Riunioni di Consiglio convocate alle 13, a Giave è scontro tra l’opposizione e il sindaco Chessa

Per la capogruppo di minoranza, l’ex sindaca Maria Antonietta Uras, l’irremovibile posizione del primo cittadino a cambiare l’orario delle riunioni lascia intendere la «volontà di ostacolare la nostra presenza alle sedute».
GIAVE | 10 luglio 2025. A Giave prosegue il braccio di ferro tra il gruppo di minoranza e il sindaco Gian Mario Chessa per la scelta, ormai consolidata da cinque anni, di convocare le sedute del Consiglio comunale – salvo rari casi – sempre alle 13. Un orario giudicato «penalizzante e irrispettoso» dalla capogruppo di opposizione, l’ex sindaca Maria Antonietta Uras, che da tempo denuncia le difficoltà del suo gruppo e dei cittadini nel partecipare alle riunioni a quell’ora inconsueta.
«Mai vista in tanti anni una cosa del genere», dice la Capogruppo, da 25 anni tra i banchi dell’assemblea civica cittadina. Un modus operandi del primo cittadino che, non tenendo conto delle richieste della minoranza, lascia intendere la «volontà di ostacolare la nostra presenza alle sedute, in barba ai principi democratici e di rappresentanza politica», sottolinea Uras.
«Abbiamo chiesto al Sindaco fin dall’inizio del mandato – prosegue la capogruppo – di concordare una fascia oraria più accessibile, che permetta, nei limiti del possibile, la presenza alle riunioni di consiglieri e cittadini. Le 13 sono infatti un orario penalizzante: sono un orario di pausa o al massimo di fine lavori e non certo d’inizio», sottolinea l’ex Sindaca. «Nonostante le nostre sollecitazioni, inoltrate anche al Prefetto e a vari Enti, la situazione in tutti questi anni non è cambiata. Sono arrivati inviti a cambiare l’orario anche dalla direzione degli Enti Locali, a cui il Prefetto aveva demandato la questione, e dalla consigliera di parità Tiziana Putzolu della Regione Sardegna, ma nulla è servito».
«Anche l’ultimo Consiglio – quello del 26 giugno –, è stato convocato alla solita ora e per di più in una giornata caratterizzata da temperature prossime ai 40 gradi. Una scelta incomprensibile ora meno che mai – prosegue Uras – anche alla luce delle indicazioni del Ministero, che vietano il lavoro tra le 12 e le 16 durante le giornate torride. Anche se l’Aula consiliare è refrigerata, per arrivarci bisogna comunque uscire di casa a piedi o in auto, in orari in cui il clima è proibitivo. Senza contare che a quell’ora si pranza o ci si riposa prima di riprendere il lavoro nel pomeriggio. E poi – sottolinea ancora la Capogruppo –, non ci possiamo sedere in Aula alle ore 13 per dibattere anche 10 punti all’ordine del giorno, com’è capitato tantissime volte in questi anni. Ogni punto ha bisogno di riflessioni, chiarimenti e discussioni appropriate. A maggior ragione quando si deve discutere sul Bilancio, come era previsto nel Consiglio del 26 giugno scorso, seduta che abbiamo disertato».
«Siamo riusciti a partecipare alla riunione del 30 aprile, seppur alle 13 – fa notare l’ex Sindaca –, in cui era in programma l’approvazione della Tari per l’anno 2025. Come opposizione, abbiamo espresso voto contrario al previsto aumento delle tariffe vigenti nel 2024, nella misura del 5%. Un rincaro che si sarebbe potuto evitare se l’Amministrazione avesse scelto di destinare una somma del bilancio comunale per alleggerire il peso sui cittadini».
Ritornando sulla questione dell’orario di convocazione delle sedute, al momento dal sindaco Chessa non sono arrivate aperture o disponibilità a rivedere la sua posizione. Anzi, in Aula e in più di una comunicazione, ha ribadito il fatto che sull’argomento non ha «nient’altro da aggiungere», perché ai suoi consiglieri va bene partecipare alle riunioni alle 13. «Certo, ma va ricordato – puntualizza con ironia Uras – che la maggioranza è formata da dipendenti e familiari di dipendenti del Sindaco, esclusi due consiglieri…».
Intanto, l’opposizione ha presentato un’interrogazione sulla gestione della casa di riposo “Istituto San Michele”, la cui convenzione è scaduta a gennaio 2024. La richiesta è che il Consiglio venga convocato entro 30 giorni, ma – avverte l’ex Sindaca – «non di nuovo alle 13!».
In copertina: il sindaco Gian Mario Chessa e la capogruppo dell’opposizione Maria Antonietta Uras.
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