Decadenza Todde, Maieli (FI) diffida il Presidente della Giunta per le elezioni
Il consigliere regionale chiede all’organismo una nuova seduta «per l’adozione degli atti necessari alla dichiarazione di decadenza».
CAGLIARI | 9 luglio 2025. Si surriscalda in Regione lo scontro politico sulla vicenda della decadenza della presidente Alessandra Todde. A riaccendere il caso, il consigliere regionale di Forza Italia Piero Maieli. In qualità di componente della Giunta per le elezioni del Consiglio Regionale della Sardegna, l’azzurro ha formalmente diffidato il presidente dell’organismo Giuseppe Frau (Uniti per Todde) «a convocare con urgenza una nuova seduta della Giunta per l’adozione degli atti necessari alla dichiarazione di decadenza della Presidente Todde, già accertata dal Collegio di garanzia elettorale con ordinanza del 20 dicembre 2024».
«Nonostante l’ordinanza sia stata già notificata al Presidente del Consiglio regionale in data 3 gennaio 2025 ed in seguito confermata dal Tribunale civile di Cagliari con sentenza del 28 maggio – spiega Maieli –, la Giunta delle elezioni non ha ancora completato il procedimento».
Detto questo, il consigliere forzista, richiamando un parere del Ministero dell’Interno del 2020, sottolinea come «la decadenza in questi casi opera “ipso iure”, non lasciando margini di discrezionalità politica o interpretativa agli organi consiliari. È automatica e la legge non ammette interpretazioni di comodo. Non si può più temporeggiare ed ogni giorno di ritardo è un passo in più verso l’illegalità. Il Consiglio deve solo riconoscere l’avvenuta decadenza e procedere con gli atti conseguenti».
Nella diffida il consigliere ha espressamente richiamato l’articolo 50 dello Statuto speciale per la Sardegna, «perché – spiega – vedo chiare responsabilità, anche di natura contabile e penale, e chi continua a bloccare il procedimento si dovrà assumere le proprie. La legge – conclude Maieli – vale per tutti, anche per la Presidente della Regione ed è ora che questa maggioranza dimostri di saper rispettare le istituzioni, non di piegarle alle convenienze politiche o personali del momento».
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