• 25 Agosto 2025
  •  

Siligo, il dramma della Striscia di Gaza al centro dell’ultima giornata del Festival Ammajare

Pubblico 24 agosto Ammajare
Chiusa ieri nel piccolo centro del Meilogu la seconda edizione della manifestazione dedicata quest’anno al tema “Sulla nostra pelle”.

SILIGO | 25 agosto 2025. Si è chiusa ieri sera a Siligo, con grande partecipazione di pubblico, la seconda edizione del Festival Ammajare (21-24 agosto). Il tema delle persecuzioni, vecchie e nuove, ha trovato un momento di approfondimento nella discussione “Sulla nostra pelle. Gaza e dintorni”, dedicata alla drammatica situazione in cui sopravvivono gli abitanti della Striscia di Gaza.

Gli interventi

L’incontro, moderato dalla giornalista Giusy Ferreli, si è aperto con la domanda: «Come si possono trasformare le singole voci che si alzano in protesta contro il massacro di civili a Gaza in uno strumento potente?», posta dalla stessa Ferreli per stimolare il dibattito. Da qui sono partiti gli interventi, tra cui quello di Padre Stefano Gennari, dell’associazione «Mondo X Sardegna», che ha sottolineato l’importanza di partire da ciò che unisce, condannare le forme di estrema povertà e riconoscere nell’altro una ricchezza.

Il sindaco di Siligo, Giovanni Porcheddu, ha ribadito il senso di responsabilità della comunità: «Quando è emersa la necessità di non girarsi dall’altra parte, come amministratori abbiamo deciso di metterci in movimento. Abbiamo parlato con le persone, al di là delle posizioni e delle professioni. Con i nostri 750 abitanti volevamo dimostrare che anche i piccoli comuni possono fare la loro parte. Abbiamo condiviso con i sindaci del circondario la scelta di organizzare una marcia: non parole statiche, ma un gesto dinamico».

Il giornalista Pier Giorgio Pinna ha denunciato il ruolo dei media, troppo spesso piegati alla logica dello scontro: «Occorrerebbero giornalisti che coltivino senso critico. Invece si creano tifoserie e contrapposizioni, mentre il mondo vive l’incubo di un ritorno all’incubo nucleare».

Andrea Zironi, dell’associazione «Ponti non muri», ha richiamato l’immagine di Gaza come “territorio-prigione”: «Se lo trasferissimo qui, sarebbe un’area che va da Castelsardo a Porto Torres, con due milioni di persone – oggi in forte diminuzione – stipate in uno spazio con densità doppia rispetto a New York. Hanno ricevuto più bombe di quante ne siano cadute durante la Seconda guerra mondiale. Sappiamo tutto, e questo è il problema: non possiamo dire di non sapere».

Hiba Alif e Giovanni Porcheddu
Hiba Alif con il sindaco di Siligo Giovanni Porcheddu

Molto toccante anche la testimonianza di Hiba Alif, assessora alla Pace del Comune di Ravenna e premiata con il riconoscimento Il futuro che vogliamo: «Molti hanno definito la mia delega alla pace una “delega fuffa”. Ma la pace è giustizia sociale. Promuovere la cultura della pace e progetti di non violenza è fondamentale per costruire un futuro migliore».

La presidente dell’Anci Daniela Falconi ha sottolineato come la Sardegna conosca bene il peso delle guerre e la contraddizione delle numerose basi militari presenti sul territorio: «Sarebbe bello che in ogni Comune della Sardegna ci fosse un assessorato alla pace. L’impegno è che dai nostri territori parta una voce forte contro la guerra».

Sottoscritta la Carta di S’Aspru

Durante il dibattito è intervenuto anche Paolo Bellotti, presidente dell’associazione Intrecci Culturali, che ha letto alcuni passaggi della Carta di S’Aspru, presentandola come strumento per avviare un cammino di pace dal basso e coinvolgere l’intera comunità nel promuovere il cessate il fuoco e le trattative. Tra i principi principali ricordati: Gestione del Conflitto e Dialogo, affrontare le divergenze cercando ciò che unisce, e Non Violenza Attiva, indicata come pratica condivisa per la risoluzione dei conflitti. La sottoscrizione della Carta di S’Aspru ha suggellato l’incontro, con un invito pubblico a proseguire il cammino insieme: schierarsi contro tutte le guerre, condannare la povertà estrema e promuovere la cultura della pace come patrimonio collettivo.

Francesca Spanu e Giampaolo Cassitta
Francesca Spanu con il direttore artistico del festival Giampaolo Cassitta

Gli interventi su ingiustizie e persecuzioni attuali hanno trovato spunti nei libri di Edoardo Mantega e Francesca Spanu, che hanno invitato a riflettere sull’importanza di salvaguardare ambienti naturali, come il Montiferru, e di rispettare e comprendere diversità e patologie spesso non riconosciute, come l’obesità.

I riconoscimenti

Nel corso della serata sono stati assegnati due importanti riconoscimenti: Il Premio Ammajare 2025 è andato a Cinzia Angela Seddone, autrice di Come una fenice, donna che, dopo anni di violenze domestiche, ha detto “basta”. Il premio, una scultura in legno di ginepro realizzata dall’associazione “Le Dragonesse” – composta da donne operate di tumore al seno che praticano dragon boat per riabilitazione e aggregazione – rappresenta forza, resilienza e solidarietà. Il premio speciale Il futuro che vogliamo è stato assegnato a Hiba Alif, simbolo di impegno civile e inclusione.

Siligo nella “Rete delle Città delle Streghe”: l’annuncio del Sindaco

Durante i saluti finali, il sindaco di Siligo Giovanni Porcheddu ha annunciato una notizia che segna un riconoscimento importante per il paese: il piccolo comune del Meilogu entrerà ufficialmente a far parte di “La Rete delle Città delle Streghe”, iniziativa culturale e turistica nata per valorizzare i territori legati alla tradizione della stregoneria. Capofila del progetto è Benevento, affiancata da comuni come Castel del Monte e Triora. Siligo sarà l’ottavo comune a farne parte e il primo in Sardegna.

Concerto del gruppo Humaniora

Il festival si è chiuso con il concerto del gruppo Humaniora, che ha guidato il pubblico in un viaggio musicale dedicato alle figure femminili della storia e della cultura, da Maria Carta a Grazia Deledda, da Antonia Mesina a Maria Lai, fino a Marah Abu Zuhri, giovane palestinese di 20 anni arrivata in Italia dalla Striscia di Gaza e deceduta a Pisa per malnutrizione.

concerto Humaniora

La seconda edizione di Ammajare conferma l’importanza di festival capaci di affrontare temi attuali e delicati, come le persecuzioni moderne e le ingiustizie contemporanee, creando spazi di riflessione, confronto e partecipazione per tutta la comunità. Eventi come questo dimostrano come la cultura possa essere strumento di consapevolezza e di cambiamento sociale.

Il festival è stato organizzato dal Comune di Siligo insieme a Intrecci Culturali, Pro Loco di Siligo, Fondazione Banco di Sardegna, Regione Sardegna e Camera di Commercio di Sassari, con la collaborazione dell’associazione culturale CLIP – Collettivo Letterario Informale Performativo.

Leggi le altre notizie su Logudorolive.it

Se vuoi ricevere gli aggiornamenti di Logudorolive nella tua casella di posta, inserisci il tuo indirizzo e-mail nel campo sottostante.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.