseguirà per tenere alta l’attenzione sul tema acqua, per non ritrovarci in futuro a lottare per gli stessi problemi di sempre».

Tra le altre necessità emerse dall’incontro di Coldiretti: interventi per sostenere le aziende nell’emergenza e interventi strutturali per una situazione da risolvere una volta per tutte. «Più invasi, pozzi efficienti e una gestione idrica finalmente all’altezza delle necessità del territorio per infrastrutture che non disperdano il 50% dell’acqua – rilancia il direttore di Coldiretti Nord Sardegna, Marco Locci –. I nostri allevatori sono al limite della sopportazione. Parliamo di aziende che ogni giorno si caricano sulle spalle costi folli solo per abbeverare gli animali e mantenere in vita i capi, serve il coraggio politico di intervenire con misure straordinarie e strutturali affinché le politiche che chiediamo da anni possano finalmente vedere la realizzazione concreta». Per presidente e direttore «gli agricoltori e allevatori della Nurra non saranno lasciati soli, Coldiretti sarà al loro fianco».
L’assemblea ha visto la partecipazione di amministratori locali e istituzionali, segno che il problema ormai riguarda l’intero tessuto sociale, non solo il comparto agricolo. La paura è che, sottolinea Coldiretti, se non si interverrà subito il conto della siccità si ripercuoterà presto anche sui consumatori, con meno cibo disponibile e prezzi più alti. Dall’incontro molti sindaci hanno dato la loro disponibilità a stare al fianco di allevatori e agricoltori Coldiretti per incalzare la regione sugli interventi immediati da mettere in campo.
Presente all’incontro anche il presidente Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu che ha sottolineato: «Coldiretti è al fianco degli agricoltori per trovare soluzioni concrete e rapide. Sono stati stanziati 25 milioni di euro per pozzi e cisterne con 25 mila euro ad azienda grazie alle nostre richieste, ma quei soldi sono fermi da un anno perché il bando nonostante sia pubblicato non è stato mai aperto. È inaccettabile, questa non è solo una crisi agricola: è un problema sociale, che riguarda le famiglie e l’intero tessuto della nostra isola».
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