• 18 Aprile 2024
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Ozieri, notizie d’archivio della chiesa di Sant’Agostino presso «Su Barantases»

caserma 46 02

OZIERI. Continuiamo la pubblicazione dei contributi dello storico mons. Francesco Amadu sugli edifici di culto ormai scomparsi di Ozieri. Dopo la chiesa distrutta di San Michele, questa settimana facciamo la scoperta, seppur con notizie scarne, di un altro edificio religioso andato anch’esso in rovina: la chiesa di San’Agostino.

«Sita nel tratto interno delimitato dal bivio per Nughedu e per Pattada, aveva davanti a sé una piazza assai ampia, probabilmente allora la più vasta di Ozieri. Il 26 agosto 1708 vi si radunavano infatti, per una pacificazione generale imposta dal Viceré di Sardegna, tutti i componenti delle due fazioni in lotta tra loro che dividevano la popolazione ozierese: e precisamente 142 “de sa parte de Piata”, 172 “de sa parte de sa Vingiazza”, per un totale di 314 uomini (v. M. X, pag. 42).

Tra questa chiesa e quella di San Leonardo stava una “viña de Santu Lenardu de Contra, eo Bidda becia, que alinda de una parte à cercado de San Agustin” (Archivio Capitolare, “repertorio Magistral Nuevo, al n° 72 del mese di marzo; – v. M. XVI, pag. 7, n° 102). Su una parte di tale piazza antistante venne costruita, nella seconda metà dell’Ottocento la grande caserma del 46° Reggimento di Artiglieria (“su Barantases”), dove sta oggi la caserma della Guardia di Finanza.

Come si è visto un atto di dotazione della chiesa di San Michele alla fine del ‘500 da parte di un membro della famiglia Mannu, cosi un’altra testimonianza collega questa famiglia dei Mannu alla fondazione della chiesa di Sant’Agostino.

Nel 1820 veniva concessa, a favore di un certo Pietro Pasquale Porcu Sistu di Ozieri una “Mezza Cappellania” come patrimonio sacerdotale, “coll’obbligo di celebrare la messa in questa chiesa di Sant’Agostino eretta dai predecessori dell’oggi defunto Nob. Sig. Avv° Don Antonio Mannu…”. (Archivio Curia, “Patrimoni ecclesiastici e Ordini”, vol. “Ozieri” all’anno 1820).
La statua lignea del Santo, dopo l’abbandono della chiesa, venne trasferita all’Aula capitolare della Cattedrale».

Invitiamo comunque chiunque sia in possesso di informazioni più dettagliate, o di fotografie inedite di metterle a disposizione della comunità per un ulteriore approfondimento storico su questa chiesa, ai più sconosciuta.

Nella foto di copertina: una cartolina di Efisio Usai dei primissimi anni del 1900 dove è possibile scorgere ancora la chiesa di Sant’Agostino

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