Legge sul fine vita, il dissenso dei Vescovi sardi: «Non è accettabile aiutare un malato a morire»

Nota dei Vescovi della Conferenza Episcopale della Sardegna.
CAGLIARI | 18 settembre 2025. Dopo la approvazione nella giornata di ieri da parte del Consiglio regionale della legge sul suicidio medicalmente assistito, i Vescovi sardi hanno diramato una nota dove esprimono il loro disaccordo.
«Il dissenso di noi Vescovi – si legge – nasce dalla certezza che la vita va sempre difesa, per cui non è accettabile aiutare un malato a morire. Il tema della difesa della vita non può essere un’occasione per contrapposizioni politiche, strumentalizzazioni per finalità di consenso elettorale. Esso richiede un approfondimento serio e convincente, rispettoso della dignità della persona umana».
I Vescovi fanno quindi proprio il comunicato della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana del 19 febbraio 2025, nel quale si auspica “che nell’attuale assetto giuridico-normativo si giunga, a livello nazionale, a interventi che tutelino nel miglior modo possibile la vita, favoriscano l’accompagnamento e la cura nella malattia, sostengano le famiglie nelle situazioni di sofferenza”. «Su questo – dicono – occorrerebbe concentrare gli sforzi!».
«Nella nostra realtà sarda, in particolare – sottolineano i Presuli –, appare ancora più urgente che si dia concreta attuazione al “Piano di potenziamento della Rete regionale di cure palliative 2024”, approvato dalla Giunta regionale il 5 settembre scorso».
I Vescovi sardi ribadiscono pertanto, con la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, che «la dignità non finisce con la malattia o quando viene meno l’efficienza. Non si tratta di accanimento terapeutico, al quale siamo sempre contrati, ma di non smarrire l’umanità».
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