• 5 Dicembre 2024
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La valorizzazione della carne bovina Sardo-Bruna passa attraverso una filiera certificata

Bovino razza sardo bruna
Presentati a Sassari i risultati del progetto progetto di ricerca Valorisardo. L’obiettivo è la creazione di un Consorzio di tutela Igp.

SASSARI | 12 ottobre 2024. La carne della razza bovina Sardo-Bruna può puntare al riconoscimento di Indicazione geografica protetta (Igp) e l’allevamento per la produzione di carni di alta qualità può rappresentare un fattore di crescita per le aziende agricole sarde. Se ne è parlato ieri mattina a Sassari nell’aula magna della facoltà di Agraria, dove sono state illustrate le azioni e le strategie innovative per costruire una filiera di questa razza autoctona sarda, durante il convegno sul progetto di ricerca Valorisardo (finanziato con il Psr 2014/2020, attraverso la sottomisura 16.1 – Seconda fase). All’incontro sono stati presentati i risultati dell’iniziativa, che nelle intenzioni dei partner vuole poter dare gli strumenti ad allevatori, centri di ingrasso, operatori del settore, per la creazione di una filiera certificata della Sardo-Bruna. Razza autoctona, la cui storia (leggi) dell’allevamento è stata influenzata, decretandone un lento ma non definitivo abbandono dall’arrivo nell’isola di razze selezionate per la produzione di carne e quindi più produttive. Oggi sono circa 57mila i capi allevati in Sardegna secondo il Sistema Informativo Veterinario.

«La Sardo Bruna ha ottime capacità di adattamento alle nostre condizioni ambientali, è un animale maggiormente resistente che si adatta ai nostri paesaggi», ha evidenziato Francesco Forma, imprenditore del settore carni e amministratore dell’azienda capofila del progetto. «Il nostro obiettivo – ha spiegato – era quello certificare la qualità delle carni bovine di razza Sardo Bruna, di dimostrare la sostenibilità ambientale di questa filiera e di capire le potenzialità di mercato delle carni “antibiotic free”. Elementi ai giorni nostri ricercati nei banchi delle macellerie dei supermercati da una clientela sempre più esigente e attenta alla filiera».

Francesco Forma Valorisardo
Francesco Forma, imprenditore del settore carni e amministratore dell’azienda capofila del progetto Valorisardo

«I risultati, insieme a quelli ottenuti nel precedente progetto di ricerca Probovis, confermano che questa razza ha degli incrementi e una resa in carne, anche se leggermente inferiore a quella delle razze da carne più rinomate, comunque valida», ha proseguito Forma individuando nell’unione tra tutti gli attori della filiera, «la vera sfida da affrontare per far affermare questo prodotto sul mercato».

I lavori sono stati aperti con una menzione al professor Paolo Brandano che ha consentito di caratterizzare la razza Sarda-Bruna. Dopo i saluti del rettore Gavino Mariotti e del vice direttore del Dipartimento Agraria Ignazio Floris, il docente di zootecnia Giuseppe Pulina ha parlato dell’impatto sul clima degli allevamenti naturali rispetto alla produzione di carni artificiali. Mentre ad introdurre Valorisardo ci ha pensato Anna Nudda, docente di zootecnica al Dipartimento di Agraria e responsabile scientifica del progetto. «Le diverse attività svolte nel progetto Valorisardo – ha sottolineato – hanno messo assieme competenze diverse dell’intera filiera del bovino da carne in Sardegna pervenendo a risultati che danno prospettive interessanti di sviluppo per la valorizzazione di una importante risorsa del patrimonio zootecnico regionale. Questa tipologia di progetti dimostra di essere valido come approccio per far convergere le esigenze del sistema produttivo con quelle della ricerca scientifica».

Anna Nudda
Anna Nudda, docente di zootecnica al Dipartimento di Agraria e responsabile scientifica del progetto Valorisardo

L’esposizione dei vari settori di ricerca ha poi coinvolto i numerosi consulenti e ricercatori che hanno lavorato al progetto (Silvia Carta, Piergiacomo Rassu, Enrica Cuccui, Giovanna Buffa, Mondina Lunesu, Fabio Correddu e Giordana Cadau).

Antonio Lorenzoni

Antonio Lorenzoni (nella foto in alto), consulente d’impresa e CEO della LM Consulting Srl, ha invece coordinato un’ampia indagine di mercato. «I test sul prodotto realizzati tramite focus group sia a livello nazionale che regionale – ha spiegato –, hanno dimostrato che la qualità delle carni testate è eccellente sia all’assaggio che alla vista. Questo risultato è stato confermato per tutti e tre i target di ricerca: chef/ristoratori, buyer Gdo/Horeca e consumatori. Le indagini di mercato condotte a livello nazionale, tramite questionario online, e regionale, con oltre 9000 interviste nei punti vendita della Grande distribuzione organizzata (Gdo) hanno evidenziato un grande interesse per la carne bovina di razza Sardo-Bruna, anche se poco conosciuta, e per le carni “antibiotic free”. La stragrande maggioranza dei partecipanti si è dichiarata disposta a pagare un prezzo premium. In sintesi, le ricerche di mercato hanno dimostrato che la Sardo-Bruna, sebbene poco nota, possiede tutte le potenzialità per affermarsi sul mercato nel segmento delle carni di alta qualità. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo – ha concluso Lorenzoni –, è necessario: definire una strategia produttiva e di marketing che tracci le linee guida per il suo posizionamento nel segmento delle carni di qualità; favorire la collaborazione tra imprese, associazioni di categoria e istituzioni per costituire un Consorzio di tutela per la valorizzazione e promozione delle carni di razza Sardo-Bruna, così da replicare il successo ottenuto da concorrenti come la Chianina, la Marchigiana e la Piemontese».

Alessandro Mazzette Direttore Contas
Alessandro Mazzette, direttore del Contas

L’ottenimento della Igp rappresenta infatti una opportunità importante per il settore. A parlarne, direttamente dal Consorzio di Tutela dell’Agnello di Sardegna Igp è stato il direttore Alessandro Mazzette, che ha illustrato i numeri delle certificazioni in Europa, i vantaggi della tutela, spiegando infine la crescita e il funzionamento di un consorzio, il Contas che raggruppa oltre 5mila soci.

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