• 18 Aprile 2024
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Logudoro… Luogo d’oro o luogo comune?

Cartina linguistica sardegna scaled

Questa nuova testata giornalistica si chiama “Logudoro live”. Sul termine “Live” poco da dire: si addice al nobile progetto di dare vita al territorio. Riguardo al termine “Logudoro”, invece, molti dubbi su origine e collocazione geografica, anche se molti credono si tratti di una zona ubicata più o meno nella parte nord occidentale della Sardegna. Più o meno.
Infatti, nelle cartine geografiche da me consultate, ammesso che il “Logudoro” venga indicato (perché non compare in tutte), esso non è mai georeferenziato univocamente, insomma non possiede confini geografici precisi.
Senza scomodare chissà quali trattati di geografia, basta che uno digiti la voce “logudoro” sulla famosa “Wikipedia” per imbattersi in una delle definizioni più incerte del web, colma di avverbi come “probabilmente” e “forse” e di condizionali che ne sanciscono l’imprecisione: “(..) dovrebbe
corrispondere (…)”; “(…) corrispondeva pressappoco (..)”; “(…) i confini fisici (..) sono piuttosto incerti”.
Sono cosciente che Wikipedia non è certo la bibbia della cultura mondiale, ma è sicuro che chi cura le definizioni attinge a del materiale bibliografico, con l’intento di fare una sintesi divulgativa.
Per il Logudoro, però, poche fonti, poche certezze, scarsa documentazione. Solo stereotipi, luoghi comuni e astrazioni che hanno attecchito con una velocità sorprendente.
Nella zona dove, seppur incertamente, alcune cartine collocano questo presunto Logudoro, non ricadono sub regioni amministrative che portino lo stesso nome, ma solo “Meilogu”, “Villanova”, “Coros”, “Romangia”, “Anglona”, “Montacuto”.
La denominazione “Logudoro” è stata comunque utilizzata dall’Unione dei Comuni che annovera i centri di Ozieri, Pattada, Nughedu, Ittireddu, Ardara, Tula, Mores.
Ma non Ittiri, Bosa, Villanova Monteleone, Ploaghe, Ossi, Tissi, Buddusò, Oschiri, Berchidda, Chiaramonti.
Ma non è solo questo il Logudoro che intendiamo?
I grandi improvvisatori Tuccone e Remundu Piras non provenivano quindi dal cosiddetto Logudoro? Ed il canonico ploaghese Giovanni Spanu? E Babbai Pedru Casu che faceva prediche stupende nella sua Berchidda?
Si pensi alla stessa etimologia di Logudoro, anch’essa incerta: c’è chi la interpreta come una contrazione di “Logu de Torres”, altri come “logu de Doria”.
La maggior parte delle persone, però, ignora un documento medievale sardo, la Carta di donazione di Barisone I, risalente verosimilmente all’anno 1064/65, dove si legge chiaramente: “In nomine Dei eterni miserator et pii renna<n>te domino Barossone e nepote eius donno Marianus, in renno quo dicitur Ore”.
Un regno chiamato Ore: ovvero Locum de Ore, in seguito trasformato arbitrariamente in “Logu de oro”, per rievocare la fertilità “aurea” del suolo, l’oro del grano prodotto.
Quindi Logudoro, probabilmente e non sicuramente, era il nome del Giudicato di Torres che però, è risaputo, si estendeva fino all’odierna Gallura, alle Barbagie e a buona parte dell’Arborea.
Quello della testata non è quindi un Logudoro geografico, visto che la Diocesi di Ozieri comprende anche Berchideddu e Padru, oltre che buona parte del Goceano che hanno una collocazione geografica differente.
Sicuramente è un’idea, un’astrazione linguistica.
Ci piace però pensare che Logudoro sia sì un luogo comune, ma che diventi luogo ideale, un luogo davvero d’oro, di buon auspicio e speranza!

Cristiano Becciu

Nella foto: la cartina linguistica della Sardegna

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