• 19 Aprile 2024
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Piera Anna Mutzu presenta il suo libro: «Tando sì chi… Frammenti di vita quotidiana negli stazzi tra Gallura e Logudoro»

Piera Anna Mutzu ok

MONTI. «Tando sì chi… Frammenti di vita quotidiana negli stazzi tra Gallura e Logudoro». È il titolo del nuovo libro scritto dalla montina Pier Anna Mutzu, insegnante di Lettere e grande appassionata di lingua sarda.

Le scene del romanzo sono ambientate tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento in un piccolo triangolo della Bassa Gallura: Sa Cialda, Taerra, Sa Raina. Qui vivevano contadini e pastori che dedicavano la loro esistenza ai sacri mestieri seguendo il ciclo naturale delle stagioni. I principali protagonisti sono Filumena, originaria di Sa Cialda e Giuanneddu, di Taerra.  Figli di contrade vicine ma teatro di vicende storiche e linguistiche diverse, lei chiede in gallurese e lui risponde in logudorese. Se l’idioma li distingue, forti valori li uniscono: l’amore per la famiglia, il rispetto per gli altri, lo spirito di sacrificio e il legame con le tradizioni.

«Portare avanti questo mio lavoro è stato emozionante – ammette l’autrice –. Dopo una lunga fase di riflessione rispetto ad un avvio entusiasta di tanti anni fa, ho deciso di concludere il progetto di far rivivere i mestieri di un tempo, inserendoli nel tessuto narrativo e realistico del racconto».

«Le storie raccontate – continua Piera Anna –, seppur romanzate sono da ricondurre a fatti realmente accaduti e l’immaginazione altro non è che collante degli stessi. I personaggi invece sono stati costruiti attingendo dalla fantasia, tranne il calzolaio Tomeu e la moglie Pietrina, in ricordo dei miei nonni paterni vissuti a Monti e l’ultimo fabbro del paese a cui ho dato il nome di Giagu Ferru. Le attività agro-pastorali che fanno da sfondo alla storia, i luoghi che la incorniciano, i mestieri che impreziosiscono la trama e le pietanze che insaporiscono le vicende sono stati ricostruiti in parte attraverso una ricerca bibliografica (quale conferma e approfondimento) ma soprattutto attingendo a fonti dirette, a chi quella vita l’ha realmente vissuta, a chi quel mondo è stato tramandato e quei luoghi li ha profondamente amati».

«Piera Anna nel suo volume – spiega Filippo Pace nella prefazione –, sceglie di affrontare con un approccio ancipite: sia l’aspetto etnografico di una Sardegna a cavallo tra Ottocento e Novecento, colta nella sua realtà agropastorale, sia la dimensione narrativa, legata alle vicende di Filumena e Giuanneddu, maschere trasfigurate da una memoria con la quale l’autrice ha avuto frequentazioni sin dall’infanzia, concorrono, infatti, a ricostruire in maniera scientifica – si veda a tal proposito l’ampia bibliografia consultata – che cosa significava essere uomini e donne in un piccolo triangolo della bassa Gallura, in quel tempo, e quale rapporto con il lavoro e la terra caratterizzava quelle esistenze. La narrazione, insomma, lungi dall’alterare, col romanzesco, la veridicità della ricerca scientifica risponde all’esigenza di dar voce, in maniera ancor più chiara e interessante, alla portata etnografica di Tando sì chi…, alla volontà di non perdere ciò che è sacro perché è stato autentico. Tutto ciò risulta ancor più evidente se si pensa, inoltre, che la forma del racconto ha le sue scaturigini nell’oralità, figlia di storie che l’autrice ha sentito raccontare sin da bambina».

Il volume, edito dall’Associazione don Francesco Brundu di Ozieri, è stato impaginato e curato dall’A&M grafica di Antonello Sabattino.

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