• 4 Maggio 2025
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Offerta formativa, Cisl Sardegna: «Investire nelle competenze è la chiave per il lavoro e lo sviluppo»

Giovane Lavoro

CAGLIARI | 4 maggio 2025. «Il nuovo rapporto Ocse evidenzia un dato allarmante: quasi la metà degli adulti italiani tra i 16 e i 65 anni non possiede competenze di base adeguate in lettura, calcolo e problem solving. L’Italia è penultima tra i Paesi avanzati e la Sardegna, purtroppo, non fa eccezione».

Lo evidenziano Mirko Idili, segretario confederale della Cisl sarda, e Maria Luisa Serra, segretaria della Cisl Scuola Sardegna. «Oltre il 30% degli studenti sardi non raggiunge i livelli minimi in italiano e matematica (dati INVALSI), la dispersione scolastica è stabile al 17,3%, il 19,6% dei giovani è NEET (non studia e non lavora), il numero di adulti con scarse qualifiche resta elevato, specie tra disoccupati e lavoratori precari. L’alto tasso di abbandono scolastico in Sardegna – spiegano Idili e Serra – riduce le opportunità lavorative per i giovani, aumenta l’esclusione sociale e compromette lo sviluppo economico regionale».

Davanti a questa situazione, secondo i due i rappresentanti della Cisl è necessario un cambio di passo. «Non si può più rimandare: servono investimenti strutturali e una visione strategica della formazione. Occorre puntare su formazione professionale, ITS, orientamento continuo e politiche attive serie. Ma soprattutto, serve una forte regia pubblica».

«La scuola – sottolineano Idili e Serra – non può affrontare da sola il disagio educativo. Servono più risorse per laboratori, tutor, orientamento, classi meno affollate e sostegno alle fragilità. Ma serve anche una vera alleanza educativa tra scuola, famiglia, istituzioni e territori. Ma soprattutto, serve una vera alleanza educativa che coinvolga famiglie, istituzioni e comunità locali».

Tra le proposte del sindacato: l’adozione di un piano regionale straordinario di formazione permanente, centrato sull’accesso universale a percorsi di alfabetizzazione digitale, logico-matematica e linguistica; il rafforzamento degli ITS e della formazione tecnica superiore, in rete con le imprese; l’integrazione tra scuola, centri per l’impiego, enti di formazione e imprese, con percorsi personalizzati di aggiornamento e reimpiego; un vero rilancio delle politiche attive del lavoro, «oggi troppo frammentate e inefficienti».

«La Regione – concludono Idili e Serra – deve assumersi la responsabilità politica e amministrativa di sostenere questo percorso con risorse, strumenti, governance stabile. Non servono interventi episodici, ma una riforma coraggiosa, condivisa e continua. La Cisl è pronta a collaborare con proposte, presidi territoriali e capacità contrattuale».

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