• 29 Aprile 2024
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Visita guidata alla “Valle dei Nuraghi di Bultei” con l’archeologa Giuseppina Marras

Valle dei nuraghi Bultei
L’appuntamento è per domenica 27 agosto con partenza alle ore 9:30. L’iniziativa è organizzata dalla Pro Loco di Bultei.

BULTEI (SS). Una passeggiata archeo-ecologica nella “Valle dei Nuraghi di Bultei” con l’archeologa Giuseppina Marras. Questa l’iniziativa organizzata per domenica 27 agosto dall’associazione turistica Pro Loco di Bultei con il patrocinio del Comune e il sostegno della Regione autonoma della Sardegna. Il programma della giornata prevede il ritrovo dei partecipanti alle ore 9 in località Sa Pruna, la partenza per la visita guidata alle ore 9:30, il pranzo alle 13:30 e alle ore 15 un percorso sensoriale nella natura, dal titolo “la musica delle piante”, accompagnato dalle note dei maestri di organetto e di armonica a bocca di Bultei. La quota di iscrizione, che comprende una maglietta e il pranzo, è di 15 euro per gli adulti e di 10 euro per i bambini (per informazioni scrivere alla mail: associazioneprolocobultei@gmail.com).

Laurea in materie letterarie con indirizzo archeologico all’Università di Sassari nel 1991, dottorato di ricerca in Archeologia all’Università “La Sapienza” di Roma nel 1997, Giuseppina Marras per diversi anni ha lavorato all’Uniss di Sassari, dove faceva parte del gruppo di ricerca della professoressa Tanda. «Ho preso parte a diversi progetti di ricerca e scavi: Sedilo, Foresta Burgos, Bultei, Sanluri, Anela», spiega Marras. «All’estero per diversi anni – continua – abbiamo lavorato in Corsica, Minorca e Tunisia. Non erano solo scavi nuragici o protostorici. Tra questi che ho elencato ci sono anche siti preistorici. L’architettura nuragica mi ha sempre attratto. Sono convinta che i nuraghi fossero progettati. Se pensiamo a edifici quali il Santu Antine di Torralba è impossibile pensare che “gli sia venuto bene” solo perché sapevano mettere una pietra sopra l’altra. Lì c’era un progetto, c’erano “strumenti” (che noi oggi definiamo rudimentali, sigh!), c’era un sapiente uso della matematica e della geometria. La mia tesi di dottorato riguardava proprio l’individuazione di un’unità di misura nell’architettura nuragica».

L’appuntamento di domenica ci porta alla “Valle dei nuraghi di Bultei”…
«Quello che rende interessante questa zona è la grande concentrazione di strutture nuragiche. È un territorio che in passato ha richiamato diverse comunità. Qui avevano tutto: innanzitutto la disponibilità dell’acqua, suoli adatti sia all’allevamento che ad alcune pratiche agricole, e tutta la valle era, ed è ancora oggi, protetta dalla natura, dai rilievi circostanti. Le emergenze archeologiche più evidenti sono le tre tombe di giganti: le due di Sas Presones e, poco distante, quella di Suerzos Longos che, se non conserva più gli elementi architettonici che la componevano, in origine doveva essere veramente notevole.
Non dobbiamo dimenticare anche l’unica struttura preistorica presente nella zona, l’allée couverte di Su Coveccu. Qui, nella zona di Sa Pruna, così come nel territorio di Bultei, non conosco edifici di culto. Ci sono diversi nuraghi, almeno tre tombe di giganti e villaggi nuragici, ma gli edifici di culto, che sicuramente dovevano essere presenti in questo ampio contesto abitativo, non sono ancora venuti alla luce».

Passeggiata Archeologica Bultei

A quando risalgono gli ultimi scavi? Potrebbe essere interessante continuare a studiare questo insediamento nuragico?
«In questa zona sono state fatte due distinte campagne di scavo, una nel 2002, se non ricordo male, dalla dottoressa Satta della Soprintendenza di Sassari, e ha interessato le due tombe di Sas Presones. La seconda nel 2004 nella tomba di Suerzos Longos, che ho seguito io. Certo, sarebbe interessante proseguire i lavori, ma non necessariamente gli scavi. Prima di arrivare allo scavo bisogna conoscere bene il territorio. Quindi, io sarei più propensa ad uno studio ad ampio raggio su tutta la zona, sia per capire le dinamiche insediative, con una ricognizione e una schedatura di tutte le emergenze, e poi per capire meglio tutti gli aspetti che ha attratto in questa zona le comunità nuragiche, tenendo conto anche dei rapporti che queste potevano avere con le altre comunità limitrofe. Mi riferisco, per esempio, ad uno studio sugli antichi sentieri, sulle antiche vie di comunicazione. Non dobbiamo pensare alla comunità umana di questo territorio come chiuso ai rapporti con l’esterno. Ricordiamoci che, in questa zona, abbiamo testimonianze della presenza dei romani».

Potrebbe esserci qualche nuovo ritrovamento, inteso anche come maggiore estensione di quanto attualmente visibile?
«Sicuramente sì. Quello che manca, come dicevo prima, è uno studio sistematico del territorio. Sono sicura che uno studio territoriale ci darà molte risposte, estendendo l’indagine anche verso i territori limitrofi. Ogni volta che passo da queste parti trovo qualcosa di nuovo che prima non avevo osservato. All’interno di questa comunità abitativa doveva esserci un edificio di culto. Ancora non ne abbiamo traccia».

La “Valle dei Nuraghi di Bultei” potrebbe ambire, data l’estensione e l’importanza, a essere valorizzata per il turismo archeologico e sostenibile e contribuire allo sviluppo economico del territorio?
«Certo. Ovviamente bisogna creare dei circuiti e quindi legare questo sito agli altri del territorio e a quelli di altri comuni. Per come la vedo io il circuito turistico deve tener conto anche delle altre opportunità che il territorio offre, non solo l’archeologia, soprattutto la montagna con i suoi boschi. Qui vicino abbiamo la foresta di Fiorentini, a breve distanza abbiamo Sa Fraigada con tutte le sue potenzialità che i tanti sentieri e percorsi di trekking o semplici camminate rendono fruibile ma, come in tutto il Goceano, il turismo non decolla. Possiamo pensare al turismo culturale. Il comune di Bultei, nelle diverse amministrazioni che si sono susseguite, ha mostrato interesse verso il territorio e l’archeologia: sono stati fatti scavi a San Saturnino, a Santa Giulia, e nelle tombe di giganti. A breve riprenderanno i lavori nell’area termale di San Saturnino.
Di particolare interesse il convegno che è stato organizzato a Bultei l’anno scorso, con il “ritorno a casa” delle due navicelle nuragiche conservate nel Museo archeologico nazionale di Cagliari, che noi chiamiamo di Bonotta, dal luogo del loro ritrovamento. È stato un grande successo! Tutta la comunità di Bultei ha partecipato, l’evento ha coinvolto diversi studiosi e attirato “turisti”, semplici fruitori di una parte del Museo di Cagliari dislocato per l’occasione nel territorio dove tutto ha avuto inizio. Si può pensare di organizzare iniziative simili in altri contesti, per esempio in montagna. Penso ancora a Sa Fraigada, che ha veramente tante potenzialità».

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Locandina passeggiata archeologica Bultei

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