Papa Francesco è tornato alla Casa del Padre

Il Vescovo di Roma è morto questa mattina alle 7:35 nella sua residenza di Casa Marta.
ROMA | 21 aprile 2025. Papa Francesco è morto questa mattina, lunedì 21 aprile 2025, alle 7:35, nella sua residenza di Casa Santa Marta in Vaticano. Aveva 88 anni. L’annuncio è stato dato dal cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo della Santa Sede: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino».
Nato il 17 dicembre 1936 a Buonos Aires da una famiglia di origini piemontesi, Jorge Mario Bergoglio cresce in un contesto familiare semplice. Il padre Mario lavora come ragioniere nelle ferrovie, mentre la madre Regina Sivori si dedica alla casa e all’educazione dei cinque figli.
Dopo il diploma come tecnico chimico, Bergoglio sceglie la vita religiosa. Nel 1958 entra nel noviziato della Compagnia di Gesù, dopo un primo passaggio nel seminario diocesano. Compie studi umanistici in Cile e, rientrato in patria, consegue la laurea in filosofia nel 1963 al collegio San Giuseppe a San Miguel. Negli anni seguenti insegna letteratura e psicologia nei collegi gesuiti di Santa Fé e Buenos Aires, quindi completa la formazione teologica laureandosi nuovamente a San Miguel.
Il 13 dicembre 1969 viene ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Dopo un periodo di perfezionamento in Spagna, emette la professione perpetua nei gesuiti il 22 aprile 1973. Tornato in Argentina, ricopre vari incarichi accademici e formativi: è maestro dei novizi, professore di teologia, consultore della provincia gesuita e rettore del collegio.
Il 31 luglio 1973 diventa provinciale dei gesuiti argentini. Dopo sei anni, torna all’attività universitaria e pastorale, assumendo nuovamente la guida del collegio San Giuseppe e la parrocchia di San Miguel. Nel 1986 si trasferisce in Germania per concludere la tesi di dottorato, ma viene presto richiamato in patria, dove svolge il ruolo di direttore spirituale e confessore nella chiesa gesuita di Cordoba.
L’incontro con il cardinale Antonio Quarracino segna una svolta: nel 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires. Riceve l’ordinazione episcopale il 27 giugno e sceglie come motto Miserando atque eligendo, inserendo nello stemma il cristogramma ihs della Compagnia di Gesù. Diventa prima vicario episcopale della zona Flores, poi, dal 1993, vicario generale dell’arcidiocesi.
Il 3 giugno 1997 è promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Nove mesi più tardi, il 28 febbraio 1998, alla morte del cardinale Quarracino, gli succede come arcivescovo, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale e gran cancelliere dell’Università Cattolica.
Nel Concistoro del 21 febbraio 2001 viene creato cardinale da Giovanni Paolo II con il titolo di San Roberto Bellarmino. La sua figura acquista crescente rilievo anche a livello continentale: nel 2001 partecipa al Sinodo dei vescovi come relatore generale aggiunto. Nonostante nel 2002 rifiuti la presidenza della Conferenza episcopale argentina, accetta l’incarico tre anni dopo, venendo riconfermato nel 2008.
Nel 2005 prende parte al conclave che elegge Benedetto XVI. Otto anni dopo, il 13 marzo 2013, sarà proprio lui, Jorge Mario Bergoglio, a succedergli, diventando il primo Papa gesuita e il primo pontefice proveniente dal continente americano.
Queste le prime parole di papa Francesco dopo l’elezione: «Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave è di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui… Vi ringrazio dell’accoglienza, alla comunità diocesana di Roma, al suo Vescovo, grazie. E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca».
«E adesso incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le chiese. Un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro, preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi incominciamo – mi aiuterà il mio cardinale vicario qui presente – sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa sempre bella città… Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo io vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me».
«Adesso darò la benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e donne di buona volontà. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto, ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo».
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