• 13 Dicembre 2025
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Illorai. “La luce dentro“ di Giambattista Attene, un viaggio tra memorie identitarie e di comunità

La luce dentro Giambattista Attene
Il libro, uscito di recente, è disponibile su Amazon in formato digitale e cartaceo.

ILLORAI | 13 dicembre 2025. Un paese, una comunità, un narratore che rivive l’immensità de La luce dentro in un percorso esistenziale che, dagli anni Sessanta ad oggi, ha segnato la paesità e spaesità sociale e personale di Illorai, come di tanti altri piccoli borghi interni dell’Isola, in un attraversamento verso la modernità contemporanea e con idealità in movimento.

Un saggio narrativo, scritto con coraggiose analisi e sensibilità da Giambattista Attene, per donare elementi di riflessione di vita vissuta e trasformante, identitaria e rivitalizzante nel  riscoprire il vivace ruscello di una memoria che si fa comunità; un filo di tempo che  riallaccia trame, legami e nuovi modi di stare insieme con i segni sociali del futuro, ed attingendo a radici forti, radicate in cultura e tradizioni di stimolante appartenenza.

Il volume sviluppa un percorso di ricordo-ricostruttivo narrativo sulla memoria personale e collettiva: sincronico intreccio tra l’individuale testimonianza di esperienze e il racconto di condivisione civica. Leggiamo uno scorrere di scrittura che definisce l’identità costruttiva di un ponte (storico, testimoniale e letterario) di collegamento tra il passato e il presente-futuro, dove la coralità narrativa, plasmata da senso etico, lega e vincola la storia di “autore narrante” a quella della comunità di Illorai.

La luce dentro, nell’interpretazione dell’autore, identifica il senso dell’impegno umano, civile e soprattutto spazio interiore per progetti di vita. La luce, simbolo di tempo-conoscenza, dona chiarore al fluire della vita e diventa metafora esistenziale per un viaggio di illuminazione delle memorie, delle radici e della quotidianità attraversata tra i mille fardelli e mutazioni dell’umano sviluppo e progresso.

Lo spartito narrativo di Giambattista Attene, già con la premessa, delinea e caratterizza gli accordi emozionali che seguiranno per l’intera opera: “Ci sono terre che non fanno rumore, ma custodiscono storie che meritano di essere ascoltate. Ci sono paesi che sembrano ai margini del mondo, ma che in realtà ne conservano il cuore. Illorai, il mio paese, è uno di questi. Un luogo sospeso tra la memoria e il cambiamento, dove le radici profonde della tradizione si scontrano con i venti di un progresso a volte miope e distruttivo”, dove la vita è una sfida continua, sia personale che collettiva, e si combatte con la forza della luce interiore per rinascere e aver riscatto sociale e umano.

Una rinascita tradita è alla base dell’analisi sociale: l’industrializzazione chimica e metalmeccanica della Media Valle del Tirso che da “promessa di benessere, finì per lasciare intere famiglie senza terra né industria, senza passato né futuro”.  Emergono  avvenimenti di carattere  umano, economico, sociale, connessi e conseguenti alle traversie vissute nell’area centrale dell’Isola per la fine del “sogno” industriale. Lo strascico di carattere ambientale – attualmente evidente strumento di colonizzazione del territorio e operazione per modificare alla radice il tessuto sociale sardo – e sanitario ha ferito profondamente la storia post-industriale, portando alla luce uno stato di diffusa disoccupazione, spopolamento e malattie oncologiche, principalmente a Molia, in territorio di Illorai.

Il rapporto tra Attene e il suo paese è chiave di lettura per comprendere la dimensione e “costante resistenziale” di comunità e la ricerca di quei valori autentici  legati all’universo delle origini e al mondo agro-pastorale e degli artigiani, quando ricorda “il tempo in cui l’ascensore sociale sembrava funzionare davvero: figli di pastori e muratori che, con lo studio e con il coraggio, riuscivano a salire un piano più su senza dimenticare da dove venivano. Quella stagione di possibilità, oggi quasi smarrita, è una delle chiavi per comprendere il valore e i limiti della modernità”.

Ora è maturo il tempo per riprendere in mano, e in prima persona,  l’essere sardi e considerare che “la vera rinascita non arriva mai da fuori, ma da dentro”.

Le orme che hanno attraversato, e tuttora attraversano, sas carrelas del paese sono impresse sui selciati con resilienza per coglierne il vivere di luoghi-bighinados e lo spirito luce delle persone; persone vissute e cresciute, ora raccontate come comunità e rappresentate con i ricordi e gli occhi di oggi, ma soprattutto nella capacità responsabile di operare scelte  e possibilità, partendo dall’essere del passato a ciò che, individualmente e socialmente, si può ancora dignitosamente diventare e fare. Quel ‘fare‘ che l’autore narra biograficamente e riflessivamente nel  percorso di “un bambino che ascolta il Vangelo, un adolescente che scopre il potere della musica, un giovane che sceglie di perdonare, un adulto che si mette al servizio”.

I venticinque capitoli del volume scandiscono percorsi, individuali dell’autore e comunitari, in cui memorie e speranze si fondono come strumento di chiave narrativa per la comprensione di sé e dell’universo paese.

Il sindaco Gianluca Grande, nella prefazione, scrive e considera il libro un viaggio emotivo e idealmente «una dichiarazione d’amore per Illorai e per la Sardegna più autentica, dove memoria e cambiamento si intrecciano, e dove l’esperienza di un singolo diventa specchio di una generazione intera».

L’opera (ISBN-13: 979-827133223 – Edit. Independently published) di Giambattista Attene, dedicata alla moglie Franca e alle figlie Chiara e Angela, è disponibile, da alcuni giorni, nella piattaforma Amazon online come pubblicazione ebook e cartacea.

Cristoforo Puddu

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