«Salva Casa o affossa Sardegna?», i consiglieri di Forza Italia scettici sul DL approvato ieri

«Questa maggioranza vuole abrogare tutto, con un salto all’indietro nel tempo e nel buonsenso».
CAGLIARI | 13 giugno 2025. La recente approvazione da parte della Regione Sardegna del DL 83/A che recepisce il decreto “Salva Casa” del Governo, sta scatenando polemiche e preoccupazioni tra le file dell’opposizione. Sulla Legge si sono espressi i consiglieri regionali di Forza Italia – Angelo Cocciu, Piero Maieli, Giuseppe Talanas, Giovanni Chessa, Ivan Piras e Alfonso Marras –, criticando in particolare gli articoli 27 e 28.
«Ieri la Regione Sardegna – scrive in una nota il gruppo consiliare azzurro – ha approvato il DL 83, il cosiddetto Salva Casa, ma più che salvare qualcosa, sembra abbia voluto riesumare l’immobilismo del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) targato 2004. Una nostalgia da album dei ricordi, che ignora ostinatamente 20 anni di tentativi – a volte maldestri, ma spesso coraggiosi – di riconsegnare ai sardi il diritto di legiferare in casa propria».
I consiglieri segnalano l’articolo 27 del DL, «che con poche righe – dicono – ha azzerato l’autonomia regionale, in quanto in barba allo Statuto Speciale, a due DPR e a ben tre sentenze della Corte Costituzionale (l’ultima del dicembre 2022), si perpetua la favola secondo cui il PPR abbia valore gerarchico superiore rispetto alle leggi regionali. Niente di più falso. La Corte è stata chiara: solo nei casi di beni identitari e della fascia dei 300 metri dalla battigia marina il PPR può avere prevalenza. Ma qui si insinua l’inganno: con l’articolo 27 si finge una riforma, ma si impone una modifica statutaria senza nemmeno passare dai 2/3 dell’Aula. Una forzatura istituzionale che non solo è politicamente miope, ma giuridicamente traballante».
«Come anche l’articolo 28, dove al comma b – proseguono i cinque esponenti di Forza Italia –, viene abrogato il futuro del turismo sardo, eliminando la possibilità di avere un incremento fino al 25% della cubatura per le strutture alberghiere di lusso nelle zone F. Una norma nata circa 18 mesi fa grazie all’intuizione del consigliere regionale Angelo Cocciu (Forza Italia), approvata dalla scorsa Giunta e già passata al vaglio della Corte Costituzionale, che aveva impostato una sinergia concreta tra l’Assessorato all’Urbanistica e quello ai Beni culturali, per attrarre investimenti, riqualificare l’offerta turistica e creare lavoro. E oggi? Oggi questa maggioranza vuole abrogare tutto, con un salto all’indietro nel tempo e nel buonsenso. Una Sardegna che rinuncia a ospitare hotel a 5 e 6 stelle, che affossa il turismo elitario mentre il Mediterraneo si riempie di concorrenti agguerriti. Una Sardegna che smette di pensare in grande».
«La Sardegna è una regione con autonomia speciale, ma sembra che alcuni interessi di parte lo facciano dimenticare ad alcuni. Noi abbiamo un ruolo e dobbiamo esercitarlo, come in materia urbanistica. Lo dice la legge. Lo conferma la Corte. Lo prevede lo Statuto. Ma qui, invece di fare ciò che è giusto, si sceglie di arretrare, per paura o, speriamo di sbagliare, per calcolo. Serve un fronte comune, non solo politico ma anche culturale ed identitario, per pianificare il futuro, nostro e dei nostri figli e nipoti, con visione, autonomia e coraggio. Bisogna essere seri», concludono Chessa, Maieli, Marras, Piras e Talanas.
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