Taglio autonomie scolastiche in Sardegna, Idili (Cisl): «La Regione faccia valere lo Statuto»

Il segretario confederale interviene con una nota per sollecitare un’azione che scongiuri la decisione del Ministero.
CAGLIARI | 2 novembre 2025. Il sistema scolastico sardo è in affanno e i numeri lo dimostrano impietosamente: oltre il 30% degli studenti – secondo i dati invalsi – non raggiunge i livelli minimi di competenza in italiano e matematica, mentre la dispersione scolastica si attesta al 17,3%. A preoccupare sono anche il 19,6% di giovani NEET – ossia che non studiano né lavorano – e il numero di adulti con scarse qualifiche, tra i più elevati d’Italia.
A lanciare l’allarme è Mirko Idili, segretario confederale della Cisl sarda, che inquadra la situazione alla luce della possibile riduzione nell’isola delle autonomie scolastiche, prevista dal Ministero, e per la quale chiede un intervento della Regione. «Questi dati – spiega – ci restituiscono l’immagine di un sistema educativo che, nonostante l’impegno quotidiano di insegnanti, dirigenti e personale scolastico, continua a scontare le difficoltà strutturali, geografiche e sociali della nostra Isola».
Taglio di 9 autonomie scolastiche
La riorganizzazione ministeriale comporterebbe per la Sardegna la perdita di nove istituzioni scolastiche autonome, con il passaggio da 232 a 223 istituti. «Si tratta di un ulteriore taglio che si aggiunge a quelli già subiti negli ultimi anni», denuncia Idili, sottolineando come la misura, «se attuata senza correttivi, rischi di indebolire ancora di più la rete educativa e formativa regionale, con gravi conseguenze sulla qualità del servizio scolastico e sulla coesione delle nostre comunità». Il rischio, secondo il segretario Cisl, è di contrapporre «le piccole realtà dell’interno alle grandi aree metropolitane», acuendo ulteriormente le disparità territoriali.
Il confronto tra istituzioni, enti locali e parti sociali
Proprio in questi giorni è in corso nelle province sarde il confronto tra istituzioni, enti locali e parti sociali per valutare la proposta contenuta nelle Linee guida regionali sulla programmazione della rete scolastica 2026/2027. «Come Cisl partecipiamo attivamente a questo percorso e chiediamo che ogni decisione sia il risultato di un confronto trasparente, serio e responsabile, capace di coniugare efficienza organizzativa e tutela del diritto allo studio», ha affermato Idili, precisando che «la riorganizzazione della rete scolastica non può e non deve ridursi a una semplice questione numerica, a un freddo taglio di autonomie scolastiche».
La proposta: richiedere una deroga e dare avvio a un “patto istituzionale“
La Cisl chiede alla Regione di presentare anche per l’anno scolastico 2026/2027 una richiesta di deroga, come già avvenuto lo scorso anno, per salvaguardare le autonomie situate nei territori soggetti a forte spopolamento e declino demografico. «Serve un vero “patto istituzionale” che metta al centro le persone e i territori», insiste il segretario confederale, ribadendo che «solo così potremo costruire una scuola vicina ai cittadini, capace di garantire pari opportunità a tutti gli studenti sardi e di sostenere il diritto all’apprendimento come diritto di cittadinanza».
Lo Statuto speciale come arma politica
La Cisl richiama infine l’articolo 5 dello Statuto speciale della Sardegna, che riconosce alla Regione competenze primarie e concorrenti in materia di istruzione e formazione e la facoltà di adattare le leggi dello Stato alle condizioni particolari dell’Isola. «Questo principio deve essere per noi una leva politica e giuridica per richiedere al Governo un’applicazione flessibile del dimensionamento scolastico, coerente con la realtà sarda e con la nostra autonomia», conclude Idili.
Leggi le altre notizie su Logudorolive.it
Table of Contents









