• 7 Dicembre 2025
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Risate divine a Monti con la commedia dell’associazione di Buddusò “Sas cosas de domo nostra“

Commedia a Monti associazione Budduso
Tra giochi di parole e caricature grottesche, la rappresentazione “S’Olimpu montinu” ha offerto momenti di vero spasso, rendendo il pubblico parte attiva dello spettacolo.

MONTI | 7 dicembre 2025. È andata in scena sabato 6 dicembre nella Casa del Miele a Monti la rappresentazione teatrale “S’Olimpu montinu”, liberamente ispirata alle Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone. L’associazione culturale Erèntzia che ha organizzato l’evento con il patrocinio del Comune di Monti e la Cantina del Vermentino ha voluto promuovere la cultura del territorio attraverso la valorizzazione della lingua sarda nella variante logudorese. Da qui l’idea di proporre la commedia dell’associazione culturale di Buddusò Sas cosas de domo nostra. Sas cosas de domo nostra

Le brillanti e spumeggianti attrici Angela Murgia, Gerolama Mura e Marianna Ziri hanno messo in scena storie di ordinaria follia di numerose divinità tra amori e gelosie. Dei e dee che hanno dialogato in sardo con il narratore, Antonietta Marroni, anche autrice della commedia stessa, che sempre in sardo ha portato avanti la narrazione con trasporto e ironia. Giove, Cassandra, e Discordia sono stati i primi protagonisti ad entrare in scena. Il mito della mela d’oro ha visto la luce tra le risate del pubblico e la serietà composta delle dee ciascuna delle quali asseriva di essere la più bella e quindi di essere la destinataria della mela. Sa frùttura portata da Discordia ha strappato risate e applausi che di volta in volta hanno accompagnato le varie scene. E poi Narciso, capelli biondi e lunghi, innamorato di se stesso al punto da non togliere lo sguardo dallo specchio; e poi ancora il serioso Prometeo che si è presentato con una candela in mano dopo aver rubato il fuoco per i montini ma senza che nessuno glielo avesse chiesto. Ed ecco Achille che furtivo e impacciato si è avvicinato al narratore per brandire poi pericolosamente la spada da dietro il coperchio della pentola, scudo sicuro per divinità fuori tempo. L’eroe greco con fatica poiché balbuziente, è riuscito a comunicare alla voce narrante che avrebbe combattuto coraggiosamente contro i troiani poiché accusati del furto del miele di Monti.

Vogliamo parlare di Diddone? La regina di Cartaigienica innamorata di Enea che però non poteva rimanere con lei perché il suo destino era segnato e cioè fondare Roma. A seguire il dissidio tra Minerva e Aracne. Quest’ultima abile ma superba tessitrice che ha sfidato la protettrice dell’arte della tessitura tra invidie tutte mortali e poco divine. A concludere Penelope, esempio di fedeltà coniugale che non riusciva proprio a riconoscere Ulisse che così invecchiato pareva essere un’altra persona. Lui che ricordava le peripezie che aveva dovuto affrontare e gli ostacoli che aveva dovuto superare: il vento, e che vento, le sirene, e che sirene, e Polifemo… “aiat unu ojiu gasi mannu..“.

Tra giochi di parole, storpiature linguistiche e grottesche caricature le varie scene hanno offerto momenti di vero spasso. Divinità con passioni, difetti e poche virtù hanno allietato il pubblico che, divertito, si è sentito parte attiva della rappresentazione. I riferimenti alla vita quotidiana di Monti e dei montini hanno ricondotto quel mondo lontano per tempo e spazio all’epoca moderna rendendo la commedia un interessante esperimento teatrale. E diciamolo, il logudorese ha sempre garantito quel tocco di autenticità che solo una lingua madre riesce ad offrire.

A conclusione il consueto momento conviviale, fatto anche di promesse di nuove future collaborazioni. Perché quando si incontrano due associazioni culturali composte di sole donne che si ammirano e credono nella promozione del proprio territorio anche attraverso la valorizzazione della  lingua, non si può rimanere indifferenti.

Piera Anna Mutzu

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