• 4 Novembre 2024
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Covid, i cani da screening più efficaci dei test antigenici rapidi. Pubblicato uno studio

Cane screening anti Covid
Nella fase di sperimentazione coinvolta l’Asl di Sassari con il Dipartimento di Prevenzione e il Laboratorio Analisi dell’ospedale di Ozieri.

SASSARI. I cani da screening possono rilevare la presenza del virus Sars-Cov-2 nell’uomo in modo più efficace e accurato rispetto ai test antigenici rapidi. Lo dimostra uno studio nazionale appena pubblicato sull’importante rivista scientifica Helyon, al quale ha partecipato in prima linea nella fase di sperimentazione l’Asl di Sassari. “C19-screendog“, primo studio scientifico multicentrico italiano, coordinato dall’università Politecnica delle Marche, ha coinvolto l’Azienda sanitaria sassarese – con il Dipartimento di Prevenzione e il Laboratorio Analisi dell’ospedale di Ozieri –, il laboratorio di Patologia Sperimentale afferente al Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari ed il corso di laurea in Infermieristica (Polo di Macerata) di UNIVPM e la Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria, UNICAM, l’Asur Marche AV3, oltre alle unità cinofile del Progetto Serena Onlus APS.

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«L’obiettivo di “C19-screendog” è stato quello di validare un protocollo innovativo per l’addestramento di cani specializzati nel rilevamento di soggetti positivi al Sars-Cov2 e di dimostrare che i cani preparati da cinotecnici esperti possono rappresentare un valido sistema di screening diretto su persona, senza ricorrere al prelievo di campioni biologici da far annusare, con specificità e sensibilità comparabile a quella dei test antigienici rapidi, grazie alla loro capacità di rilevare le Sostanze Volatili Corporee (VOC)», spiega Francesca Soggiu, medico del Servizio di Igiene Pubblica della Asl di Sassari ed esperta Cino-Tecnica. (articolo continua dopo le pubblicità).

Silvia Mesina

Durante lo studio sono stati raccolti, con le massime garanzie di biosicurezza – si legge nella nota dell’Asl –, campioni di sudore per l’imprinting dei cani neidrive in AV3 Marche e Asl Sassari: i campioni sono stati collezionati e crio-conservati nei laboratori di ricerca delle due Aziende Sanitarie. Successivamente i cani sono stati educati dai cinotecnici, seguendo uno specifico protocollo,  a distinguere i campioni positivi dai negativi segnalando, sedendosi, solo i positivi e ignorando i negativi. Infine, si è passati alla validazione del test ai drive in: questa fase conclusiva, la più importante, è stata fondamentale per dimostrare che i cani sono capaci di segnalare persone positive in una situazione reale dove non è più il campione di sudore ad essere annusato, ma la persona stessa.

In 5 mesi sono stati testati 1251 soggetti, tra vaccinati e non, di cui 206 positivi. Il progetto, conclusosi il 31 dicembre 2021, è stato pubblicato nelle scorse settimane sulla rivista scientifica Helyon del prestigioso gruppo Editoriale CellPress.

«La ricerca e la collaborazione tra Università ed enti del Sistema sanitario nazionale – sottolinea il direttore generale della Asl di Sassari, Flavio Sensi – possono dar vita a best practice che si possono estendere anche ad altri settori nell’individuazione di percorsi di cura e di ricerca sempre più all’avanguardia. Collaborazioni così importanti e sperimentazioni di questo livello, dimostrano inoltre l’elevata competenza dei nostri operatori».

Per il direttore del Dipartimento di Prevenzione Francesco Sgarangella «questo lavoro dimostra l’importanza di un approccio multidiciplinare alle malattie infettive su Uomo Ambiente e Animali  secondo il principio One Health (Unica Salute) che caratterizza il Dipartimento di Prevenzione dove Sanità Pubblica Veterinaria e Salute Pubblica Umana operano assieme per garantire un’efficace Sistema di Sorveglianza».

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