• 23 Novembre 2025
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Sassari, allarme antibioticoresistenza: «Una pandemia silente, nel 2050 farà più vittime dei tumori»

Convegno medici di Sassari antibioticoresistenza
Al convegno organizzato dall’Ordine dei Medici il confronto tra specialisti sulla sfida ai “superbatteri”. Lorenzoni: «Il giusto dosaggio è una delle soluzioni». Sotto accusa l’abuso di farmaci e la medicina difensiva».

SASSARI | 23 novembre 2025. È una delle sfide sanitarie più complesse del nostro tempo, definita dagli esperti una vera e propria «pandemia silente» capace di mietere, solo in Italia, oltre diecimila vittime l’anno. L’antibioticoresistenza è stata al centro di un’intensa giornata di studio organizzata sabato scorso a Sassari dall’OMCEOSS (Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Sassari) nelle sale dell’Hotel Grazia Deledda. Un confronto a tutto campo che ha riunito non solo medici chirurghi, ma anche radiologi, odontoiatri, medici di famiglia, pediatri, infettivologi, virologi, farmacisti, veterinari e medici di famiglia per tracciare una linea comune contro i germi “superesistenti”.

Ad aprire i lavori è stato Salvatore Lorenzoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Sassari, indicando subito la strada maestra: «Il giusto dosaggio per un periodo limitato, con le risorse di cui disponiamo è una delle soluzioni per contrastare l’antibioticoresistenza».

Il quadro tracciato durante il convegno è preoccupante. Antonello Desole, segretario provinciale dei medici di medicina generale, ha evidenziato come si tratti di «un problema a livello mondiale che deve trovare sinergie tra le varie figure sanitarie, ma che parte dal territorio, cioè dal medico di famiglia che è responsabile del 97 per cento della popolazione».
Desole ha poi ricordato l’importanza storica di questi farmaci, mettendo però in guardia sull’attuale punto di non ritorno: «Pochi farmaci come l’antibiotico hanno cambiato la qualità della vita dell’uomo, ma ora siamo ad una pericolosa svolta perché dopo anni di somministrazione di questa potente medicina abbiamo dato vita a germi superesistenti che si sono organizzati per corazzarsi e diffondersi, neutralizzando l’efficacia dell’antibiotico. Solo in Italia i morti per infezione sono stati oltre diecimila».

Una visione confermata dalle stime drammatiche fornite da Paolo Castiglia, infettivologo dell’Università di Sassari: «Siamo di fronte ad una pandemia silente, i germi modificati si diffondono come una malattia infettiva e sono diventati una delle principali cause di morte in tutto il mondo, una realtà della quale si è preso coscienza solo recentemente. Nel 2050 si stima che le vittime saranno superiori a quelle per tumore».

«Purtroppo – ha aggiunto Marco Puddu, medico di famiglia di Ozieri –, la medicina difensiva ha alimentato l’uso sconsiderato degli antibiotici, il carico di lavoro negli ambulatori non ci consente un’adeguata informazione al paziente che pretende il farmaco anche per cose banali e quindi piuttosto che rischiare l’insorgenza di un aggravamento della malattia, nel tempo si è preferito prescrivere antibiotici. Solo con un uso consapevole del farmaco si potranno limitare i danni».

Un concetto ribadito anche da Carlo Azzena, presidente della commissione odontoiatri dell’Ordine, che ha sottolineato come «anche il mondo odontoiatrico deve collaborare a questa nuova sfida». Azzena ha ricordato che «il 10 per cento della somministrazione antibiotica è da attribuirsi alla pratica dentistica, dunque se non necessarie, per l’ottima riuscita dell’intervento, è meglio ridurre le prescrizioni, anche se, purtroppo, la medicina difensiva spesso induce il professionista a tutelarsi».

Molte prescrizioni, è emerso dal dibattito, sono clinicamente inutili. Antonello Caddeo, infettivologo della Asl, ha affermato che «l’80 per cento delle cure respiratorie non si avvantaggiano delle cure antibiotiche, dal 2023 sono state dichiarate inappropriate per molte patologie». Caddeo ha offerto esempi concreti per i pazienti: «Una tosse di sei settimane è il normale decorso di guarigione di una bronchite per la cui diagnosi un’ecografia è preferibile ad una radiografia». La ricetta per la guarigione, ha spiegato, sta nella «scelta del farmaco giusto e la posologia adeguata», evitando assolutamente «l’automedicazione e quindi l’assunzione di medicinali avanzati».

Le soluzioni, oltre alla correttezza prescrittiva, passano dalla prevenzione. Castiglia ha ricordato che «una delle soluzioni, a parte la prescrizione appropriate per dosi e tempi è quella della prevenzione, prima fra tutte l’igiene. Il lavaggio delle mani, l’uso delle mascherine riduce sensibilmente la trasmissione di malattie». Fondamentale anche il ruolo dei vaccini che, «soprattutto in età pediatrica e per gli over 65», rappresentano «una delle armi migliori» per evitare a monte la necessità di cure antibiotiche.
Su questo fronte, la pediatra Michela Sanna ha suggerito l’importanza di «un rapporto empatico con i genitori dei piccoli pazienti, in modo da instaurare un rapporto di fiducia fin dal primo mese di vita dei figli, per accompagnarli ad una scelta consapevole delle vaccinazioni pediatriche».

L’evento, moderato da Federica Pepe e Sergio Babudieri, ha messo in luce la necessità di un fronte comune che coinvolga anche le residenze per anziani e gli ospedali, dove l’infezione è spesso legata «al tempo di degenza, alla fragilità del paziente».

Anche i farmacisti, rappresentati da Battistina Sanna ed Enrico Mureddu, hanno lanciato un appello «per rispettare gli obiettivi del piano nazionale, rispettare le linee guida standard europee, partendo da un monitoraggio attento delle autoprescrizioni presentate dai pazienti senza il parere di uno specialista».

Il convegno ha visto anche gli interventi dell’urologa Monica Derosas, che ha denunciato l’eccesso di prescrizioni antibiotiche anche in questo settore dove aumentano le vittime per sepsi, di Claudia Dessanti sulla prevenzione nella sanità pubblica, di Andrea Sarria sulla medicina veterinaria e di Antonella Arghittu sull’importanza della comunicazione per gli operatori sanitari e scolastici.

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