Sabato al “Fallaci” la XVI edizione del “Premio Biennale Città di Ozieri per Cori Tradizionali Sardi“

Si rinnova nella città logudorese l’appuntamento con la prestigiosa kermesse dedicata ai cori polivocali. Sette formazioni in gara. Ospiti d’eccezione: gli Istentales e la cantante Sherrita Duran.
OZIERI | 3 dicembre 2025. La grande musica corale sarda torna protagonista a Ozieri. Sabato 6 dicembre dalle 19 nel teatro civico “Oriana Fallaci” si alzerà infatti il sipario sulla XVI edizione del Premio Biennale Città di Ozieri per cori tradizionali sardi. L’evento, che anche quest’anno vedrà partecipazioni di alta qualità artistica, rappresenta un punto di riferimento per tutte le formazioni isolane, tanto da essere considerato una vera e propria “università del canto polivocale sardo”.
Sette sono i gruppi, provenienti da tutta l’isola, che si contenderanno il prestigioso titolo: in lizza ci saranno il coro “Cortes” di Siurgus Donigala, l’“Osseli” di Ovodda, i “Canarjos” di Nuoro, il “Santu Negola” di Ortueri, il “Pitanu Morette” di Tresnuraghes, il “Gusana” di Gavoi e il coro femminile “Urisè” di Orosei.
Ad impreziosire la serata si esibiranno, fuori concorso, il coro maschile “Priamo Gallisay” di Nuoro e, come ospite d’onore fin dalla prima edizione, il padrone di casa, il coro “Città di Ozieri”. Tra le partecipazioni speciali, spiccano nomi celebri come gli Istentales, già presenti in passate edizioni, e la cantante americana Sherrita Duran.
Il concorso si articola in due distinte categorie, ciascuna con specifici riconoscimenti finali. La prima sezione, assimilabile alla tradizione della “Scuola di Nuoro”, premierà le esecuzioni più aderenti ai canoni classici. La seconda, definita “evolutiva”, sarà invece dedicata a brani inediti che, pur mantenendo una forte riconoscibilità dell’atmosfera musicale sarda, possono sperimentare soluzioni armoniche e melodiche mutuate da altri generi. Non sarà più attiva, invece, la sezione che in passato si rifaceva alla “Scuola di Tempio”, patria del caratteristico canto “a tasgia”.

La giornata di sabato sarà intensa, con le audizioni private della giuria che si terranno nel pomeriggio, a partire dalle 15, per poi culminare con le esibizioni per il pubblico dalle 19 al teatro “Fallaci”. «Saranno presenti cori che assicureranno una grande qualità artistica», sottolinea Antonello Lai, segretario e ideatore della Biennale. «Siamo convinti che nella musica la divulgazione e l’utilizzo del sardo siano più ampi. Il canto sardo è vivo e questo ci fa ben sperare per il futuro. Un tempo – prosegue Lai – era difficoltoso trovare giovani che cantavano e che indossavano il costume tradizionale per il coro. Oggi per fortuna in tanti coltivano questa passione. Basta dare un’occhiata ai social, dove, tra l’altro, sono presenti video di canzoni premiate qua alla Biennale, non solo quelle più famose legate alla tradizione come “Non potho reposare”. Un lavoro che premia e che ci trasmette tanta soddisfazione».
«Sono presenti cori da quasi tutte le province della Sardegna», aggiunge Pinuccio Aini, presidente del Premio. «È certamente un elemento positivo anche per noi, il riconoscimento che ci siamo impegnati e che siamo considerati una realtà seria. Una presenza importante poi è costituita dalle voci femminili e dall’interesse dei giovani nei riguardi del canto corale sardo».
Uno degli aspetti distintivi del Premio è l’audizione a porte chiuse, come sottolinea Michele Testoni, componente del direttivo dell’associazione sostenitrice del Premio: «Avviene senza tifoserie e questo è un aspetto importante. E non ci sono microfoni, la voce è naturale, senza interventi tecnici esterni di nessun tipo. La Biennale, inoltre, nel tempo ha messo in evidenza il grande interesse che il pubblico, soprattutto i giovani, ha nei confronti del canto tradizionale. L’auspicio è che le istituzioni sostengano ancora di più il settore».
Una sfida per il prossimo futuro sarà quella di riavviare una scuola per armonizzatori, già attiva 12 anni fa. «Parliamo di una una scuola internazionale di formazione per armonizzatori e direttori di cori tradizionali sardi», spiega Antonio Deiara, coordinatore della giuria. «Negli anni l’associazione organizzatrice della Biennale ha portato nelle scuole cori polivocali, registrando sempre un grande entusiasmo. Ecco allora che un lavoro di formazione delle giovani leve che vogliono entrare nel mondo dei cori sardi diventa fondamentale, anche perché si creerebbe una concreta integrazione tra le dimensioni didattica, culturale e sociale».
Tra gli obiettivi a breve spicca invece un nuovo convegno da promuovere nell’anno “dispari”, quando non si tiene il Premio.
A valutare le esibizioni sarà una giuria di esperti composta da Antonio Canalis, Antonio Deiara, Giovanna Demurtas, Mauro Lisei, Gianfranco Mascia, Antonio Mura, Ignazio Perra, Ugo Spanu e Tonino Tedde.
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