• 10 Settembre 2025
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Nord Sardegna, sequestrati dalla GdiF di Sassari 4300 articoli contraffatti e denunciate 18 persone

Articoli contraffatti sequestro GdiF Sassari
In Gallura scoperto un deposito con oltre 1700 capi taroccati. Alcuni ambulanti sorpresi a vendere merce falsificata in spiaggia con POS portatili.

SASSARI | 10 settembre 2025. In concomitanza con la stagione estiva, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Sassari ha intensificato i controlli economici nelle località turistiche del Nord Sardegna. In tre mesi di attività, sequestrati 4.300 articoli contraffatti e denunciate di 18 persone.

In riferimento alla Gallura, i Militari del Gruppo di Olbia hanno condotto numerosi servizi lungo le spiagge e nei borghi della Costa Smeralda, presi d’assalto dai venditori ambulanti, spesso irregolari. In questo contesto, negli ultimi mesi, sono state denunciate nove persone per contraffazione e ricettazione, con il sequestro di oltre 3.000 prodotti falsi: orologi, gioielli, accessori e articoli di pelletteria recanti marchi riconducibili a note griffe internazionali.

I controlli non si sono fermati alla costa. Nell’entroterra gallurese, lungo la statale Olbia-Arzachena, i finanzieri hanno scoperto un deposito utilizzato presumibilmente come “base logistica” per il commercio illegale. All’interno sono stati trovati, oltre 1.700 capi contraffatti pronti per essere immessi sul mercato. Durante le verifiche, i Finanzieri hanno sorpreso nell’edificio una donna di origini senegalesi .

Tutti i prodotti sequestrati durante le operazioni, oltre ad essere ben realizzati, erano dotati di confezioni ben curate con tanto di etichette, garanzie del consumatore e persino QR Code abilmente falsificati. Il salto di qualità è stato riscontrato anche sulle modalità di pagamento: in alcuni casi le Fiamme Gialle hanno infatti scoperto alcuni ambulanti dotati di POS contactless portatili, come se fossero esercenti in regola, per agevolare nelle spiagge le transazioni con i clienti. Su questo punto sono in corso accertamenti per verificare il volume delle operazioni registrate su questi dispositivi, che potrebbero aver consentito il trasferimento dei proventi illeciti direttamente su conti correnti esteri.

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