• 16 Maggio 2024
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Nuovi focolai di lingua blu in Sardegna

Lingua blu Sardegna nuovi focolai
Il caldo anomalo ha favorito la ricomparsa della malattia, ma la situazione sembra essere sotto controllo. Colpiti un centinaio di capi.

Il virus è tornato, complice l’anomalo prolungamento di una stagione con alte temperature, anche durante tutto il mese di ottobre, che ha contribuito a creare non pochi problemi a diversi allevatori sardi, sempre più spaventati da quello che potrebbe accadere. Infatti sono stati recentemente accertati, dall’Istituto zootecnico sperimentale della Sardegna, una quarantina di focolai di lingua blu, con un centinaio di capi morti nelle aziende agro pastorali del Nuorese, Ogliastra, Sassarese, Bassa Gallura e Sulcis. Mentre per una sessantina di questi capi si è già accertato che si tratta del sierotipo 4, per gli altri si sta ancora aspettando la conferma definitiva dal centro di riferimento nazionale di Teramo.

Maria Foddai

Certamente parlare di allarme è esagerato, in quanto percentualmente parlando si tratta di un centinaio di capi in 41 focolai, su circa 13 mila allevamenti presenti in Sardegna. Ma questo non vuol dire che bisogna trascurare la problematica, anzi. La cosa certa è che per gli allevatori non c’è mai pace mai, sia che siano colpiti o meno da questo flagello, ma è evidente che la situazione della lingua blu, rispetto al passato è completamente diversa.

Attualmente, sia i veterinari che gli allevatori hanno una maggior consapevolezza sulla malattia rispetto al passato, ma la situazione resta sempre preoccupante, anche perché attualmente le pecore sono gravide ed in procinto di partorire, con evidenti danni economici, sia per la produzione dell’agnello che del latte.

Ricordiamoci che seppur in presenza di ondate epidemiche con minor mortalità, le pecore attaccate, anche superando l’attacco del virus, risulteranno improduttive, con problemi motori e respiratori non indifferenti. Fortunatamente a dare una mano all’intero settore ci ha pensato il clima.

C’è stato, finalmente, l’atteso cambiamento climatico e sono arrivate le piogge, come anche un repentino abbassamento della temperatura, che stanno contribuendo a limitare tantissimo la circolazione del vettore, il famigerato insettino ematofago Culicoides imicola. Ora bisognerà solo verificare, tramite specifiche trappole cromotropiche, la curva della popolazione del vettore presente e decidere, nel più breve tempo possibile, il da farsi.

Salvatore Loriga

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