Le Terme Aurora di Benetutti un’oasi di salute nel cuore della Sardegna

La struttura, attiva dal 1968, è nata grazie all’intuizione del dottor Gerardo Petretto ed è oggi portata avanti dal figlio Michele.
BENETUTTI | 30 settembre 2025. Dal 1968 a oggi sono trascorsi ben 57 anni dall’apertura delle Terme Auora, importante struttura che ha garantito a migliaia di cittadini sardi e non solo efficaci cure sanitarie con acque sulfuree-salso-bromo-iodiche radioattive che sgorgano a 40 gradi (secondo la classificazione di Marotta e Sica). Lo si deve alla sapiente e lungimirante intuizione del dottor Gerardo Petretto, stimato medico con specializzazione in odontoiatria, che nel 1963 aveva acquistato da Donato Dare un ettaro di terreno per 4 milioni di lire. A seguito di regolare “concessione mineraria”, furono eseguiti i lavori di trivellazioni negli anni 1963-64. Immediata la progettazione dell’intera struttura indirizzata al Comune di Benetutti che rilasciò la “concessione edilizia” e I’invio di tutti gli atti tecnici connessi all’Assessorato dell’Industria della Regione Autonoma della Sardegna, al Medico provinciale e all’Ente provinciale del Turismo di Sassari, che li approvarono.
Nel 1966 inizia la costruzione della struttura edilizia su due piani con la disponibilità di 80 posti letto in camere dotate di tutti i comfort, che hanno reso da subito rilassante e piacevole il soggiorno degli ospiti. Michele Petretto, attuale direttore della struttura, ricorda con emozione di averci lavorato da piccolo e di aver raggiunto spesso la zona termale di San Saturnino a cavallo in compagnia del padre e della madre, la signora Antonietta Cherchi. Il dottor Gerardo Petretto è morto nel 1975 lasciando un’eredità non indifferente, che il figlio sta valorizzando con tanto impegno ed orgoglio.

«Lo stabilimento Terme Aurora – spiega il Direttore – è una costruzione realizzata secondo i più moderni criteri della tecnica alberghiera termale. Si trova nella piana di San Saturnino, circondato da un vasto parco alberato, a circa 5 Km da Benetutti, a 10 Km da Bono, a 35 Km da Nuoro e 85 Km da Sassari e Olbia. L’albergo a tre stelle, dotato di un ampio parcheggio privato, ha oggi una disponibilità di 120 posti letto. Tutte le camere, ad uno o due letti, dispongono di bagno privato, aria condizionata, Tv, frigo, asciugacapelli. l suoi comfort moderni (ampie sale soggiorno, grandi terrazze elioterapiche, ristorante, bar, ascensore, giardino, campo da tennis, biliardo, palestra e due meravigliose piscine termali, di cui una coperta, dotate di idromassaggio e giochi d’acqua). La struttura dispone anche di una sala convegni».
Grazie alle proprie sorgenti di acque termali «si è in grado di praticare nell’albergo stesso (reparto cure in ogni piano camere) tutte le cure di balneo fangoterapia, terapia inalatoria e trattamenti di benessere ed estetici. Tutte le terapie – specifica Petretto – vengono eseguite dopo una visita di ammissione da parte del medico dello stabilimento, che segue i curandi per tutto il ciclo della cura così come il fisioterapista. La struttura si avvale anche della preziosa collaborazione di un reumatologo ed un otorinolaringoiatra. Venticinque dipendenti, assunti a regime, garantiscono ai clienti l’assoluta e puntuale funzionalità della struttura. Una cucina gustosa e genuina completa i conosciuti benefici delle acque di Benetutti, per trascorrere una vacanza di salute», continua Michele Petretto nelle sue dettagliate informazioni sulla sua attività. Ad essa si affiancano tutte le possibilità escursionistiche che offre l’intero Goceano dal punto di vista geomorfologico, paesaggistico, naturalistico, storico ed artistico a tutti coloro che vogliono visitarlo. La struttura offre soggiorni di 12 giorni, 10 giorni, 7 giorni, 5 giorni, 3 giorni più gli week end. I periodi di attività: maggio-novembre, ponte dell’Immacolata 8 Dicembre, Capodanno, Epifania, Pasqua, 25 Aprile. «Le fasce di età che usufruiscono del servizio vedono in testa i cinquantenni con un apprezzabile sensibile aumento dei giovani che hanno capito come, con una buona prevenzione, si possono evitare buona parte dei problemi futuri di salute», sottolinea il direttore.
Il trasporto pubblico verso le Terme viene attualmente assicurato dall’Arst con due collegamenti giornalieri da Sassari, ma interessando solo alcuni comuni della Città Metropolitana, compresi i comuni di Bono, Anela, Bultei e Benetutti. Questo è un problema penalizzante, che va risolto opportunamente con l’intervento autorevole di tutte le Amministrazioni comunali e della Comunità Montana del Goceano onde venire incontro alle esigenze dei propri cittadini.
Le Terme Aurora hanno da tempo aderito alla Federterme e Michele Petretto fa parte del Direttivo nazionale. La struttura ha, a suo tempo, lodevolmente partecipato con altre 297 strutture termali italiane ad uno studio epidemiologico, (autorizzato dal Ministero della Sanità ed approvato dal Consiglio Superiore di Sanità), denominato Progetto NAIDE (nome delle ninfe acquatiche nella mitologia greca), che ha esaminato più di 40.000 pazienti che hanno praticato cure termali per tre anni e che viene considerato il più grande ed importante studio sul tema del termalismo in Europa. Lo studio, diviso per tipologie di acque ed aree patologiche, incluse dal Servizio Sanitario Nazionale nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) ha evidenziato una notevole riduzione delle “periodiche riacutizzazioni dei disturbi così come del dolore” nei pazienti considerati. Da rilevare che nelle “malattie otorinolangoiatriche ed in quelle respiratorie la risposta è stata eccellente” e si unisce felicemente ad un loro miglioramento dello stato di salute in generale. Il quadro viene completato con la “notevole diminuzione del ricorso ai farmaci, alla consistente riduzione dei ricoveri ospedalieri ed il ricorso a periodi di malattia e conseguenti assenze dal lavoro”. Quindi, il Progetto Naiade si è dimostrato un valido studio scientifico e un mezzo importante per migliorare felicemente, nel complesso, “lo stato psico-fisico dei pazienti”.
Tonino Dettori
Cenni storici sulle terme di San Saturnino
La piana di San Saturnino, in Goceano, è una zona molto conosciuta in Sardegna, in Italia e all’estero per le sue terme. Ben conosciute fin dall’antichità, le sue acque salutari hanno alleviato le varie sofferenze di molte popolazioni che l’hanno abitata o che per vari motivi vi sono giunte. La zona termale è costellata di interessanti emergenze archeologiche e monumentali: Domus de Janas, Nuraghi, i resti della città romana di Lesa, che ha reso famose le acque Lesitanae, il calidarium delle vecchie terme romane, i resti della strada romana Karalis-Olbia e la caratteristica Chiesa di San Saturnino (XII sec.) in stile romanico-pisano, che ha dato il nome alla piana in cui scorre il fiume Tirso, il più lungo della Sardegna.
Nel 1163 Athone, Vescovo di Castro, col consenso di Barisone II Lacon Gunale, giudice di Torres, e di Alberto, arcivescovo di Torres, dona ad alcune condizioni a Gregorio, priore generale dell’eremo di San Salvatore di Camaldoli, e ai suoi monaci le Chiese di S. Saturnino di Usolvisi, Santa Maria di Anela e di S. Giorgio di Aneleto. Sono gli scrittori che hanno dato lustro all’abbondanza delle acque termali e alle loro peculiarità terapeutiche della Sardegna.
In primis, Claudio Tolomeo, geografo, astronomo e matematico, vissuto nel II secolo d.C., nella sua “Introduzione geografica” nobilita le acque Lesitanae collocandole tra “le migliori acque d’Europa”. Caio Giulio Solino, scrittore romano, vissuto nel III d.C., nel suo testo di geografia “Collectanea rerum memorabilium” scrive: «In Sardegna… In diversi siti sgorgano acque davvero calde e salubri, apportano rimedi o saldano le ossa fratturate o annullano gli effetti del veleno iniettato dai ragni velenosi o guariscono anche le malattie degli occhi. Quelle che curano gli occhi, hanno anche il potere di scoprire i ladri: infatti chiunque nega il furto col giuramento e tocca gli occhi con l’acqua termale, quando non è spergiuro vede chiaramente, se nega in malafede, paga il misfatto con la cecità e la cecità dimostra la colpa».
Decimo Giunio Giovenale, poeta latino (Aquino 55 d.C. – 135 circa), riferendosi alla perfidia di un amico, esclama: «Questo ladro merita soprattutto le acque sarde». Dionigi Africano, in una quartina del “Renius Dionisii Peragesi”, ribadisce le virtù delle acque termali isolane: «La terra di Sardegna, circondata dal mare, offre con le acque e le fonti miracoli al mondo, poiché guariscono i malati, rivelano e condannano gli spergiuri per furto empio, rendono ciechi coloro che toccano l’acqua».
Isidoro di Pelusio, nelle sue “Origini”, scrive: «La Sardegna ha sorgenti calde, che offrono un rimedio ai malati, la cecità ai ladri, se, dopo aver prestato giuramento, le sue acque abbiano bagnato gli occhi». Martino Carrillo, canonico della Chiesa metropolitana di Saragozza, visitatore generale del Regno di Sardegna, in una relazione del 1611, presentata ufficialmente al Re di Spagna, così descrive le qualità delle acque termali di S. Saturnino: «Vi sono nel regno molti bagni di acqua calda e temperata, particolarmente in Goceano, ove si vedono le iscrizioni su pietre dei mali che le citate acque curano. Si vedono ancora costruzioni dell’epoca romana, costruite dai Romani, che amavano i bagni. Queste costruzioni, per l’incuria degli abitanti del luogo, sono in rovina». In ogni fonte una pietra indicava i mali che l’acqua curava. Una leggenda narra che i medici della zona, rimasti ormai senza clienti, decisero di spezzare le pietre che riportavano le iscrizioni con indicazione dei mali che potevano curare, le nascosero e le dispersero nelle acque del fiume laddove il fiume fa da gomito intorno al colle ove è posta la chiesa. Si dice che, appena i «frantumi raggiunsero il fondo del fiume, la terra in quel punto sprofondò con un profondo boato e i medici, autori del delitto, fuggirono pieni di terrore». Così scomparvero le 110 pietre collocate sapientemente su 110 fonti termali dalle proprietà terapeutiche miracolose.
Nel 1830 il Governo Piemontese inviò a S. Saturnino il prof. Cantù con l’incarico di analizzare e misurare la temperatura delle acque termali. Successivamente, nel 1870, lo studioso Antonio Perrone fu inviato sul posto per relazionare sulle stesse acque termali. Da non dimenticare che anche Lamarmora recensì e studiò le qualità di queste acque, evidenziandone le alte proprietà curative.
In tempi recenti, le strutture termali della Sardegna, come le Terme Aurora di Benetutti, quelle di Fordongianus e di Sardara, si sono unite ad altre strutture italiane dello stesso tipo per offrire servizi e mettere a confronto esperienze curative fondate sul migliore utilizzo delle acque termali a livello terapeutico, culturale e scientifico. Ne è un esempio lodevole l’unione di 297 strutture termali che hanno aderito al “Progetto NAIDE”, con la finalità di partecipare attivamente a uno studio epidemiologico, autorizzato dal Ministero della Sanità e approvato dal Consiglio Superiore di Sanità. Sorprende però il fatto che lo stabilimento, che comprende “sos anzos mannos”, quelli storici, conosciuti oggi come “Terme Angioy”, in territorio di Bultei, sia inspiegabilmente chiuso e non fruibile da parte di un’ulteriore utenza. In compenso, altre vasche termali, sparse nel territorio di Bultei e di Benetutti, consentono ai cittadini, che provengono da tutte le parti della Sardegna e non solo, di godere delle alte proprietà terapeutiche di queste “sacre” acque.
Tonino Dettori
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